Il Piano Industria 4.0 entra nella sua seconda fase e diventa Piano Impresa4.0 per porre l’attenzione sulle competenze e sulla formazione necessarie per dare avvio alla grande rivoluzione dell’Industra4.0, dove fabbriche moderne e digitali, logistica automatizzata e adattiva, prodotti intelligenti, necessitano di nuovi managered executive in grado di gestire la digital transformation, di manodopera qualificata e dotata di competenze digitali e di un sistema scolastico ed accademico al passo con la fase epocale che sta coinvolgendo tutti i Paesi del mondo.

Il Piano prevede anche l’avvio nel 2018 dei competence center che saranno la cerniera del trasferimento tecnologico sul territorio e saranno dei poli costituiti tramite partnership pubblico privato tra università, centri di ricerca e imprese finalizzati alla formazione e all’attuazione di progetti di innovazione, di trasferimento tecnologico, di ricerca e di sviluppo per le aziende.

La trasformazione digitale delle aziende del nostro Paese sarà molto profonda e riguarderà tutti i processi, a partire da quelli core delle aziende. Industra4.0 sarà un percorso di cambiamento digitale che guiderà le strategie delle aziende italiane (anche le PMI, non solo quelle di maggiori dimensioni) e implicherà la revisione dei modelli organizzativi e di business, i processi e l’introduzione delle nuove tecnologie. Tutto questo dovrà essere supportato da nuove figure professionali e dall’evoluzione di quelle esistenti in chiave digitale, a tutti i livelli e a supporto di una nuova cultura aziendale basata sulla adattabilità e sull’innovazione.

NetConsulting cube per conto di AICA, Assinform, Assintel, Assinter, nel 2017 ha condotto l’Osservatorio “Le competenze digitali 4.0” che ha avuto come obiettivo proprio quello di monitorare le evoluzioni tecnologiche in atto e l’impatto sulle competenze richieste dalle aziende ed offerte dal sistema scolastico ed universitario.

Industria4.0 è senz’altro una delle priorità delle aziende manifatturiere. Per procedere con piani strategici in questa direzione, le aziende necessitano di rafforzare le competenze relative a Internet Industrial of Things, Cloud Computing e Big Data, Realtà Aumentata e Robotica, Sicurezza, oltre alle competenze strategiche e alla capacità di costruire nuovi modelli di business, di sviluppare un piano di business e digital transformation e di seguire l’implementazione non solo all’interno della divisione ICT ma anche nella Ricerca e Sviluppo, nella Progettazione e Logistica, nella Produzione.

Figure importanti saranno quindi l’Innovation Manager, il Chief Digital Officer che dovranno essere in grado di sviluppare una strategia digitale complessiva, interpretando la realtà e i punti di forza dell’azienda e del mercato in cui opera e cercando di trarre il massimo valore dalla nuova rivoluzione industriale.

Sul fronte dei profili dall’elevato contenuto tecnologico necessari ad implementare questa nuova visione della fabbrica digitale e dell’intera value chain si rileva una domanda di: Big Data architect, Big Data Scientist, IoT Software Engineer, Robotics & Automation Manager, Robotics System Engineer, Artificial Intelligence Software Engineer.

Tra gli ambiti più trasversali: Change Manager, Technology Innovation manager, Chief Digital Officer, Cybersecurity Manager.

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Industria 4.0: professioni e competenze future
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Se lanciamo lo sguardo alle professioni del futuro, le nuove professioni si chiameranno Change Manager, Agile Coach, Technology Innovation Manager, Chief Digital Officer, IT Process & Tools Architect e saranno costituite da un mix più articolato di competenze, per governare strategicamente i cambiamenti imposti dalle aree Big Data, Cloud, Mobile, Social, IoT e Security. Saranno soprattutto figure fatte da un impasto di skill tecnologiche, manageriali e soft skills quali leadership, intelligenza emotiva, pensiero creativo e gestione del cambiamento.

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