Oltre 400mila server gestiti in 31 data center dislocati su quattro continenti, in 140 Paesi, grazie agli sforzi di oltre 2.400 dipendenti, per raggiungere 1,6 milioni di clienti ed offrire loro l’esperienza più che ventennale cresciuta sulla base di un modello cloud integrato per mantenere il controllo su tutta la catena del valore, dalla progettazione dei server (oltre 1,1 milioni quelli prodotti dal 1999), alla gestione dei data center, fino all’orchestrazione della rete in fibra ottica.
Sono questi alcuni dei tratti dell’approccio di OvhCloud al mercato che hanno permesso al provider europeo in questi anni di crescere e di incontrare in un ideale crocevia le esigenze delle aziende sulla base dei cinque pilastri differenzianti: un’offerta multi-product cloud e hybrid cloud, “trusted“, integrata verticalmente, all’interno di un ecosistema vivo e del tutto controllabile nei costi, e con alta attenzione per quanto riguarda il rapporto prezzo/prestazioni.    

In occasione di OvhCloud Ecosystem Experience, l’evento virtuale ideato per fornire una panoramica dell’ecosistema cloud dell’azienda via via in evoluzione, vengono evidenziati bene i tratti che devono caratterizzare il cloud affinché nella gestione dei dati sia effettivamente possibile percorrere un’alternativa affidabile e sostenibile, con attenzione verso aspetti sempre più critici come il tema della sovranità dei dati, della sostenibilità e della trasparenza.

Infatti OvhCloud partecipa da protagonista anche al progetto Gaia-X per diffondere i valori europei nel settore e nel mercato del cloud. Un impegno rafforzato anche da progetti innovativi su larga scala come la partnership strategica siglata con T-Systems, per la realizzazione congiunta di una piattaforma sovrana e unica sulle tecnologie del public cloud. Ed inoltre ha in roadmap come impegno nell’ambito della sicurezza di intensificare gli sforzi per le certificazioni quali SecNumCloud in Francia, AgID in Italia, C5 in Germania e unirsi a framework sicuri come G-Cloud nel Regno Unito.

Oggi l’ecosistema OvhCloud raccoglie oltre 3mila aziende partner, si esprime attraverso programmi dedicati come Open Trusted Cloud e OvhCloud Marketplace, ma anche il ricco Partner Program  e un programma dedicato ad incoraggiare le idee innovative delle startup, mentre l’azienda ha in roadmap, così come ha già effettuato nel corso dell’anno, importanti investimenti per rafforzare l’impronta tecnologica e la presenza geografica sia per questo che per i prossimi anni.

Michel Paulin, chief executive officer, OVH
Michel Paulin, Ceo di OvhCloud

La guida strategica che caratterizza l’evoluzione dell’offerta cloud di Ovh è il focus sul valore “multi-locale”. Significa, nell’idea dell’azienda, rafforzare la propria infrastruttura in modo da riuscire a soddisfare le specificità regionali, senza dover assecondare influenze extraterritoriali, ed implica i necessari sforzi per riuscire a fornire agli utenti le necessarie competenze locali di business e tecniche.

Riassume bene così gli sforzi in campo Michel Paulin, Ceo di OvhCloud: “Aprire una terza via nel mondo dei dati non è un compito facile, ma siamo fiduciosi di poterlo fare, grazie a questo ecosistema unico e forte legato a valori fondamentali come apertura, reversibilità e trasparenza”.

Per indirizzare le esigenze crescenti di risorse cloud e gestire il traffico in costante aumento sulle reti OvhCloud ha ridisegnato negli ultimi anni la sua infrastruttura di rete dorsale puntando su efficienza energetica e resilienza, ed ha esteso la possibilità di sostenere un’ampia gamma di casi d’uso sia di livello enterprise sia di semplici cluster di server pronti all’uso.

Alain Fiocco, Cto OvhCloud
Alain Fiocco, Cto OvhCloud

Oltre a puntare sull’effettiva scalabilità delle risorse al servizio delle aziende ha arricchito il portafoglio di soluzioni, migliorato l’offerta storage con l’acquisizione delle tecnologie OpenIO ed Exten ed integrato una toolbox AI completa per consentire alle aziende di sfruttare le applicazioni AI o creare proprie soluzioni chiavi in mano anche restando nell’ecosistema OvhCloud.

In particolare con la proposizione OvhCloud AI Solutions l’azienda vuole rendere disponibili AI e soluzioni verticali ai partner selezionati per una customer experience uniforme e unificata, prevedendo l’integrazione degli strumenti e delle offerte dei partner nell’ecosistema OvhCloud; per farlo l’azienda ha selezionato 30 esperti di AI in grado di fornire e scalare soluzioni end-to-end. “Oltre ai 2 nuovi data center che abbiamo inaugurato quest’anno per soddisfare requisiti di sovranità sui dati specifici – precisa Alain Fiocco, Cto di Ovhcloud – questo nuovo elemento fondante costituirà una risorsa chiave per fornire ai nostri utenti cloud le migliori soluzioni di Intelligenza Artificiale, in un framework aperto e affidabile”.

OvhCloud, focus sulla sostenibilità

Il tema della sostenibilità è indirizzato dall’azienda a partire dal modello di sviluppo integrato, che rappresenta una risorsa chiave per ridurre l’impatto ambientale, ed allo stesso tempo persegue una strategia di pricing intelligente e vantaggiosa per i clienti.

Francois Sterin, OvhCloud
Francois Sterin, executive vice president Industry OvhCloud

Concretamente, l’azienda ha implementato il raffreddamento ad acqua già nel 2003. Significa un Pue (Power Usage Effectiveness – Efficienza nell’utilizzo dell’energia) da 1,3 a 1,09 mentre la media del settore praticamente è vicina a 2.

Pur sfruttando i sistemi di raffreddamento ad acqua, l’azienda comunque raggiunge un indice di efficienza idrica pari a 0.2. “In pratica laddove altre aziende utilizzano una bottiglia piena d’acqua per raffreddare un server noi riusciamo ad utilizzare un solo bicchiere. – circostanzia François Sterin, executive vice president industry di OvhCloudGestiamo i nostri data center in reti a basse emissioni di anidride carbonica installandoli in edifici già esistenti, ricicliamo componenti dandogli una seconda e terza vita ]…[”.

L’azienda vuole raggiungere la carbon neutrality entro il 2025 puntando sull’utilizzo di energia rinnovabili e prevede emissioni pari a zero per i propri data center entro il 2030. Per farlo lavora su monitoraggio, progettazione, energie rinnovabili, economia circolare e mobilitazione dell’ecosistema. Da qui la partnership con l’istituto nazionale francese Inria e su questo il focus degli sforzi in questo ambito per i prossimi mesi.          

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