In un contesto di mercato competitivo dove la domanda è sempre più orientata al digitale, le aziende sono consapevoli dell’urgenza di intervenire sui sistemi informativi a supporto dei processi di innovazione.
Il mondo assicurativo, in particolare, attraversa un momento di fermento e sta sposando il digitale in diversi comparti per abilitare nuovi modelli, offerte e relazioni con i partner.
In questo scenario, le compagnie assicurative sono ancora poco o mediamente pronte ad adottare un modello cloud per i sistemi core ma sanno ormai riconoscerne il valore, rappresentato da una serie di vantaggi tecnologici, di scalabilità, velocizzazione dei processi, riduzione del time to market e upgrade automatici.
Con strategie IT diversificate e varie tempistiche, le compagnie puntano oggi attraverso il cloud alla creazione di prodotti personalizzati, al miglioramento della customer experience e all’efficientamento dei processi operativi.
Assicurazioni, lo stato dell’arte sul cloud
Sono queste alcune delle macro tendenze emerse nel corso dell’evento milanese “Tra le Nuvole”, un momento che Gft, insieme al partner Guidewire, dedica agli operatori del mondo assicurativo, per definire lo stato dell’arte in tema cloud.
Uno scenario delineato in collaborazione con NetConsulting cube, grazie alla ricerca “L’orientamento al cloud delle Compagnie di Assicurazione”, condotta tra giugno e settembre su un campione di profili IT e business di 17 compagnie assicurative (quasi il 70% del mercato).
“Un’indagine, frutto di un lavoro congiunto, per ascoltare dalle compagnie qual è il valore che attribuiscono al cloud e la loro reazione rispetto a modelli SaaS per i sistemi core, visto che stiamo portando al mercato una proposta SaaS di un nostro partner”, spiega Umberto Zanchi, insurance executive director di Gft Italia.
Cloud, abilitatore di business
“Le assicurazioni sono oggi consapevoli di dover svecchiare il parco applicativo per adeguarlo ad un contesto di mercato in evoluzione e di dover investire sia in aree non core sia core”, esordisce Rossella Macinante, practice leader di NetConsulting cube, illustrando i dati dell’analisi.
“Le aziende delineano nuove e valide motivazioni per poter migrare le proprie applicazioni core in cloud – prosegue -. Mentre in passato, le risposte più frequenti erano quelle dei costi e della predicibilità, oggi si denota una buona consapevolezza e maturità sui benefici effettivi del cloud. Si considera la scalabilità, ma soprattutto la possibilità di avere nuove release senza dovere rincorrere l’innovazione dell’applicazione e, ancora più importante, la capacità di essere rapidi nel lancio di nuovi prodotti e nel time to market, abbandonando l’idea che il cloud sia un tema puramente tecnologico. Il cloud è di fatto un abilitatore di business“. Ma è un processo che richiede tempo.
“Ad oggi il cloud è ancora visto come un tema prettamente tecnologico – concorda Umberto Zanchi –. Il business non ha ancora preso coscienza di come alcuni benefici del cloud possano essere importanti per il raggiungimento dei propri obiettivi. Siamo però rimasti positivamente colpiti dal superamento di alcune tradizionali diffidenze; oggi le aziende non ragionano ancora in ottica cloud first, ma riscontriamo un concreto interesse e propensione a muoversi in questa direzione”.
I passi: da Paas, a Iaas e Saas
Entrando nel dettaglio dei dati, si evidenzia come le compagnie con sistemi informativi abbastanza adeguati agli obiettivi di business avviano delle iniziative di digitalizzazione, partendo dalle applicazioni core di back office (90%), seguite dall’adozione di metodologie di sviluppo di tipo DevOps e Agile (80%), e l’inserimento di nuovi skill e sistemi di front-end (rispettivamente 50%).
In considerazione del fatto che quello in atto è un cambiamento culturale molto forte, oltre che organizzativo e di modelli operativi, le aziende intraprendono un processo graduale in cui lo IaaS rappresenta uno step intermedio per poi passare alla fase SaaS.
Tra le aziende che adottano oggi il cloud, l’82,4% ricorre a soluzioni IaaS, con alcune che hanno già portato su una piattaforma IaaS di tipo private l’intero sistema informativo, mentre il 70,6% circa delle assicurazioni si avvale di servizi SaaS per le applicazioni non core.
“Dalla nostra analisi si evince che già oggi il SaaS è percepito dalla maggior parte delle compagnie come una opzione possibile per i sistemi core – commenta Rossella Macinante -, un dato che ci ha sorpreso. Oltre il 10% l’ha già adottata, il 31% la considera attuabile ma nel medio periodo, per il 36,8% è una soluzione attuabile già concretamente oggi. Un cambiamento culturale molto forte dove il cloud si avvia verso maggiore maturità”.
L’analisi evidenzia, tra l’altro, come nei settori delle Tlc, energy e utilities, insieme ai grandi gruppi del settore industria, il cloud entri nei piani strategici di evoluzione, con forte commitment da parte del top management, dove anche in questo caso si cominciano ad utilizzare il cloud SaaS per applicazioni core.
Superato il tema sicurezza
Diminuisce all’interno delle compagnie anche la preoccupazione sulla sicurezza dei dati, sulle policy e sulla compliance, che non rappresentano più freni e passano in secondo piano quali limiti per il passaggio al cloud.
Lo spiega Marco Burattino, Italy sales director Guidewire Software che ha sviluppato una piattaforma per il mercato assicurativo ramo danni: “Le tradizionali barriere all’adozione del cloud sulla sicurezza e presidio del dato hanno oggi un peso meno rilevante. Al contempo, assumono una nuova importanza altri aspetti quali rigidità, mancanza di skill e impatti sui modelli operativi”.
La risposta di Gft
“L’esperienza di implementazione maturata da Gft in ambito cloud e in progetti Guidewire consolidata da anni di collaborazione, ci permette di rispondere a tutte le esigenze del settore Insurance sia che si tratti di microservizi, machine learning o AI”, dichiara Maximiliano Barberi, insurance client unit director di Gft Italia. “Se si lavora affinché i vantaggi tecnologici del cloud vengano tradotti in benefici per la compagnia, le figure di business saranno probabilmente disposte a bilanciare i pro e i contro del SaaS, compensando la rinuncia ad una customizzazione spinta delle applicazioni per una maggiore agilità, flessibilità e velocità di azione sul mercato”, aggiunge.
“La customer experience è trasversale a tutti i settori ma nelle assicurazioni l’esigenza di garantire un’esperienza unica al cliente end to end e creare una relazione sempre più stretta è un fattore chiave – conclude Zanchi -. ll nostro compito è oggi quello di sfruttare i dati dei clienti per andare a creare dei prodotti sempre più personalizzati, di nicchia e sempre più diretti a colpire le esigenze specifiche del cliente nel momento specifico e contestualizzati”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA