Sono coinvolti 3,2 milioni di dipendenti pubblici nel programma di formazione e aggiornamento declinato attraverso il piano strategico Ri-formare la PA. Persone qualificate per qualificare il Paese.
Lo ha voluto il ministero per la Pubblica Amministrazione per valorizzare e sviluppare le potenzialità del capitale umano della pubblica amministrazione con un primo passo, compiuto ad ottobre, quando è stato siglato il protocollo di intesa dal ministro Renato Brunetta con la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. Il protocollo vede la collaborazione della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e prevede per i dipendenti della PA la possibilità agevolata di iscriversi e seguire corsi di laurea e master presso tutte le università italiane. A questo primo passo è seguito un secondo step che prevede percorsi e programmi formativi specifici per sostenere le iniziative previste dal Pnrr, in collaborazione con partner pubblici e privati sia nazionali sia internazionali, con un occhio di riguardo sul tema della cybersecurity, che è oggetto già di un progetto dedicato avviato con il ministero della Difesa

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta
Il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta

Entra così nei dettagli il ministro Brunetta: “All’immissione di competenze dovuta ai flussi in ingresso si accompagnerà un investimento massiccio nella formazione dei dipendenti pubblici già in servizio, valorizzata nei nuovi contratti di lavoro, attraverso miglioramenti di carriera e di retribuzione, e rafforzata dal rilancio della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (Sna) e di Formez PA. La pubblica amministrazione in cinque anni avrà a disposizione quasi un miliardo di euro per “uno scatto in avanti che può incarnare la postura civile, dinamica ed essenziale, fatta di impegno a investire su di sé, di cui la nostra società ha bisogno”, prosegue Brunetta, per sostenere la transizione digitale ed ecologica ma soprattutto permettere alle amministrazioni di fornire servizi migliori a cittadini e imprese.

Maria Cristina Messa, ministra dell'Università e della Ricerca
Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca

“Nel progetto è fondamentale proprio il coinvolgimento del sistema universitario – fa eco Maria Cristina Messa –  E’ prevista infatti oggi la possibilità di seguire corsi flessibili e interdisciplinari conciliando lavoro e studio, “e per i lavoratori-studenti si aprono diverse opportunità anche per conseguire un titolo di studio universitario”  e portare poi all’interno della PA i vantaggi legati alle competenze acquisite. 

Solo per fare un esempio, l’Università Sapienza di Roma si è resa a disponibile a garantire, fin dal secondo semestre dell’anno accademico in corso, l’iscrizione del personale in servizio nelle pubbliche amministrazioni a cinque corsi di laurea offerti dall’ateneo, nello specifico quelli di Scienze aziendali, Scienze dell’Amministrazione e dell’Organizzazione, Sociologia, Comunicazione pubblica e d’impresa, Diritto e amministrazione pubblica (le iscrizioni sono aperte fino al 24 gennaio).

“Riteniamo – commenta la rettrice Antonella Polimeni – sia dovere di una grande università pubblica e generalista come Sapienza contribuire alla valorizzazione e al miglioramento del capitale umano della PA e siamo orgogliosi di favorire in tal modo la crescita culturale e professionale delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici e l’efficienza complessiva del nostro Paese”

Antonella Polimeni rettore universita Sapienza Roma
Antonella Polimeni rettore universita Sapienza Roma

Il piano prevede inoltre la possibilità di sviluppare sia competenze nei tradizionali ambiti giuridici ed economici, ma anche in quelli manageriali e organizzativi specifici per il Pnrr. Questo sulla base del progetto Syllabus del dipartimento della Funzione pubblica, che è strutturato in cinque aree, per tre livelli di padronanza. Dettaglia Marcello Fiori, alla guida del dipartimento: Syllabus descrive l’insieme minimo delle conoscenze e abilità che ogni dipendente pubblico deve possedere per partecipare attivamente alla transizione digitale. La formazione si svolge sulla piattaforma online del dipartimento, che consente di verificare le competenze di partenza e quelle ‘in uscita’”.
La certificazione dei corsi frequentati e dei test superati viene rilasciata al dipendente sotto forma di open badge e registrata in un fascicolo delle competenze che fa parte del fascicolo del dipendente ed è realizzato grazie al coinvolgimento di Sogei nel progetto. Conclude Fiori: “Oggi parte un avviso pubblico, aperto fino al 31 gennaio, rivolto a tutti gli operatori di mercato che vogliono essere coprotagonisti del processo di innovazione della PA fornendo in via sperimentale contenuti formativi per i dipendenti pubblici. Tim e Microsoft sono apripista con le loro proposte formative”.

Tim già da diversi anni lavora al fianco del dipartimento della Funzione Pubblica e si propone come promotore della diffusione delle competenze digitali nella società attraverso numerose iniziative e Microsoft con le sue piattaforme di formazione parteciperà al progetto con oltre 40 corsi sulle tecnologie più diffuse, eventi di formazione specifici sulle competenze digitali più richieste, erogati in modalità ibrida, e percorsi di certificazione delle competenze informatiche.

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