La spesa ICT nella sanità pubblica territoriale, quella che fa capo ad Aziende Ospedaliere, IRCCS, ASST, ATS e Agenzie sanitarie secondo l'analisi realizzata da AGID e NetConsulting cube nel 2019 e a cui hanno risposto 151 enti pubblici, è pari a 633 milioni di euro nel 2019. La natura della spesa è essenzialmente di tipo Opex, con una forte incidenza della componente destinata alla manutenzione di sistemi e del software e a servizi di tipo continuativo.
La fotografia che ne emerge è caratterizzata da diverse ombre e alcune luci, che tuttavia sono ancora sufficienti per trainare un ambito così strategico per il Paese fuori da una situazione di arretratezza. Le luci sono relative ad esempio alla propensione all'utilizzo del Cloud Computing, che vede già attivi oggi ben il 66% delle Aziende rispondenti; le ombre sono relative alle azioni e agli strumenti messi in campo su security e cybersecurity, sull'utilizzo di piattaforme e strumenti per la relazione con il cittadino e i canali di comunicazione.
Francesco Tortorelli, Head of Public Administration and Supervision Director di AGID, nel commentare i dati conferma questa fotografia ed individua alcune leve per cambiare rotta verso una maggiore digitalizzazione del sistema sanitario. Innanzitutto occorre creare un terreno fertile ad un maggiore scambio di esperienze e best practices, perché dalla condivisione di esperienze di successo si può accelerare il processo di innovazione. In secondo luogo, bisogna premere l'acceleratore dello sviluppo, realizzazione e utilizzo delle piattaforme per il miglioramento della relazione con il paziente e l'erogazione di servizi e sul monitoraggio dei KPI per la misurazione dei servizi.
Infine con Mauro Moruzzi, referente scientifico di Assinter Academy, è stato fatto il punto sulla situazione attuale dei sistemi informativi sanitari letta anche alla luce dell'attuale emergenza COVID19. Si conferma un quadro caratterizzato da sistemi informativi nati e progettati come strumento per il controllo della spesa sanitaria e per la gestione dei flussi amministrativi e informativi, finalizzati a dematerializzare processi che tuttavia permangono caratterizzati dalla burocrazia e che, così strutturati, fanno fatica a stare al passo con le esigenze dell'attuale emergenza sanitaria, che richiede invece una estrema governance dei dati a tutti a livelli.
Tuttavia, la prospettiva è che ciò che ha messo in difficoltà il sistema sanitario italiano rappresenti anche l'occasione per rivedere in logica realmente paziente centrica il modello stesso, distribuito sul territorio ma governato dal centro, tecnologicamente affidabile e vicino al cittadino.
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