A Reinvent 2019 arriva l’annuncio della disponibilità di Aws Outposts. Si tratta della proposta di un rack fisico che risiede presso i clienti, con risorse di elaborazione e archiviazione gestite e configurabili e con componenti progettati da Aws. Serve per consentire di elaborare e immagazzinare i dati in locale, ma con accesso diretto e immediato anche ai servizi Aws in cloud.
Non è una proposta originale in assoluto (per esempio anche Oracle è già sul mercato da tempo con un’offerta simile), quello che è importante notare invece è che anche Amazon si deve confrontare con le esigenze concrete dei clienti che su alcune specifiche tipologie di dati e applicazioni non possono accettare il cloud pubblico “puro” come soluzione. Per esempio nel caso delle informazioni sensibili, in ambito healthcare.
Ne parliamo con Patrick Combes, worldwide technical leader healthcare and life sciences per Amazon Web Services, “Aws Outposts offre i medesimi servizi Aws, infrastrutture e modelli operativi nativi praticamente a qualsiasi tipologia di data center, spazio di co-location o struttura locale. I clienti possono utilizzare le stesse Api Aws, le dashboard di controllo, gli strumenti e l’hardware locale come nel cloud Aws. In pratica un’esperienza ibrida”.
Aws Outposts tuttavia non rappresenta l’unica proposta di “ibridizzazione” di Aws. Per esempio da alcuni anni, Aws fornisce servizi come Amazon Virtual Private Cloud (Amazon Vpc), Aws Direct Connect e Storage Gateway per far lavorare insieme i datacenter locali con Aws.
E non a caso, per questo, la collaborazione con Vmware si è fatta proprio negli ultimi mesi ancora più stretta.
Le aziende virtualizzate con Vmware possono quindi utilizzare gli strumenti di virtualizzazione sulle risorse del data center locale per gestire anche le risorse su Aws, in pratica abbattendo quello che gli addetti ai lavori chiamano “virtualization tax”.
Aws Outposts, oltre ai casi d’uso sui dati sensibili, indirizza quindi anche i casi d’uso applicativi sensibili alle latenze, per esempio i sistemi di controllo nei processi di produzione (anche in ambito manufacturing), le applicazioni di robotica, la fornitura di servizi di virtualizzazione delle reti (Nfv), le esigenze di chi deve integrare carichi di lavoro in locale con le applicazioni nel cloud di Aws che nel caso in cui mancano le Api diventa un problema.
Amazon specifica come nei rack Outposts sia utilizzato lo stesso hardware dei data center pubblici Aws e la possibilità di scegliere istanze EC2 e i volumi Ebs per eseguire gli stessi servizi di containerizzazione con la connessione diretta ai servizi regionali tipo Amazon S3, mentre più avanti anche S3 sarà eseguibile in locale.
La proposta Outposts infine arriva nella versione nativa Aws (disponibile oggi), per l’utilizzo con le medesime Api già sfruttate nelle region Aws e nel 2020 con Vmware Cloud per utilizzare le Api Vmware. Ed è Aws (con i partner) a consegnare e installare i rack ai clienti e a gestire la manutenzione, l’aggiornamento e il patching come parte della connessione a una regione Aws.
Aws Outposts e l’healthcare
Con Combes proviamo ad individuare alcune criticità in ambito healtcare risolvibili con Outposts e le soluzioni Aws.
Spiega Combes: “Esistono già diversi casi d’uso relativi all’utilizzo dei servizi Aws, per esempio per il controllo della somministrazione dei medicinali, per la gestione del processo clinico e dell’esperienza del cliente. Spesso con la doppia valenza di consentire un risparmio all’azienda che eroga il servizio, oltre che per rendere più efficienti i processi di assistenza (ricovero etc.etc.). Oltre a questi servizi però Aws indirizza già oggi con i suoi servizi AI e machine learning anche le esigenze di Hpc in ambito diagnostico (per esempio in radiologia) e nella medicina di cura per il cancro”.
Combes sottolinea inoltre anche come nell’ambito healthcare “la possibilità di “segmentare” la propria infrasfruttura IT per soddisfare esigenze diverse con servizi diversi ma senza soluzione di continuità” e qui entra in gioco l’esperienza con Amazon Outposts, “anche per poter mantenere un controllo specifico, puntuale, sulle informazioni critiche o, per esempio, proprio nei “tratti” dove le latenze devono essere minime”.
L’utilizzo di Aws Outposts in Philips
Tra i casi d’utilizzo pubblici quello di Philips, nell’ambito healthcare, e fortunatamente un caso europeo (rari quelli scelti a Reinvent 2019 per raccontare il mercato). Con il quartier generale in Olanda, l’azienda opera nell’ambito della diagnostica per immagini, delle terapie “image-guided”.
In questo caso Philips, già cliente di Aws nella progettazione della piattaforma HealthSuite, utilizza ora Aws Outposts con un doppio scopo, e cioè sia nei casi in cui ha bisogno di capacità di calcolo molto vicine al punto di cura, sia per soddisfare le richieste regolamentatorie in ambito health sul trattamento dei dati, quindi con la possibilità di mantenere all’interno della struttura sanitaria le informazioni. In alcuni casi i dati non escono del tutto dalla struttura, in altri vengono preparati (pre-elaborazione) prima di essere spostati in cloud.
Nel caso specifico di Philips, con la soluzione Outposts l’azienda riesce ad evitare l’utilizzo di infrastrutture del tutto separate a supporto dei modelli di acquisizione, ricerca e sviluppo, riuscendo così a fornire una proposta “ibrida” ai clienti perché viene utilizzato un unico set di servizi Aws, le stesse Api e strumenti di protezione omogenee nelle region Aws, come nelle medesime strutture sanitarie dove stanno i dati.
Per saperne di più leggi tutto il reportage Aws Reinvent 2019
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