Il mondo della moda è ormai legato in modo indissolubile all’innovazione digitale quale leva per migliorare la produzione, la customer experience, la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti lungo tutta la filiera. Si fa sempre più strada nel settore una gestione estesa della supply chain, anche in linea con i temi della sostenibilità e con le nuove logiche Esg ormai imprescindibili nelle strategie aziendali.
“Le aziende del fashion si pongono oggi in prima linea nell’adozione di politiche che siano rispondenti al nuovo paradigma di moda etica e sostenibile. Uno scenario nel quale la digitalizzazione e la tecnologia hanno un ruolo fondamentale perché in grado di delineare, monitorare e misurare gli impatti di tutti gli attori coinvolti nella catena del valore del comparto moda”. Esordisce così Cosimo Solida, Ceo di Dedagroup Stealth, intervenendo a Stealth Day, l’evento che l’azienda organizza ogni anno per incontrare l’ecosistema, analizzare le dinamiche del comparto e fare il punto sui passi avanti intrapresi dal mondo della moda sul fronte dell’innovazione.
Fashion, la filiera automatizzata
Passi avanti del settore che registrano negli ultimi mesi una forte accelerazione. Come racconta Alberto Mattiello, Business Futurist ed esperto di innovazione tecnologica: “Oggi il mondo del fashion vive una spinta innovativa esercitata da due grandi forze: da una parte un cambio culturale che impatta tutti i settori ed è rappresentato dal fenomeno definito Yolo (you only live once) e legato all’abbandono del lavoro; un trend non solo americano ma globale che investe anche l’Italia. Recenti dati del Polimi confermano che il 21% della forza lavatrice nel nostro Paese pianifica di lasciare il posto di lavoro nei prossimi 6 mesi. Un nuovo modo di intendere il lyfestile lavorativo non necessariamente legato alle retribuzioni o ai lavori meno qualificanti, che impatta tutta la catena del lavoro”.
Al fianco di questo cambio culturale c’è il tema della piena automazione che poggia su quattro pilastri tecnologici – cloud, AI, robotica e blockchain -, e sulla quale crescono gli investimenti, sottolinea Mattiello: “Nel mondo fashion il venture capital registra una curva esponenziale di investimenti in innovazione. Capitali che alimentano le tante startup che accelerano l’e-commerce, supportano il marketing e la sostenibilità, anche verticali sul fashion”. Nel 2021 oltre 10 miliardi di euro sono finiti in startup collegate in particolare al metaverso, di cui il fashion è il primo grande ricettore. “Ci sono forze che soffiano su questo tema per creare sistemi metaversici che favoriscano la socialità online, il social shopping, l’industria dei videogiochi, della finanza e non solo”, dichiara Mattiello.
“Le innovazioni di frontiera, dall’artificial intelligence, agli avatar, al metaverso, influiranno profondamente, nel corso dei prossimi anni, sull’industria della moda che, grazie a queste nuove leve tecnologiche, cambierà in un modo che al momento si può solo immaginare”, concorda Sinead Bovell, futurista, modella, youth tech leader e fondatrice di Waye, un’organizzazione che prepara i giovani all’utilizzo di tecnologie avanzate da applicare al mondo del fashion.
Sono cinque i macro-temi individuati dagli analisti di Mckinsey sullo stato del fashion technology, che includono proprio il metaverso, insieme all’iper-personalizzazione del prodotto, agli store connessi, alla catena del valore end-to-end e alla tracciabilità, che porta in pancia il tema della sostenibilità.
Dedagroup Stealth, la roadmap del fashion
“Almeno 4 di 5 di questi temi hanno un impatto sul nostro business” interviene Luca Tonello, sales director di Dedagroup Stealth raccontando il ruolo che gioca l’azienda nel settore, al fianco delle imprese della moda nel loro percorso di cambiamento. L’azienda del gruppo Dedagroup da trent’anni accompagna infatti i brand del fashion e del luxury nella loro crescita tecnologica e di business mettendo a fattor comune le proprie competenze e la propria piattaforma software.
Tonello anticipa le tappe della roadmap di Dedagroup Stealth per i prossimi tre anni. Una strategia che si focalizza sulle 3P, ovvero: people, partner e product. Le persone sono al centro “le sosteniamo con formazione dedicata su competenze verticali, in un percorso di innovazione interna ed esterna per far crescere tutto l’ecosistema e sviluppare nuovi talenti“. Preziosa la rete dei partner che in Italia e all’estero contribuiscono alla crescita e al perfezionamento delle soluzioni tecnologiche di Dedagroup Stealth. Sul fronte del prodotto, l’azienda ha sempre innovato attraverso nuovi moduli e nuove acquisizioni, anche all’interno della roadmap to cloud, spiega il manager, ed è oggi in fase di espansione (8 nuovi clienti acquisiti quest’anno e oltre 300 brand) anche in ottica di internazionalizzazione. “Oltre a consolidare il nostro mercato, guardiamo ad un’espansione geografica, e il mercato a cui stiamo dando attenzione in questo momento è quello statunitense”.
Di questi giorni anche l’annuncio dell’accordo di acquisizione del 100% del ramo d’azienda a cui fa capo la startup Bsamply, proprietaria di una piattaforma che ha all’attivo 8.000 buyer e 100 fornitori e promuove la digitalizzazione del settore raw material fashion favorendo l’incontro tra i fornitori di materie prime e le aziende della moda e dell’interior design. La realtà confluisce in Dedagroup Stealth, andando a rafforzare la nuova divisione che sarà costituita. L’operazione segue, a due anni di distanza, quella dell’inglese Zedonk che permette a Dedagroup Stealth di presidiare il segmento delle startup e dei giovani designer.
“Le nuove connessioni e collaborazioni che stiamo costruendo puntano ad uno sviluppo più esteso di Dedagroup Stealth, che intende rispondere in modo sempre più puntuale alle esigenze, spesso differenti, degli attori che compongono la filiera della moda – interviene anche Solida sul tema delle strategie -. Vogliamo fornire al tempo stesso una vista unica sull’intera supply chain a quelle aziende che invece ne gestiscono tutti i processi end-to-end, dalla produzione fino alla distribuzione e al retail, anche in ottica di trasparenza e tracciabilità e, quindi, a supporto di una moda sempre più sostenibile”.
Il fashion sostenibile ed etico
La tecnologia al servizio di una moda sostenibile, etica e circolare. E’ ciò che sempre più le aziende del fashion ricercano. Tra le realtà presenti a Stealth Day, a raccontare la loro esperienza sono due brand che puntano su un fashion contemporaneo affidandosi a Dedagroup Stealth per avviare i propri progetti di trasformazione e fare evolvere il business in ottica green.
Luca Malacarne, Cio di Stella McCartney, racconta l’esperienza di questa azienda del fashion di lusso che nasce nel 2001 ponendo grande attenzione al benessere dell’individuo e alla riduzione dell’impatto ambientale grazie all’uso di biomateriali. La società si indirizza a consumatori coscienziosi e punta sull’innovazione attraverso la ricerca di materiali naturali alternativi. “La gestione estesa della catena del valore abilita una maggiore flessibilità del business e reattività nei confronti delle esigenze che emergono dal mercato”, dichiara Malacarne. Stella McCartney si affida a Dedagroup Stealth e alla sua piattaforma per incrementare la governance, la tracciabilità e la trasparenza di tutta la filiera estesa, a partire dalla produzione, passando dalla gestione della supply chain, fino al retail. “Ci siamo affidati a Dedagroup Stealth in maniera significativa; abbiamo adottato il loro Erp, con grande impatto positivo sul lavoro; oggi abbiamo nomenclature uniformi, maggiore semplicità, agilità e adeguatezza nei processi di business, minori interventi manuali, migliore controllo dei costi”.
“Siamo nelle principali piazze con un prodotto fatto da artigiani italiani da quasi 20 anni”; Marco Coianiz, Cio di Golden Goose, racconta l’esperienza dell’azienda nel settore delle calzature di lusso e la collaborazione con Dedagroup Stealth iniziata nel 2018. “Siamo cresciuti velocemente sul mercato e per questo i sistemi sono divenuti inadeguati; inizialmente tendevamo a mantenere i sistemi e gestire le tecnologie aziendali piuttosto che crearne di nuove. Dedagroup Stealth è stata per noi un forte acceleratore. Ci ha sostenuti nel rifacimento completo anche a livello di punti vendita, con un piano di espansione che copre 2-3 negozi al mese. Un’evoluzione dei processi digitali, sia a livello operation che di team, che deve sapere parlare la lingua tecnologica ma anche quella di business. Siamo una family e interagiamo sugli argomenti, l’evoluzione passa per la tecnologia al 95%. Nella nostra lista dei “to do”: il dato centralizzato come elemento maggiormente sfidante, la razionalizzazione delle architetture, un rapporto con il cliente sempre meno intermediato, la possibilità di replicare da parte di Stealth in velocità alcuni processi, fare più sostenibilità”, conclude Coianiz.
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