Piu di 500 italiani al VMworld di Barcellona, tra i 12.000 partecipanti, sono per Maurizio Carli, Executive Vice President Worldwide Sales and Services di Vmware, un buon segnale di interesse verso la strategia di VMware. Anche per l’Italia. “Se guardiamo il mercato nelle tre geografiche, Stati Uniti, Europa e Asia Pacific, siamo in un momento in cui i clienti stanno vivendo una fase di trasformazione, soprattutto in alcuni settori come quello delle banche, dove sono mancati investimenti negli ultimi anni. Credo che in molti vertical di mercato si sia pensato di congelare i soldi per capire cosa sarebbe successo e decidere po, in un secondo momento, se muovere i workload nel cloud pubblico. In realtà questo non è avvento e la maggior parte dei clienti sta facendo investimenti sulla propria infrastruttura privata e poi nel cloud pubblico”.
Un movimento che collima bene con la strategia di cloud ibrido dichiarata da VMware, spingendo da una parte VMware Hybrid Cloud, dall’altra le alleanze per il public cloud: quella più consolidata con Amazon Web Services che porta l’offerta VMware sul cloud AWS (il cliente firma in questo caso un contratto con entrambe le aziende) e la nuova partnership con IBM (il cliente firma in questo caso il contratto solo con IBM al quale VMware fornisce il software). Logiche diverse che si declinano nelle diverse geografie con partnership mirate. Come in Asia Pacific, dove è valida l’alleanza con AliCloud di Alibaba “ma in futuro ci espanderemo con altri operatori di cloud al mondo” precisa Carli –. Ciò delinea un approccio molto chiaro per il mondo data center: investimenti in infrastrutture logiche, che prevedano utilizzo a consumo da parte del cliente”.
Seguono altri due ambiti strategici di investimento: i container, nello specifico la tecnologia Kubernetes, come dimostra l’acquisizione di Heptio che porterà ad integrare questa tecnologia in VSphere nel corso del 2019. E l’ambito workspace, spinto in questi anni dall’acquisizione di AirWatch, che ha portato in dote tecnologie di Identity Management per gestire workspace e user computing in uffici moderni, nel rispetto di privacy e user experience. “La acquisizione di Airwatch ci aveva permesso di gestire la parte mobility e il workspace e oggi vediamo una accelerazione degli investimenti delle aziende che vogliono trasformare l’esperienza dei propri dipendenti in modo utile per l’azienda. La user experience è fondamentale e negli Stati Unti i giovani scelgono dove lavorare anche in base all’ambiente e al supporto informatico offerto, tenendo presente che molto spesso l’esperienza personale è superiore per parco applicativo a quella aziendale”.
Una strategia che nei primi due quarter dell’anno fiscale ha portato a una crescita del 12% dl giro d’affari, con attività importanti in ambito finance, difesa e telco, “sicuri del fatto che la prossima introduzione della rete 5G spingerà ulteriormente la crescita della virtualizzazione sulla rete”. L’obiettivo di fine anno è di raggiungere 8,9 miliardi di dollari di fatturato con una crescita del 12%.
Senza tenere conto dei trend futuri con ulteriori sviluppi in ambito IoT, edge computing, in cui servirà maggiore capacità computazionale. “Il nostro supporto ai processori ARM per vSPhere, oltre che a Intel, farà si che esisteranno piccoli server con vSphere a bordo che sposteranno l’elaborazione verso i dati, nell’edge, non più nella logica data center – precisa. – Vediamo l’edge computing come una estensione logica dei data center, in tutti i settori, e se guardo globalmente vedo il Giappone molto avanzato sulla parte automotive, che a noi interessa. Abbiamo un gruppo dedicato all’IoT che sta esplorando dove investire. Stiamo guardando anche al mercato Oil & Gas ma una serie di progetti pilota ci indirizzeranno per capire meglio quali i settori più interessanti”.
L’Italia conferma
Raffaele Gigantino, recentemente incontrato anche in Italia, conferma i macro temi di Carli anche per il nostro paese evidenziando come in ambito cloud ci siano imporanti referenze nel settore Pubblico, come con InnovaPuglia e le università di Pisa e Firenze (“Siamo anche in attesa di capire quali progetti nuovi saranno portati avanti dal nuovo commissario per l’agenda digitale, Attias”).
“Vedo molto fermento in area insurance e banking con le grosse banche che stanno iniziando ad investire, e credo che siamo ben posizionati perché l’hybrid cloud ci aiuta ad affrontare la trasformazione digitale delle banche e delle grosse aziende”.
“Mi aspetto che l’alleanza con Aws dia valore al mercato italiano e che le aziende enterprise si smuovano dalla loro lentezza e decidano di modernizzare il data center con una infrastruttura più snella. Per questo ci stiamo posizionando per aiutare le aziende, rafforzando alleanze con partner e system integrator come abilitatori dei cambiamenti organizzativi”.
Ma si dovrà lavorare anche sulla struttura italiana interna, che conta oggi 125 persone, ma con 23 posizioni aperte per competenze tecniche e di vendita, anche in ambito AWS. “Dopo 3-4 anni di crisi il mercato italiano inizia a rispondere. Un po’ di investimenti in innovazione iniziano a vedersi” conclude.
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