La pandemia impatta fortemente il mondo del marketing, modificando molti aspetti del business. Dai canali digitali usati per ingaggiare e coinvolgere i clienti, ai flussi di lavoro interni, lo scenario è completamente diverso rispetto a quello pre-Covid. E seppure approcciati inizialmente con difficoltà, i cambiamenti portano oggi complessivamente a novità positive per l’intero settore.
A confermarlo sono i risultati della ricerca State of Marketing condotta a livello globale da Salesforce su un campione di 8.200 responsabili del settore marketing in 37 paesi e sei continenti, di cui 300 italiani.
Due dati rilevanti su tutti: il 66% delle imprese prevede una crescita dei ricavi della propria azienda nei prossimi 12-18 e il 77% dei marketer ritiene che il proprio lavoro abbia maggiore valore rispetto a un anno fa.
“Nel corso di poco più di un anno, i professionisti del settore marketing in Italia hanno visto e sperimentato cambiamenti nel comportamento dei propri clienti che normalmente si sarebbero verificati nel corso di svariati anni – commenta Andrea Buffoni, regional vice president di Salesforce Marketing Cloud -. I dati della nuova edizione del nostro annuale report sul settore rappresentano un punto di riferimento per ciò che è cambiato, ciò che è coerente e ciò che è destinato a cambiare ancora per tutti gli esperti di marketing”.
Marketing in Italia, trend e sfide
Cambiano in generale le priorità, con il 78% delle organizzazioni di marketing italiane che modificano o ridefiniscono le metriche; una tendenza che si consoliderà nei prossimi anni e tendenzialmente in linea con gli andamenti globali.
Le principali sfide che gli operatori del settore si trovano ad affrontare vanno dall’esigenza di condividere una visione unificata dei dati dei clienti tra le diverse business unit, al miglioramento del Roi del marketing, all’interazione con i clienti in tempo reale.
Oggi le aspettative dei clienti sono più difficili da soddisfare rispetto a un anno fa. Lo pensa il 77% dei marketer italiani. La customer experience rappresenta dunque la prima sfida, da affrontare attraverso l’innovazione. Per adattarsi a questo importante cambio di passo, i player del settore in Italia si stanno infatti appoggiando alle trasformazioni digitali che avevano già avviato prima della pandemia. Per il 94% di loro dei marketer italiani la pandemia ha cambiato la loro strategia di coinvolgimento digitale e il 90% ha cambiato e riadattato il mix di canali da utilizzare per i propri progetti di marketing.
La leva del digitale
Man mano che i clienti passano al digitale, la richiesta di fare marketing aumenta. Gli annunci digitali si confermano infatti il canale che guadagna di più in Italia durante la pandemia.
Con l’ampia diffusione del lavoro da remoto, il 78% dei dipartimenti marketing in Italia adotta inoltre nuove tecnologie di collaborazione interna. Con l’abbandono degli uffici e delle sedi di lavoro fisiche, la forza lavoro sta quindi rivalutando non solo il modo di coinvolgere i clienti, ma anche i propri colleghi, con maggiore collaborazione tra le diverse business unit, a beneficio della crescita del mercato. Man mano che il loro lavoro diventa più strategico per l’azienda in generale, i professionisti del marketing stanno rimodulando metriche e Kpi per valutare le proprie performance in maniera più puntuale e aggiornata.
Elemento fondamentale è anche la gestione dei dati che diventa più complessa man mano che le fonti si moltiplicano. I marketer italiani prevedono infatti un aumento del 40% del numero di fonti di dati a cui fare riferimento tra il 2021 e il 2022.
© RIPRODUZIONE RISERVATA