Si parla sempre più spesso di “contaminazione digitale”. Anche le nostre aziende, le imprese italiane, comprendono l’importanza e l’urgenza di iniziare un percorso di trasformazione digitale (e in tanti casi di proseguirlo).
Si tratta di digitalizzare i processi, cambiare pelle alle realtà ma soprattutto acquisire la sensibilità di individuare quali sono i progetti di innovazione benefici per il proprio modello di business, quali i driver e gli ostacoli e il ruolo delle competenze da mettere in campo, continuando a leggere ed interpretare il contesto macroeconomico.
Si tratta di capacità che, tutte insieme, dovrebbero costituire i tratti caratterizzanti la figura del Cio digitale. Una figura messa ben a fuoco da diverse ricerche.
Tra queste l’ultima Cio Survey 2019 di NetConsulting cube, da qui emerge come effettivamente l’86% dei Cio dichiari la presenza, nella propria azienda, di un piano di digital transformation in fase di definizione o già in corso di implementazione e come il piano strategico di digital transformation veda un forte committment del top management e poggi su un’ampia collaborazione con le figure business.
Cresce l’importanza dei progetti incentrati sugli advanced analytics, sulla digital customer experience, quelli vòlti ad adeguare infrastrutture e applicazioni nelle diverse aree di modernizzazione applicativa.
I Cio leggono importanti potenzialità dei piani di digital transformation nell’ambito dell’engagement e della relazione con i clienti, e poi nella gestione delle risorse umane e dei rapporti con gli attori della supply chain. Si può comprendere quindi quanto anche la figura del chief information officer richieda competenze trasversali, ben oltre quelle squisitamente tecnologiche.
Saranno questi anche i temi dell’evento organizzato da Comarch per approfondire quali siano i fattori chiave per individuare una strategia di innovazione che effettivamente acceleri lo sviluppo sostenibile delle diverse realtà.
In occasione di Cio Coffee 2020, moderato dal direttore responsabile di Inno3, Emanuela Teruzzi, si indagheranno quali siano i fattori chiave per una strategia di successo che renda possibile innovare in modo sostenibile, a partire dall’idea che per farlo è importante valorizzare il dialogo e la riflessione a partire dalla condivisione della propria esperienza.
Per questo l’evento è riservato esclusivamente a Cio, Cdo, Cto, Ceo, Coo, IT manager e innovation manager che possono ascoltare e raccontare come hanno saputo integrare con successo l’innovazione tecnologica all’interno della strategia di business delle rispettive organizzazioni di diversi settori merceologici, in un’ottica di contaminazione reciproca.
L’appuntamento è fissato per il 18 di febbraio a Roma e vedrà la partecipazione, tra gli altri di Kamila Niekraszewicz, country manager Italia Comarch, Alessandro Federici, head of IT Alitalia Loyalty, Paolo Scaramuzzino, group head of Ict di Grandi Stazioni Retail Spa, Roberto Leoni, Coo di Retelit, Simone Rischia, IT infrastructures, operations and security manager di Q8.
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