L'edizione 2020 del Digital Health Summit si è conclusa il 9 ottobre, con l'assegnazione del Premio agli eLeader nell'era Covid. La prima edizione 'full digital' ha registrato un'intensa partecipazione: oltre 20 ore di diretta articolate in 15 stanze virtuali, con 93 speaker, seguite da oltre 2.000 partecipanti che confermano la posizione di rilievo del digitale quale abilitatore della Sanità del futuro. 'Il Digitale dovrebbe rappresentare il tessuto cerebrale e nervoso della Sanità“: è questo il punto chiave ampiamente condiviso del lavoro di quest'anno.
Il DHS 2020 è soprattutto un percorso. Un viaggio che ha preso avvio a fine 2019 con la costituzione dell'Advisory Board a cui hanno preso parte le principali Associazioni della filiera del Life Science e che conta 15 membri. Percorso che è proseguito con una survey online lanciata sul sito dedicato un mese prima dell'evento, a cui hanno partecipato oltre 200 operatori di tutta la filiera, tracciando il sentiment della Community sulle modalità con cui è stata affrontata l'emergenza e su cosa occorrerebbe fare. Viaggio conclusosi con una serie di instant survey promosse nelle sessioni tematiche dedicate alla sanità digitale proprio durante l'evento, spunti di dibattito che hanno animato ogni stanza.
Revisione della spesa, innalzamento della qualità della stessa e disegno di un modello complessivo di sanità digitale i messaggi chiave emersi. Il presente excursus sul DHS 2020 parte proprio con un bilancio sulle riflessioni che sono state protagoniste dell'evento annuale.
L'infografica, proposta in approfondimento, raccoglie il punto di vista della Community sulla base delle principali evidenze della survey online somministrata a tutti i partecipanti prima e durante l'evento, evidenziando le carenze segnalate nell'affrontare l'emergenza a livello di Sistema Paese e la necessità di un corretto modello di sanità territoriale, basato sulla sanità di prossimità.
Il paper si completa con due focus dedicati ai temi della Telemedicina e dei Dati, con i contributi dell'Istituto Superiore di Sanità, del CNR e del Garante della Privacy. Da un lato Francesco Gabbrielli, direttore Centro Nazionale per la Telemedicina (Iss) e Angelo Rossi Mori, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, fotografano il livello di adozione e diffusione della telemedicina in Italia. Dall'altro, l'intervista a Pasquale Stanzione (Garante della Privacy) puntualizza la crucialità del dato quale risorsa preziosa e imprescindibile per indirizzare i progetti in ambito sanitario.
Se dal DHS 2020 è emerso un disegno complessivo di Sanità del futuro, permeata dal digitale, non bisogna però dimenticare l'execution per arrivare a implementare il sistema. È evidente che attorno ad un piano strategico nazionale per la Sanità digitale occorre creare e coltivare il consenso, ma al contempo occorre anche rafforzare alcune logiche di diffusione dell'innovazione e le relative competenze: il premio Wine – il programma di award previsto nel DHS per le best practice in Sanità digitale – va proprio in questa direzione.
Sviluppare il consenso coinvolgendo tutti i professionisti del settore, costruire learning community multidisciplinari per lo scambio di esperienze di innovazione, rafforzare le competenze manageriali e digitali attraverso la multidisciplinarietà, considerare l'intera filiera del Life Science come strategica per il sistema Paese, devono essere le fasi operative di quel piano nazionale che rende possibile il percorso verso la sanità (digitale e non solo) del futuro.
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