Crescono le aspettative di vita della popolazione mondiale e questo impatterà nel prossimo anno sulla spesa sanitaria globale, che si stima raggiungerà un valore di 8,7 trilioni di dollari nel 2020 (con una crescita del 4% nel periodo 2017-2021, fonte eHealthLab).
Complici anche l’aumento e l’invecchiamento crescente della popolazione, l’introduzione di nuovi trattamenti e sviluppo di nuovi mercati, fino all’aumento dei costi del lavoro. Le aspettative di vita dovrebbero aumentare di più di un anno tra 2016 e 2021, portando il numero degli over 65 a 665 milioni nel mondo e, mentre il tasso di mortalità infantile decresce, aumentano i malti cronici, a causa soprattutto di stili di vita non adeguati.
Una accoppiata problematica per la sanità: allungamento di vita e incremento dei malati cronici mettono a dura prova i sistemi di cura dei singoli paesi, rendendo palese la necessità di evolvere i modelli assistenziali verso nuovi paradigmi, che massimizzino il valore e la qualità delle cure, riducendo i costi che i sistemi devono sostenere per assicurare un’assistenza adeguata. “Per quanto riguarda l’Italia la simultanea presenza di una elevata quota di persone di 65 anni e oltre e di una bassa quota di popolazione al di sotto dei 15 anni colloca il nostro Paese tra i paesi più vecchi del mondo, insieme a Giappone. Sostanzialmente la popolazione residente decresce e invecchia”.
E’ lo spunto critico della chiacchierata con Claudio Caccia, CIO del Gruppo Kos, che si occupa di residenza per anziani, psichiatria e riabilitazione, con un occhio attendo all’impatto del digitale in sanità.
“La sanità italiana spende intorno all’1,3-1,5 % rispetto alla media europea del 3% – precisa nella videointervista a Cio Cafè -. Non credo sia un problema solo economico ma di tipo culturale: la sanità non ha ancora percepito il valore strategico dell’innovazione digitale, utilizza ancora l’informatica per risolvere problemi quotidiani senza percepire che l’innovazione digitale cambia il modo di offrire i servizi ai cittadini.”
Le criticità non mancano ma “la letteratura internazionale e le evidenze empiriche evidenziano come l’innovazione digitale sia un potente strumento a supporto della strategia della sanità. Se non c’è questa consapevolezza, è difficile che si riesca a mettere le risorse economiche sufficienti per affrontare questo cambiamento”.
Il Gruppo Kos, “leggermente in ritardo in questi anni sull’innovazione digitale” ha fatto recentemente una scelta importante stilando un progetto di innovazione strategica digitale. “E’ un piano di investimenti da quasi 20 milioni di euro per i prossimi 5 anni, on top alla spesa corrente, per affrontare alcune importanti scelte, come per esempio quella di adottare il wi-fi e la cartella clinica digitale in tutte le strutture del gruppo, ad oggi più di cento. Questo processo implicherà un cambiamento culturale e organizzativo di tutta l’azienda”, molto complesso, che impatterà enormemente su tutte le strutture con coinvolgimento di clinici e infermieri già nella fase di selezione delle nuove tecnologie. Sono stati creati gruppi di lavoro, coinvolti nella scelta degli strumenti tecnologici da adottare, che esprimeranno parere sui dispositivi necessari per affrontare il percorso piuttosto complesso.
Complessa anche la relazione tra privato e pubblico, soprattutto se si guarda alla continuità di trattamento di ogni singolo paziente. “Gruppo Kos è una struttura privata ma orami quasi tutte le case di cura sono convenzionate con il pubblico. La tematica importante nei prossimi anni sarà quella dello scambio delle informazioni, dati che devono seguire i pazienti che saranno sempre di più cronici, e che avranno un percorso diversificato, a volte nelle nostre residenze, a volte in ospedale o anche a domicilio. Probabilmente la scommessa della sanità del futuro sarà proprio questo: rendere possibile lo scambio delle informazioni che deveno seguire il paziente”.
Nella videointervista a Claudio Caccia, Cio di Gruppo Kos, maggiori dettagli.
Claudio Caccia, Presidente Onorario AISIS e CIO Gruppo Kos & Emanuela Teruzzi, Direttore responsabile di Inno3 al CIO Cafè
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