Strumenti e servizi per comunicare, collaborare, connettersi, sono tre punti fermi nell’offerta di Cisco che ha chiuso l’anno fiscale 2018 con un fatturato globale di 49,3 miliardi di dollari. L’evoluzione dell’offerta in corso porta l’azienda ad anticipare nuovi scenari e a ridisegnare anche le possibilità di ciò che si può fare in rete.
Michele Dalmazzoni, collaboration & industry digitisation leader Cisco Sud Emear, introduce a questo proposito il tema della Cognitive Collaboration, svelando l’evoluzione di uno dei pilastri del portafoglio Cisco, oltre la connettività, l’offerta data center e quella relativa alla cybersecurity: “La proposta in ambito collaboration, per Cisco – attacca Dalmazzoni – si identifica sostanzialmente con l’offerta Webex ed è rivolta alle aziende strutturate (sia Pmi che enterprise). Comprende dal ’99 l’offerta voce su Ip ed è poi evoluta con i servizi di web conference, video e unified communication, contact center. Ora lo step successivo”.
Circa 300 milioni di utenti utilizzano oggi la piattaforma Cisco Webex, indirizzata nel suo sviluppo dall’idea di facilitare l’utilizzo di soluzioni di collaboration avvicinandole alle persone che le usano. Per un’esperienza quanto più simile possibile a quella già esperita nell’utilizzo delle applicazioni consumer.
I numeri di Gartner e Idc documentano su questa piattaforma Cisco 85 miliardi di minuti di meeting ogni anno, per oltre 130 milioni di utenti al mese, con più di 360 milioni di meeting ospitati dalla piattaforma di anno in anno e un market share globale superiore al 50%.
Sono indirizzati tutti i mercati industriali professionali con soluzioni end to end di unified communication sostanzialmente riconducibili alla suite Webex.
Spiega Dalmazzoni: “Cisco un anno fa ha raccolto tutti i servizi Webex per portarli in cloud. Il cloud è operato e gestito da Cisco e venduto esclusivamente attraverso la rete dei partner, preservando però alcune interoperabilità, per esempio tra Erp – anche su altri cloud – e piattaforma. L’offerta in cloud, sempre sotto l’egida Webex prevede una proposta suddivisa in tre famiglie di servizi. Webex Meetings, Teams (piattaforma di collaborazione per gruppi di lavoro e chat) e Webex Calling (da maggio sul mercato italiano), in pratica la fonia in cloud (con un’offerta a sottoscrizione dei servizi di telefonia professionale, ndr.)“.
La strategia è di tipo “cloud first, ma non cloud only”, per consentire ai clienti l’integrazione dei servizi in cloud con quanto già esistente e quindi con gli investimenti effettuati. Si parla quindi di una proposta “flessibile”. Dalmazzoni: “Un’azienda, per esempio, può decidere con Cisco Unified Communication Manager di tenere tutti i servizi di comunicazione dell’head quarter on premise ed andare in cloud con tutte le branch e gli spazi temporanei”.
L’approccio di Cisco è invece decisamente tutt’altro che all-software. L’hardware resta importante. Dalmazzoni: “La magìa vera è data da quello che si può fare quando software e cloud si incontrano e lavorano nel mondo fisico (si pensi anche solo alle informazioni che provengono dai sensori Iot). Oggi si può parlare in questo senso di spazi fisici allestiti e abilitati a diventare digitali e a permettere un’esperienza “aumentata””. Una dimensione, quella fisica, che bisogna sapere controllare e dominare quando si parla di comunicazione. L’obiettivo di Cisco è quindi offrire la più facile e migliore esperienza “consistente” possibile.
Entrano in gioco quindi le tecnologie legate all’Intelligenza Artificiale, ma anche, nello specifico, alle cosiddette intelligenze funzionali. Per esempio la tecnologia SpeakerTrack permette di fruire di una sorta di regia virtualizzata e digitalizzata che inquadra correttamente le persone quando parlano, scegliendo un campo diverso in altre situazioni.
Negli anni quindi Cisco ha verticalizzato e indirizzato processi critici in ambito smart working come in quello della customer experience (show space).
