Alla vigilia di una stagione impegnativa, per quanto riguarda il problema dei consumi energetici, Istat ha raccolto e analizzato i dati relativi ai consumi energetici delle famiglie. Si tratta di numeri che, nel relativo rapporto, offrono un punto di partenza di riferimento per mettere a punto politiche intelligenti sul problema e spunti da cui partire per cambiare abitudini e modi di fare: un contributo al completamento del quadro nazionale delle statistiche sull’energia – relativamente al settore residenziale – con informazioni dettagliate sulle dotazioni energetiche delle famiglie e le loro modalità di impiego. 

La ricerca, pubblicata all’inizio dell’estate si rivela preziosa perché contiene informazioni raccolte nel 2021, prima quindi dell’acuirsi delle “crisi”, così che i numeri possano poi attivare un confronto valido nei cambiamenti sollecitati dalla difficile congiuntura. Inoltre offre informazioni dettagliate sulle dotazioni energetiche delle famiglie e sulle modalità di impiego di tali apparecchiature alla data delle interviste (oltre 54mila famiglie il campione, rappresentative a livello nazionale e regionale di circa 25,5 milioni di nuclei), mentre ricostruisce il quadro complessivo dei consumi energetici e delle relative spese sostenute nell’anno ancora precedente.

Fonte di alimentazione prevalente di riscaldamento
Fonte di alimentazione prevalente di riscaldamento nelle famiglie italiane (fonte: Istat)

Secondo il report, quasi il 99% delle prime case è dotato di un sistema di riscaldamento, con poco più del 44% che addirittura dispone di più di un sistema, mentre solo al meridione afferisce la piccola percentuale rimanente che non riscalda l’abitazione.
Allo stesso tempo però sono cresciuti, in modo sensibile nel tempo, i nuclei che hanno deciso di dotarsi di impianti di condizionamento e si è passati dal 30% nel 2013 al 48,8% nel 2021 (quasi una famiglia su due). Non solo, il condizionatore resta oggi acceso nella stagione calda per circa sei ore ogni giorno – dati su cui può avere avuto un impatto il riscaldamento globale – mentre l’impianto principale di riscaldamento è tenuto in funzione per una media di 8 ore e mezza.

E’ evidente che i numeri rivestono oggi un’importanza ancora maggiore sia per le ragioni connesse ai cambiamenti climatici e alla necessità di operare la transizione energetica, sia per le implicazioni di natura geopolitica e socioeconomica, rese ancor più evidenti dalla guerra in Ucraina. Basta considerare il fatto che è il metano ad alimentare il 68% dei sistemi di riscaldamento ed il 69,2% degli impianti per l’acqua calda sanitaria. Si ricorre all’energia elettrica per l’8,5% dei sistemi di riscaldamento ed il 16% della produzione di acqua, mentre sfruttano le biomasse il 15% dei sistemi di riscaldamento e il 5,5% dei sistemi di produzione di acqua calda. Appena l’1,4% delle famiglia utilizza l’energia solare per l’acqua calda, mentre dal 2013 è solo in lieve diminuzione l’utilizzo di metano, gasolio e Gpl ed appena in leggera crescita l’utilizzo delle biomasse. 

Accensione del riscaldamento
Accensione del riscaldamento in una giornata media (fonte: Istat)

Buone notizie invece sono quelle relative all’attenzione per i consumi, pur non mancando importanti differenze anche in relazione ai diversi ambiti di consumo dell’energia. Per esempio, 61,1% delle famiglie ha montato in tutta la casa doppi o tripli vetri e il 95,8% ha in funzione almeno una lampadina a risparmio energetico. Tuttavia, quasi la metà delle famiglie sfrutta, ancora, almeno una lampadina tradizionale ad alto consumo con una percentuale decisamente più alta al Nord. Mentre per quanto riguarda l’isolamento di vetri e finestre pure la variabilità territoriale è notevole, con valori massimi nelle regioni del Nord-est (70,8%) e minimi nel Sud (51%) e nelle Isole (43,2%).

Elevato, ma non smisurato, sembra infine anche nel 2021 l’utilizzo dei grandi elettrodomestici (frigorifero e lavatrice hanno oramai una diffusione vicinissima al 100%): la media nell’uso settimanale della lavastoviglie – di cui è dotato il 50,2% delle famiglie – è stato di cinque volte (meno quindi di una volta al giorno) e della lavatrice – presente nel 97,3% delle famiglie – è di quattro volte, a crescere nelle famiglie più numerose, con le famiglie di cinque o più persone che la sfruttano almeno una volta al giorno.

Elettrodomestici nelle famiglie italiane
Gli elettrodomestici nelle famiglie italiane (fonte: Istat)

La lettura dei dati sollecita una prima riflessione sul fatto che i tanti consigli dei media, in questi giorni, incontrano un pubblico che nel tempo ha già iniziato comunque a risparmiare (anche guardando i tempi effettivi di funzionamento degli impianti di riscaldamento) ed è sensibile al tema. Sarebbe molto interessante la stessa ricerca condotta su uffici, scuole, edifici delle pubbliche amministrazioni e negozi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: