La platea è quella degli studenti del Politecnico di Milano. Ma i due docenti che questa settimana hanno parlato di competenze e di formazione hanno un curriculum particolare.
Il primo, in cattedra il 12 febbraio davanti a 300 studenti, è Eugene Kaspersky, fondatore e ceo di Kaspersky Lab, con una lettura breve From cyber security to cyber-immunity, dove il concetto di cyber immunità riguarda anche l’industria. Il secondo, il 13 febbraio, è Brad Smith, presidente e chief legal officer di Microsoft, con un intervento sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale per professioni e imprese (Ambizione Italia: Artificial Intelligence and digital skills, looking into the future of work).
Due interventi, obiettivo comune: spingere la formazione su temi legati alle tecnologie per il lavoro di domani, in un’Italia con un tasso di disoccupazione pari al 10,5% (fonte Istat, al 31,6% se si considera la disoccupazione giovanile) e con 135.000 profili Ict da coprire entro il 2020.
Partiamo dall’intervento di Kaspersky: attenzione sui rischi legati alla connettività, condizione sine qua non per la sopravvivenza delle imprese moderne ma anche tramite di minaccia per le industrie e le infrastrutture critiche. Dati di un fenomeno che ha visto l’aumento esponenziale dei malware (più di 380.000 al giorno nel 2018, dai 50 del 1998) e dei sofisticati attacchi APT (Advanced Persistent Threat, con più di 100 autori esperti) realizzati con budget consistenti per colpire ambiti critici, dallo spionaggio industriale a quello istituzionale. Nell’Industria 4.0, le minacce su dispositivi IoT vulnerabili e OT possono bloccare operation e produzione, ma anche causare incidenti gravi. “Nessun paese ha abbastanza ingegneri specializzati in cybersecurity per proteggere le proprie aziende” precisa Kaspersky. Da qui l’invito a studiare cybersecurity, “un percorso che darà lavoro”, che porterà il mondo industriale a progettare la sicurezza by design per evitare che il blocco della produzione arrechi danni enormi. “Nel mondo e anche in Italia scarseggiano gli esperti di cybesecurity e ancora di più gli esperti di cybersicurezza delle infrastrutture” precisa.
Ripercorriamo l’intervento di Smith: attenzione sulle potenzialità dell‘Intelligenza Artificiale, ricerca di data scientist nel mondo dell’Industria 4.0, riqualificazione delle competenze esistenti e creazione di nuove. Ampliate in questa ottica le partnership con Politecnico di Milano, Università Federico II di Napoli e Politecnico di Bari e al via il terzo laboratorio dedicato a AI e Big Data (frutto della collaborazione con Crui), per formare cento data scientist nei prossimi anni.
Dallo scorso settembre il progetto Ambizione Italia ha già coinvolto 200.000 professionisti (di cui 43.000 con corsi di formazione) ma l’obiettivo è interessare oltre 2 milioni di giovani e professionisti entro il 2020, con un investimento di 100 milioni di euro.
“Intelligenza artificiale e big data sono tra le maggiori sfide tecnologiche e sociali alle quali siamo chiamati a far fronte – precisa Ferruccio Resta, rettore del Politecnico -. Sfide che trovano nel Politecnico di Milano, prima università tecnica in Italia, un interlocutore attento sul fronte più avanzato della ricerca, su quello applicativo, su quello legato alla formazione e all’etica”.
L’accenno all’etica anche nelle parole di Smith, oltre che alle competenze digitali. “Preparare le nuove generazioni significa anche aiutarli a comprendere l’impatto etico, politico e sociale dei nuovi trend tecnologici”.
Se si guardano le potenzialità di questi mondi (sicurezza, intelligenza, fabbrica 4.0, nuove tecnologie) secondo Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, l’area “fabbrica intelligente” attrae domanda di investimenti in tecnologie digitali, pari a un valore di mercato che tocca i 10 miliardi di euro. Un dato (2018, fonte Netconsulting cube) presentato a Milano al Connext 2019 dieci giorni fa ma che concorda con le lezioni brevi di Kaspersky e Microsoft. Gli studenti sono stati avvisati. Ora agli atenei il compito di redigere corsi di studio sempre più mirati. Tra questi, è scesa in campo l’Università di Bologna con una laurea magistrale in Artificial Intelligence (prossimo anno accademico 2019/2020) proposta dal Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria. I laureati saranno finalmente “specialisti in Artificial Intelligence”.
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