Non mancano in entrambe le tipologie di utilizzo i casi d’uso che sfruttano applicazioni customizzate anche in modo molto verticale: in ambito industriale, di remote expertise, per le aule di formazione e applicazioni anche per la PA, per esempio per la remotizzazione dei servizi al cittadino (Cisco cita in proposito il Comune di Perugia).
Per fare alcuni esempi concreti: Halldis in ambito real estate e ospitality di lusso, offre assistenza agli ospiti semplificata e pret a porter su Webex, mentre Oberalp Group (più conosciuta per i marchi come Salewa) ha deciso di integrare le soluzioni di collaboration Cisco anche su alcuni processi core. Ecco come.
Oberalp ha implementato le soluzioni Cisco a partire dall’head quarter di Bolzano, estendendo poi l’esperienza su Montebelluna e su altre sedi (in totale 4 al momento). Solo nel mese di marzo, l’azienda ha organizzato oltre 100 riunioni senza bisogno di spostare le persone, con i relativi ritorni economici, che non sono comunque gli unici. Si parla infatti di riunioni in cui è stato possibile anche lavorare agli sviluppi di prodotto, non semplicemente quindi riunioni di management.
L’analisi del contesto, i vantaggi dell’AI
Cisco integra l’esperienza della collaboration con il vantaggio dell’analisi del contesto, ben oltre quindi il semplice merge informativo con gli strumenti office già utilizzati, come Outlook (merge che comunque è non solo possibile ma molto richiesto), i relativi device e i processi di business in atto.
Per farlo ha investito nell’acquisizione di Accompany (piattaforma di data ingestion di informazioni pubblici sugli executive) e MindMeld, azienda che opera nell’ambito delle interfacce di intelligenza conversazionali in linguaggio naturale, per permettere un’esperienza naturale di interazione con le risorse di collaboration. Contesto e intelligenza quindi rappresentano i due binari su cui Cisco lavora per elevare il valore della proposta Cognitive Collaboration.
Webex oggi è in grado di eliminare una serie di compiti noiosi, attivare i meeting sulla base di semplici comandi vocali (per ora in lingua inglese, nel 2020 arriverà il supporto per altre lingue europee). Con People Insights è possibile approcciare un meeting con l’ausilio di conoscere i profili professionali delle persone che si stanno per incontrare. Beninteso, non parliamo di profili statici ma sempre aggiornati con le informazioni pubbliche disponibili sul Web, come con quelle a disposizione in azienda.
Con Webex Assistant, ancora, Cisco offre alcune funzionalità originali. Per esempio First Match riesce a monitorare i dipendenti attraverso la directory e analizzare gli spazi Webex Teams per individuare con chi si è soliti parlare proponendo i consueti possibili contatti per un’interazione più immediata.
Sono disponibili anche funzionalità di riconoscimento del volto, per associare i nomi dei partecipanti di un meeting in modo immediato al loro volto. L’intelligenza incrocia dati di scheduling, pubblici, di prossimità di tasking anche per percorsi logici, fino a generare un contesto di valore, oltre che esperienziale.
Si tratta di funzionalità in parte in via di sviluppo. Non tutte le funzionalità sono già disponibili (anche a seconda delle geografie di mercato). E altre sono in fase di testing.
E’ facile comprendere come sarà possibile anche sfruttare la tecnologia per spingersi fino all’analisi delle gesture, alla registrazione delle trascrizioni dei dialoghi, fino ad un’analisi ambientale ottimizzata a fare in modo che anche dal punto di vista della logistica (spazi, posti a sedere, etc,) il meeting con Webex sia soddisfacente.
Il punto di forza della proposta deriva dal fatto che Cisco sceglie di implementare le soluzioni lavorando anche alle problematiche di compliance fino alla loro soluzione. Lo fa per esempio per indirizzare correttamente secondo la normativa locale gli sforzi in cloud, così come in ottemperanza alle regolamentazioni su Gdpr e privacy.
La proposta sfrutta per le funzioni cardine i protocolli standard, con la disponibilità delle Api essenziali per l’implementazione delle funzionalità (così da non compromettere la sicurezza), anche non necessariamente su risorse Cisco.
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