Come per tanti verticali, il 2020 è stato un anno “tumultuoso” anche per il settore dei pagamenti. Ha sperimentato per la prima volta da 11 anni una contrazione dei ricavi, in seguito al rallentamento economico collegato all’emergenza sanitaria. Un declino comunque contenuto, ed inferiore al 7%, come fotografa il report McKinsey, Global Payments, Transformation amid Turbulent Undercurrents, che analizza la situazione del settore dei pagamenti a livello globale.

Il contenimento delle perdite è stato possibile grazie alle misure governative che hanno permesso di limitare i danni, agendo come stimolo fiscale e monetario. Le entrate complessive per i pagamenti sono state quindi pari a 1.900 miliardi nel 2020 con un calo del 5% rispetto al 2019, mentre tra il 2014 ed il 2019 si era registrato un tasso di crescita del 7%. Allo stesso tempo, però, i pagamenti transfrontalieri sono rimasti in crescita. E nel 2020, nonostante il calo dei volumi di viaggi e scambi, le transazioni di e-commerce transfrontaliere sono cresciute del 17%. Decrescita quasi simmetrica, invece, per il valore dei pagamenti in contanti che è diminuito del 16% a livello globale nel 2020.
In linea con le proiezioni fatte da McKinsey, questo è accaduto in modo non proprio omogeneo, ma comunque coerente per la maggior parte dei grandi Paesi. Per esempio il calo è stato del 26% in Brasile, del 24% negli Stati Uniti, ma appena dell’8% nel Regno Unito, mentre  il numero di transazioni non in contanti è cresciuto del 6% dal 2019 al 2020.

Allo stesso tempo però McKinsey rileva come il calo complessivo del 5% dei ricavi dei pagamenti mostri segnali divergenti per quanto riguarda le diverse regioni: la region Asia-Pacifico, che anno dopo anno negli ultimi dieci anni ha superato altre regioni nella crescita dei ricavi dei pagamenti, nel corso dell’ultimo anno ha registrato un calo del 6%, mentre l’America Latina, con l’8%, ha fatto segnare la decrescita più marcata. L’area Emea e quella del Nord America hanno fatto registrare invece un calo dei ricavi rispettivamente del 3% e del 5%. Secondo McKinsey, le cause sono da rinvenire nella continua riduzione dei margini di interesse netti in Emea e nella contrazione dei saldi delle carte di credito nel Nord America.

Crescita e decrescita dei pagamenti globali
Crescita e decrescita dei pagamenti globali (fonte: McKinsey)

Pagamenti, i segnali positivi

Guardando al futuro però non manca una serie di indicatori positivi, in primis da ritrovare nel recupero dei cali del 2020 e del 2021 grazie ad un ritorno alla crescita a lungo termine del 6/7% fino a raggiungere un valore complessivo di 2.500 miliardi entro il 2025. Numeri da collegare anche al cambiamento in corso delle abitudini.

I pagamenti in tempo reale, infatti, svolgono un ruolo sempre più importante nell’ecosistema dei pagamenti globali. Cresce il numero di transazioni di questo tipo (+41% solo nel 2020), spesso a supporto di portafogli/contatti e dell’e-commerce, pur con importanti differenze geografiche per cui, nell’ultimo anno, la crescita dei pagamenti istantanei è stata del 58% a Singapore, ma appena del 17% in UK. E’ cambiato anche l’utilizzo dei portafoglio digitali, che cresce: in Australia, del 90% da marzo 2020 a marzo 2021, mentre in Indonesia, del 39% tra il 2019 e il 2020, per un importante incremento dell’adozione di strumenti digitali.

Numeri non presi a caso certo, e che si collegano al fenomeno per cui l’area Asia-Pacifico continuerà a essere all’avanguardia nei pagamenti in tempo reale. A supporto possiamo riportare i dati McKinsey per cui l’India ha registrato 25,6 miliardi di transazioni nel 2020 (un aumento del 70% in più rispetto al 2019), seguita da Cina e Corea del Sud. Un fenomeno simile poi è stato fotografato dagli analisti anche in Brasile dove pure la funzionalità in tempo reale ha alimentato l’adozione del portafoglio mobile in Brasile, che ha introdotto il suo sistema nazionale di pagamenti in tempo reale.

Ora McKinsey prevede che, considerata la disomogenea ripresa economica globale del 2021, le tendenze dei pagamenti mostreranno disparità per Paesi e regioni. Per questo si prevede che i ricavi in ​​Asia-Pacifico e in America Latina crescano tra il 9 e l’11%, rispetto a Emea e Nord America la cui crescita si fermerà entro una forbice tra il 4 e il 6%.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: