La pandemia degli ultimi due anni non ha solo fatto emergere alcuni elementi di debolezza dell’attuale sistema sanitario, ma ha anche operato come fattore di accelerazione per i processi di digital transformation lungo una filiera più ampia, quella del lifescience. In questo momento, il lifescience è protagonista di tante evoluzioni e collaborazioni tra attori diversi, che hanno come obiettivo mettere a fattore comune progetti, condividere investimenti, risultati e dati. Oggi più che mai, questo settore necessita di essere presidiato e rafforzato, da una parte per rispondere con efficacia e prontezza alle esigenze di prevenzione e cura dei cittadini e dall’altra per valorizzare una filiera di rilevanza nazionale dal punto di vista occupazionale, produttivo, di capacità di attirare capitali e investimenti per la ricerca. Secondo Assolombarda, infatti, in Italia la filiera lifescience ha generato un valore della produzione complessivo di 225 miliardi di euro nel 2018, un valore aggiunto di 100 miliardi e l’occupazione di 1,8 milioni di addetti. Considerando sia il contributo diretto sia l’indotto, il valore aggiunto della filiera corrisponde in Italia al 10,0% del Pil.

Gli attori della filiera del lifescience

Quali sono gli attori che compongono la filiera del lifescience? Oltre al sistema della ricerca di base e clinica, troviamo anche il settore farmaceutico, il settore dei dispositivi medici, di cui si considera in particolare il segmento con forte presenza all’interno dei prodotti, di tecnologia e di software, il sistema sanitario, pubblico e privato, i medici, il sistema socioassistenziale. Trasversalmente alla filiera operano anche il settore dell’health insurance e dei fondi sanitari, in forte espansione anche grazie al traino dato dallo sviluppo dei sistemi di welfare aziendale, e i servizi di telecomunicazione, che anche grazie a nuove tecnologie quali il 5G saranno in grado di sostenere e abilitare nuovi servizi.

La filiera del lifescience (fonte: Netconsulting cube, 2021)
La filiera del lifescience (fonte: Netconsulting cube, 2021)

Il settore pharma

All’interno della filiera lifescience, l’industria farmaceutica si presenta come uno dei comparti industriali più solidi e dinamici, avendo continuato negli ultimi anni ad evidenziare una dinamica espansiva e ad avere un ruolo strategico nella gestione dell’emergenza in atto. L’industria farmaceutica italiana ricopre una posizione di leadership a livello europeo, insieme a Francia e Germania. Secondo gli ultimi dati di Farmindustria, nel 2020 il valore della produzione ha superato i 34 miliardi di euro, con un incremento dell’1% rispetto al 2019 e di oltre il 6% rispetto al 2018. La crescita della produzione è interamente legata all’export, cresciuto del 74% tra il 2015 e il 2020, e all’aumento dei valori medi dei farmaci esportati (+50%).

Anche le aziende farmaceutiche però non sono state immuni ai profondi cambiamenti prodotti dalla pandemia a livello globale che ha fatto emergere criticità legate a catene del valore estese e articolate, forti interdipendenze e un’elevata concentrazione geografica e specialistica.

Il ruolo delle tecnologie digitali

Per affrontare il cambiamento, l’intero settore del lifescience – inclusa l’industria farmaceutica – dovrà puntare su maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, formazione e, non ultimo, un ricorso più esteso alle tecnologie digitali. La pandemia ha infatti evidenziato il valore crescente che la trasformazione digitale può apportare anche nei processi del settore farmaceutico lungo l’intera catena del valore (dall’R&D alla distribuzione ed erogazione). Nella fase di distribuzione, le aziende di farmaceutiche stanno vivendo profondi cambiamenti: nuovi player provenienti da altre industry si stanno affacciando sul mercato (ne è un esempio l’acquisizione da parte di Amazon di PillPack per la vendita di farmaci online) e il rapporto con i clienti – grazie alle tecnologie digitali – sta diventando sempre più diretto, disintermediando i dealer e le farmacie.

La digitalizzazione, abilitata da tecnologie come big dataintelligenza artificialecollaboration, roboticacloud e digital twin, in questo contesto svolgerà un ruolo chiave, sia nell’ambito della produzione e della supply chain, sia della distribuzione.

Secondo gli ultimi dati di NetConsulting cube, il mercato digitale del lifescience in Italia – riferito alla componente IT, ovvero ad hardware, software e servizi di sviluppo e manutenzione – nel 2021 ha raggiunto 1,5 miliardi di euro. All’interno di questo mercato, il settore farmaceutico vale oltre 310 milioni di euro, con un incremento dell’8,6% rispetto al 2020 e una previsione di crescita per il 2022 del 9,3%.

Il mercato digitale del lifescience in Italia, 2019 -2022E (fonte: Netconsulting cube 2022)
Il mercato digitale del lifescience in Italia, 2019 -2022E (fonte: Netconsulting cube 2022)

L’innovazione in chiave digitale non rappresenta più, dunque, soltanto una tra le possibili opzioni di innovazione e competitività per le aziende del settore farmaceutico, ma una stringente e non rimandabile necessità.

Per saperne di più scarica il whitepaper “Pharma – Ottimizzare la gestione dei dati lungo la filiera“.

Leggi tutti gli approfondimenti della Room Soluzioni digitali e sostenibilità di Intesa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: