E’ sempre l’unica realtà italiana al Mobile World Congress e Stefano Pileri, amministratore delegato di Italtel nel suo primo MWC con Exprivia, parla di un mercato che finalmente sta dando segnali di vivacità. Un mercato dove la nuova Italtel-Exprivia guarda al mondo delle reti 5G come un tassello strategico del business, proprio e del paese. “Le nostre applicazioni sul 5G abilitano la possibilità di condividere contenuti al bordo della rete velocizzando la condivisione della rete stessa. Il nostro 5G è frutto di un progetto di open innovation”. Ma a che punto siamo con il 5G, al MWC 2018 sbandierato come davvero prossimo?
“E’ senza dubbio il Mobile World Congress del 5G – esordisce Pileri in una chiacchierata – con una sensazione forte che il 5G stia accelerando. Non era scontato che le grandi telco cavalcassero il concetto di 5G perché serve un grande lavoro per upgradare la rete senza un modello di business ancora chiaro. Invece sta accadendo. Il deploy del 5G è atteso per la fine del 2020, invece gli sviluppi in corso lo prevedono per la seconda metà del 2019. Telia, Tim, Telefonica stanno accelerando e anche i grandi vendor di smartphone hanno annunciato i primi modelli per il prossimo anno. L’industria sta accelerando”.
I dati rilasciati dall’organizzatore del Mobile World Congress dicono che al 2022, dopo il deployment del 5G, la tecnologia mobile prevalente sarà il 4G , con il 2G e il 3G messi definitivamente da parte, mentre il 5G avrà il 6-7% del mercato rispetto al totale. Un cammino lento ma avviato.
Mosse in corso
Tre concetti predominanti sono emersi dal MWC 2018 secondo Pileri. Si sta affermando il trend del Virtual Run (Virtual Radio Access Network), spinto dagli Usa per rendere open la reti di accesso radio, che scompiglierà le gerarchie tra gli operatori. “In un panorama di Open Run accedono al mercato nuovi player che incidono in modo prepotente sul predominio di operatori quali Huawei, Ericsson, Zte e Nokia – sostiene Pileri -. Il nome che va per la maggiore è Altiostar che ha richiesto un secondo round di finanziamenti”.
Il secondo concetto è il Network Slicing: la rete viene profilata, affettata, configurata a seconda dell’affidabilità che necessita, a beneficio del funzionamento delle varie applicazioni, in modo che la rete possa concentrare le proprie risorse sulle applicazioni critiche e non stressare la rete per applicazioni IoT a bassa profilazione.
La terza tendenza è la virtualizzazione della rete, dove tutto diventa software. “Le reti Tlc sono reti di computer molto distribuite e portano le funzionalità più vicino possibili al terminali che le utilizzano, nel mobile edge computing. Oggi si assiste al fatto che le funzionalità di rete devono essere portate il più vicino possibile ai terminali, un processo opposto alla strategia cloud di AWS, Microsoft, Google. Le applicazioni devono pesare sempre meno sulla rete e le reti diventano reti informatiche distribuite”. E aggiunge: “Le antenne si fanno senza nessuna intelligenza nel mondo 5G, dal momento che sono connesse in fibra ottica a un mini server posizionato a 20-30 km dal punto più remoto, che contiene l’intelligenza di reti di accesso. Le antenne diventano in questo scenario 5G una commodity legata all’intelligenza dalla fibra ottica che ci consente di fare delle rivoluzioni importanti, finita l’era del rame. Il 5G si commercializza solo con l’intelligenza nell’edge”.
Scommesse aperte
Un MWC 2018 molto effervescenti per contatti e opportunità, ma rimangono aperte alcune scommesse legate alla capacità di guadagno degli operatori e alle offerte proposte. “La più evidente è la capacità di monetizzazione per gli operatori – sostiene Pileri -. Nel mondo della telefonia siamo arrivati a una noia mortale dove tutti gli operatori fanno offerte che ruotano attorno a tre fattori: minuti illimitati, 500 sms, 3GB di navigazione. A questa offerta si aggiungerà in futuro la classe di servizio che oggi manca: cioè il tempo di latenza, la risposta della rete in millisecondi. Una variabile interessante per arricchire i pacchetti”.
Il tempo di latenza permetterebbe di monetizzare i servizi, perché sarebbero le stesse aziende clienti a chiedere agli operatori tempi di latenza sempre più ridotti nell’ambito anche dei pagamenti mobile. “Ad esempio – esemplifica Pileri – un servizio come MyTaxi vorrà una latenza pressoché inesistente per i pagamenti via smartphone dei suoi clienti. Questo approccio sarà importante per le transazioni finanziarie”.
Un’altra scommessa rimane legata al rilascio delle frequenze, che potrebbe velocizzare lo sviluppo della rete. “Per esempio gli operatori stanno proponendo a governi dei vari paesi di non pagare miliardi sulle nuove frequenze ma di investire le stesse cifre sulle frequenze già in uso per velocizzare il deployment. Una proposta che nel nostro paese non è passata a differenza di altri stati europei tra cui la Francia che l’ha adottata. In Italia le frequenze non sono nemmeno libere, ma per ottenerle si devono rimborsare Rai e Fininvest. Rispetto ai piani europei di rilascio delle frequenze al 2020, l’Italia arriverà in ritardo al 2022 e la prossima gara libererà le frequenze che gli operatori potranno usare dal 2022: questo implica che pagheranno nel 2018 per utilizzare le frequenze solo dopo quattro anni”.
In Italia sono in atto progetti interessanti. Il Mise ha affinato il progetto 5 Città per il 5G, con la creazione di tre consorzi che vedono Vodafone attiva su Milano, Tim su Bari e Matera, Wind su Prato e L’Aquila. Fastweb sta sperimentando Roma, Tim sta sperimentando Torino. “Abbiamo un ritardo nella liberazione delle frequenze che penalizza ma i progetti in corso sono un buon avvio” conclude Pileri.
Dal 5G alla Fabbrica Intelligente
Se al MWC 2018 il focus di Italtel riguardava applicazioni in ambito Industry 4.0 al Mecspe che apre questa settimana a Parma, il focus sarà sul mondo della Fabbrica Intelligente che sfrutta i principi della collaboraztion per dare vita a un processo di co-innovation Industry4.0 con progetti di trasformazione digitale nell’ambito produttivo.
Il tour virtuale, insieme a Cisco, sarà incentrato su diversi ambiti: gli strumenti di collaborazione sugli impianti industriali che usano l’intelligenza artificiale e gli strumenti di collaborazione Cisco Spark per migliorare la comunicazione real time uomo macchina, semplificando anche attività di gestione e manutenzione.
L’Esperto Remoto garantisce intervento tempestivo sugli impianti industriali a fronte di guasti o di interventi grazie a integrazione di strumenti di collaborazione con dispositivi da lavoro indossabili (caschetti, giubbotti) in modo da permettere comunicazione immediata con esperti remoti, che dialogano con chi sta operando sull’impianto.
Infine il progetto di Fabbrica connessa basato su Cisco Connected Factory aiuta le aziende del settore industriale a integrare l’automazione e la gestione di stabilimento con i sistemi aziendali, per allestire una rete convergente tra fabbrica e azienda, ridurre i costi e migliorare l’operatività.
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