E’ Thomas Miao, Ceo di Huawei Italia, a ufficializzare gli investimenti che il colosso cinese farà nei prossimi tre anni nel nostro Paese. 3,1 miliardi di dollari complessivi di cui 1,9 miliardi per acquisto di forniture, 1,2 miliardi in attività di marketing e operation, 52 milioni in ricerca e sviluppo, una parte dei quali destinati a un nuovo centro di ricerca con l’Università di Pavia (il prossimo Microelectronics Innovation Lab) e a un Road Show su Smart city e 5G che toccherà da settembre Milano, Torino, Genova, Roma, Bari per concludersi a Cagliari.

Thomas Miao, Ceo di Huawei Italia
Thomas Miao, Ceo di Huawei Italia

Un investimento importante nel quindicesimo anno di presenza dell’azienda in Italia che si tradurrà anche in 1000 nuove assunzioni (accanto ai 2000 profili professionali generati nell’indotto), in controtendenza alla riduzione di personale annunciata nei laboratori della filiale americana Futurewei Technologies per i rapporti tesi con l’amministrazione americana.

L’annuncio – durante l’inaugurazione della mostra “Leonardo mai visto” al Castello Sforzesco di Milano, di cui Huawei è sponsor – riporta in primo piano anche il dibattito tra Italia e Cina, un patto che rafforza secondo Miao una relazione commerciale importante tra i due paesi “ben accoppiati dal punto di vista economico che hanno bisogno uno dell’altro” e l’importanza di affrancare le relazioni locali.Il road show lungo lo Stivale avrà tre obiettivi – precisa il Ceo -: mettere a fuoco le esigenze dei cittadini sul fronte della sostenibilità delle città in ottica smart city e 5G, dialogare con i partner locali e confrontarsi con le istituzioni per realizzare infrastrutture e soluzioni”.

Il laboratorio di Pavia

Ai 4 Centri di Innovazione Huawei esistenti (grazie alla collaborazione con gli operatori di Tlc nazionali) e al Joint Innovation Center dedicato alle Smart City realizzato con CRS4 di Regione Sardegna, si aggiungerà da settembre il nuovo Microelectronics Innovation Lab a Pavia, creato in partnership con l’Università di Pavia, già riconosciuta a livello internazionale per le ricerche in microelettronica.

Un investimento complessivo di Huawei di 1,7 milioni di dollari, che vedrà il laboratorio impiegare all’interno dell’università una quindicina persone tra ricercatori dell’ateneo e esperti di Huawei.

Thomas Miao, Ceo di Huawei Italia - Fabio Rugge, rettore dell’Università di Pavia - Renato Lombardi, direttore del Centro di Ricerca Huawei di Milano
Thomas Miao, Ceo di Huawei Italia – Fabio Rugge, rettore dell’Università di Pavia – Renato Lombardi, direttore del Centro di Ricerca Huawei di Milano

Il lab – con l’obiettivo di portare l’innovazione tecnologica dei semiconduttori in applicazioni wireless nel contesto del 5G nel corso dei prossimi tre-cinque anni –  opererà nel campo della microelettronica e delle tecnologie ad alta frequenza sotto la guida del professor Rinaldo Castello. “Questa nuova collaborazione con l’Università di Pavia conferma la centralità dell’Italia nella strategia globale di Huawei – continua Miao –, un’opportunità per frenare la fuga dei cervelli che ha contribuito alla creazione del divario digitale oggi esistente con gli altri Paesi dell’Unione Europea”.

La partnership è parte di una alleanza destinata a disegnare il futuro del mondo – aggiunge Fabio Rugge, rettore dell’Università di Pavia -. Un’alleanza tra università e impresa, tra intelligenza speculativa e sistematica da un lato, e intelligenza produttiva e trasformativa dall’altro, tenendo presente che gli atenei hanno iniziato a fare ricerca molto prima della geopolitica e della nascita degli stati nazionali. Le imprese hanno dimostrato nel 21esimo secolo una capacità straordinaria di innovazione, una visione strategica che deve essere messa al servizio della formazione”.

Servono normative chiare

Miao non tace sul tema della regolamentazione delle reti 5G, a fronte del decreto approvato nei giorni scorsi relativo al golden power (che alza da 25 giorni a un massimo di 165 giorni i tempi per valutare possibili violazioni alla sicurezza nazionale).

La richiesta di Miao è quella di regole definite sui tempi per l’approvazione degli accordi tra fornitori e operatori telefonici, tali da garantire la sicurezza delle reti. “Voglio chiedere regole efficienti, trasparenti e giuste sul golden power. Oggi il decreto si applica solo ai fornitori non europei, invece dovrebbe essere rivolto a tutti, in quanto la tecnologia è neutrale e non dipende da questioni geopolitiche: il golden power dovrebbe essere applicato a tutti i player”. Ben prima del lancio.

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