Prosegue nei TmCyberTalks il dibattito tra stakeholder pubblici e privati per favorire una transizione digitale che porti al centro efficaci strategie di cybersecurity. 

Nel secondo appuntamento, Trend Micro pone l’attenzione su questi temi soprattutto in relazione alle città e alla loro tendenza a divenire ecosistemi smart. Il sempre maggior uso di dati e servizi e la loro gestione integrata rende infatti oggi le città economicamente più sostenibili ed energeticamente autosufficienti ma le espone al contempo a crescenti rischi per la sicurezza di cittadini, istituzioni e infrastrutture strategiche, con impatti spesso disastrosi.

Gastone Nencini
Gastone Nencini, country manager di Trend Micro Italia

Cooperazione, sensibilizzazione e formazione sono le parole chiave nella strategia di Trend Micro, per bypassare le crescenti minacce. “La velocità di azione dei privati deve trovare seguito presso il pubblico e incoraggiare la collaborazione con le istituzioni in tema di cybersecurity – esordisce Gastone Nencini, country manager Trend Micro Italia –. Serve un disegno iniziale globale per creare sinergie e non operare a silos, che possono implodere e portare a grossi rischi cibernetici. Una collaborazione che deve partire dalla formazione, trasversale ad ogni realtà. Dobbiamo cioè arricchire il programma di cybersicurezza con una formazione ad hoc che promuova la cittadinanza digitale nelle scuole. La formazione dell’utente e l’affiancamento con forti strutture di cybersecurity sarà fondamentale in tempi di rapida accelerazione delle tecnologie. Ma anche la formazione di chi eroga i servizi è indispensabile, perché l’anello debole della catena, come ben sappiamo, è l’individuo, che può essere anche dentro l’azienda di sicurezza stessa”. 

La voce delle istituzioni

Francesco Andriani, segretario generale AssoRtdFrancesco Andriani, segretario generale AssoRtd
Francesco Andriani, segretario generale AssoRtd

“Partire dai dati informatici, che sono la moneta di scambio del domani, e dall’unione tra tecnologia e amministrazione per dare una strategia alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni; è questo il nostro ruolo, – spiega Francesco Andriani, segretario generale AssoRtd (Associazione nazionale dei responsabili per la transizione digitale) -. Farsi guidare dalla praticità e guardare alla tecnologia con solide basi di compliance e sicurezza. La nostra è una figura istituita nel 2005 che ha richiesto tempo e sedimentazione per diventare effettiva. Ma adesso la macchina è partita: nella Pac quasi tutte le strutture si sono ormai dotate dell’Rtd; nell’amministrazione locale siamo invece più in ritardo, con una copertura del 50% circa, e la strada è ancora lunga. L’obiettivo è arrivare ad una linea comune, un’impresa che si scontra però con un problema culturale; servono formazione e buone pratiche altrimenti si vanifica tutto”.

Sul ruolo di indirizzo del Governo, interviene da remoto Federico Mollicone, VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione), Camera dei deputati: “In tema di sicurezza, il parlamento deve essere ancora più incisivo e l’istituzione dell’agenzia per la diffusione e la cultura della sicurezza cibernetica è un primo passo, ma non ancora sufficiente. Dobbiamo garantire una generale consapevolezza sui temi della sicurezza cibernetica soprattutto tra i giovani e i dirigenti pubblici perché i casi emblematici come quello della Regione Lazio sottolineano la necessità di un potenziamento della formazione digitale per migliorare l’erogazione dei servizi e minimizzare il rischio di crimini informatici. L’istituzione dell’agenzia può essere il perno di una serie di politiche per influenzare la PA e i privati cittadini e stiamo lavorando in questa direzione”.

“Bisogna incrementare la consapevolezza della politica sulla strategicità delle tecnologie come fattore abilitante delle smart city – concorda Stefano Corti, 8° Commissione Senato -, che meglio ancora definirei community, perché il 25% della popolazione italiana non vive nelle città e va considera e munita delle medesime possibilità di libero accesso al mobile, soprattutto in relazione all’aspetto green e alle nuove modalità di lavoro che si vogliono privilegiare, altrimenti non risolveremo mai il problema. Ben vengano dunque gli investimenti, ma soprattutto facciamo educazione e prevenzione per il cittadino che in quanto consumatore digitale è spesso vittima di cyber attacchi. Servono poi indagini conoscitive da parte del Governo per implementare strategie di protezione dei dati sensibili e sviluppo del 5G a partire ancora una volta dalle piccole comunità per risolvere esigenze dettate dall’isolamento”. 

Zoom, la sicurezza si tara sull’utente 

Giulia Pastorella, EU Government Relations Director Zoom
Giulia Pastorella, EU Government relations director di Zoom

“Il passaggio allo smart working e alla dad hanno portato anche la nostra azienda a dover ripensare la cybersecurity con un maggiore focus sull’utente – dichiara Giulia Pastorella, EU Government relations director di Zoom. Il repentino cambiamento di scenario ha favorito un’improvvisa crescita prendendo alla sprovvista la nostra stessa azienda, che in pochi mesi da poco più che startup è passata a registrare da 10 a 300 milioni di fatturato. A livello di cybersecurity siamo dovuti passare dalla gestione quasi totale di una soluzione b2b a una soluzioni utilizzata da chiunque per qualsiasi cosa; quindi da utenti mediamente consapevoli o comunque controllati dalle strutture aziendali che ne limitavano i danni ad un’utilizzazione di massa che ha richiesto di rendere la gestione della sicurezza la più agile possibile. Dare agli utenti strumenti semplici per difendersi per esempio dal cosiddetto Zoombombing come password e sale di accesso per garantire una maggiore tutela della privacy

Dallo smart working a modelli ibridi di lavoro con possibilità di incontro per incoraggiare la decentralizzazione degli uffici e una maggiore vivibilità dei quartieri. Pastorella, candidata alle amministrative di Milano, dichiara anche come “il tema del co-working a Milano era già stato affrontato prima della pandemia, con un concetto diffuso anche in altre città come Parigi, sull’idea della città 15 minuti. Il digitale permette di costruire attorno al cittadino tutto quello di cui ha bisogno, che non significa solo connessioni di 5G perché una smart city non è solo utilizzo della tecnologia di per sé ma la tecnologia al servizio di una vivibilità migliore. Quindi anche noi di Zoom ci auguriamo che ci sia una nuova consapevolezza della scelta tra fisico e virtualeun equilibrio tra la trovata flessibilità che ci permette di avere la tecnologia e la necessità dell’interazione umana”.

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