Il mercato si è ripreso? Cosa sta succedendo? Come vanno i competitor? A chi non è capitato in queste settimane di seminari ed eventi (che a maggio impazzano) di sentire questa domanda, con quel tocco di curiosità che non è solo legata agli andamenti reali delle aziende (market share, fatturati, trimestrali, acquisizioni) ma anche al feeling che il mercato restituisce, dove i numeri contano in parte, messi a volte in secondo piano dagli stimoli di nuove “belle storie”.
Eccone alcune allora, arrivate da sollecitazioni diverse in settimana ma che insistono su valori comuni (con qualche numero di mercato alla fine, parte del DNA di Inno3).

Le belle storie, come quella di Luigi Celeste (sul palco del Cisco Partner Executive di Genova) per sottolineare l’importanza delle competenze e della formazione del programma Digitaliani, o la lettera agli azionisti che Jeff Bezos, Ceo di Amazon, ha scritto sull’importanza di comunicare in modo chiaro mettendo al bando le presentazioni in Powerpoint nei meeting aziendali e valorizzando l’adozione di testi coinvolgenti per discutere progetti e idee.

Le belle storie del rapporto stilato da Sodalitas e GFK sul “Volontariato d’Impresa” in Italia, che coinvolge aziende grandi e piccole, italiane e straniere, appartenenti a tutti i settori dell’economia: il 61% promuove attività di Volontariato d’Impresa, un’esperienza consolidata da anni. Tra queste il 36% sono piccole aziende (fino a 250 dipendenti) e il 19% piccolissime, come meno di 50 persone (su un campione rappresentativo del 9% del Pil nazionale).

Qualche esempio, senza citare le aziende IT del nostro settore (che invitiamo però a scriverci sul tema) ma le aziende utenti che in questo caso non citiamo per i loro percorsi di trasformazione digitale.
Kpmg da dieci anni partecipa al progetto “Make a different day” con 200 enti non profit (tra cui Abio, Avis, Bambini senza sbarre, Banco alimentare, Fondazione Exodus, Fondazione Francesca Rava, Fai, Legambiente, Wwf). Mellin, Danone Italia e Nutricia Italia aiutano i volontari del banco alimentare della Lombardia presso i centri di raccolta e di stoccaggio a Muggiò. Sanofi, con 60 persone, lavora con le associazioni Nocetum e Fratelli di San Francesco d’Assisi per i richiedenti asilo con il progetto “Give Back”. Leroy Merlin, con “Bricolage del Cuore”, realizza da quattro anni progetti sulla lotta alla povertà abitativa presso centri di accoglienza e scuole. L’Oréal Italia, nel Citizen Day, collabora con l’Associazione Sindrome di Down, Associazione Sclerosi Multipla, Fratelli di San Francesco d’Assisi, Opera Cardinal Ferrari e Refettorio Ambrosiano Caritas.
Le ragioni dietro al Volontariato d’Impresa sono essenzialmente due: una per creare beneficio alla comunità (64%), sviluppare reti sociali sul territorio (34%), consolidare la reputazione aziendale (49%). L’altra per favorire internamente una forza lavoro motivata e coesa (47%) e sviluppare nuove competenze (anche se al momento solo per il 14% è strategico).

E riecco il tema delle competenze.

Tornando a bomba al settore IT, due rapporti sono stati resi noti questa settimana: l’Indice Desi (Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società Italiana) posiziona il nostro paese al 25esimo posto tra i 28 dell’Unione Europea, con carenze forti nelle competenze digitali: per utenti Internet siamo al 25 posto, per specialisti TLC e laureati in materie Stem siamo al 22 posto (vedi grafico a piè di pagina). E il Libro Bianco sul Futuro del Lavoro, presentato da Assolombarda e da fondazione Adapt, ribadisce la centralità del tema: “L’analisi dello scenario ha portato ad individuare come macro aree di attenzione e cambiamento le nuove tecnologie e il loro impatto su occupazione e organizzazione del lavoro – precisa nell’introduzione Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, ai quali si aggiungono fattori demografici, aspettativa di vita, sostenibilità del sistema di welfare, nuove dinamiche territoriali legate a globalizzazione e digitalizzazione, il tema della formazione e delle nuove competenze. E aggiunge Francesco Seghezzi, direttore Adapt: “Non crediamo ad uno scenario nel quale il lavoro scomparirà ma ad uno nel quale il lavoro cambierà profondamente, con professioni che verranno meno, altre che nasceranno e molte, più della metà, che cambieranno radicalmente a causa della spinta dell’innovazione tecnologica e della nuova fase della globalizzazione. Saranno quindi necessarie nuove competenze, ma soprattutto nuovi modelli organizzativi. La persona e il suo lavoro saranno sempre più al centro con importanti rivoluzioni sui tempi di lavoro, sui luoghi e sulle modalità di retribuzione”. Su entrambi questi documenti torneremo con approfondimenti editoriali, ma senza dubbio il tema delle competenze accomuna “belle storie” e futuro.

Indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI) - Ranking 2018
Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) – Ranking 2018

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