Tecnologie, automazione, competenze. Tre pilastri strategici per ridisegnare un sistema che sia effettivamente inclusivo ed efficiente. Le risorse ci sono, a partire dal Pnrr, anche per liberare il potenziale della sanità territoriale, sfruttando per esempio la telemedicina e valorizzando i dati, ma sono evidenti anche le difficoltà legate alla gestione della complessità che richiede un approccio all’innovazione di tipo sistemico. Ne parla Fabrizio Redavid, Marketing, Communications & Investor Relations Director, Gruppo GPI

I fondi del Pnrr dedicati alla Missione Salute rappresentano un’opportunità anche per la transizione digitale della sanità. A che punto siamo con la trasformazione digitale della sanità e quali sono i passi più urgenti da fare per accelerare i nuovi modelli digitali per la sanità?

L’emergenza sanitaria degli ultimi anni ha trasformato radicalmente i comportamenti delle persone, le norme culturali, i valori sociali ed economici che fino a poco tempo fa consideravamo dei pilastri indistruttibili. La salute e il benessere delle persone sono diventati temi centrali e la riorganizzazione del sistema sanità ha un ruolo nodale per garantire attraverso le cure la tenuta del sistema Paese. La tecnologia che durante il lockdown ci ha consentito di “sopravvivere”, ora è chiamata ad assolvere un ruolo strategico, quello di contribuire a disegnare un sistema sanità che sia sostenibile, inclusivo e soprattutto universalistico.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le risorse straordinarie che mette a disposizione sono un’opportunità unica per ripensare ed evolvere il sistema sanitario del nostro Paese, con particolare riferimento al potenziamento della sanità territoriale, anche grazie allo sviluppo di servizi di telemedicina, e la raccolta e valorizzazione dei dati per popolare i fascicoli sanitari elettronici e renderli interoperabili.

Fabrizio Redavid, Marketing, Communications & Investor Relations Director di GPI
Fabrizio Redavid, Marketing, Communications & Investor Relations Director di GPI

In questi ultimi anni sono stati fatti passi avanti in termini di riforme, di stanziamenti di risorse straordinarie, di accordi quadro che semplificano i processi di procurement e di avviamenti di qualche significativo progetto di digital health. Il solco è tracciato, ma molto è ancora da fare: la gestione della complessità di questo epocale cambiamento è rilevante e richiede un approccio all’innovazione di tipo sistemico.

Per cogliere e mettere a terra le risorse straordinarie del Pnrr, è necessario velocizzare i programmi e le riforme necessarie per implementare nuovi modelli di cura, come pure affrontare i temi tecnologici più complessi per definirne standard e linee guida. Ma in aggiunta a ciò è indispensabile affrontare il tema delle competenze delle persone che devono attuare questo cambiamento – purtroppo ancora limitate rispetto alle necessità e alle risorse straordinarie da utilizzare – e implementare una governance condivisa, capace di coinvolgere tutte le le competenze e risorse disponibili.

 Le competenze sulle tecnologie digitali sono fattori indispensabili per la trasformazione digitale della sanità: quali sono gli ambiti tecnologici in cui servono maggiori competenze per sviluppare la Sanità digitale?

Le competenze in genere sono fattori fondamentali per affrontare il processo di trasformazione digitale della sanità. Oltre alle competenze tecnologiche, vanno prese in considerazione quelle di dominio, di processo, di be di gestione dell’innovazione. Accanto a ciò va sottolineata l’importanza di avere una chiara visione sui nuovi modelli e sugli obiettivi che si vogliono raggiugere attraverso la trasformazione digitale. Focalizzando l’attenzione sugli aspetti prettamente tecnologici, diverse sono le competenze che consentiranno di affrontare le sfide in corso: architetturali per progettare sistemi che combinino le migliori tecnologie in base alle specifiche necessità; di user experience per realizzare sistemi intuitivi e personalizzati in base al contesto e alla tipologia di utilizzatori; di system integration per sfruttare al massimo le capacità di dialogo e interazione tra tutti gli attori dell’ecosistema salute, con l’obiettivo di recuperare e collezionare il maggior numero di informazioni, rispettando le norme sulla privacy, e fornire sistemi a supporto delle decisioni dei clinici; su micro servizi e cloud computing per realizzare efficienza e scalabilità dei sistemi; di cybersecurity per garantire un’interconnessione sicura tra tutti gli attori coinvolti nei processi di diagnosi e cura;  su big data e AI per avere un modello di sanità data driven e poter supportare le decisioni attraverso sistemi proattivi e predittivi.

 Come sta evolvendo la strategia e l’offerta per la Sanità della vostra azienda in questo scenario di trasformazione?

Il Population Health Management è il modello che ispira la nostra proposizione di valore e l’evoluzione della sua offerta: operiamo per supportare un importante cambio di paradigma: passare da un modello di sanità “reattivo-episodico-di attesa”, a un modello di sanità “proattivo-predittivo-personalizzato”, incentrato sul paziente e sull’integrazione tra i vari attori del sistema sanitario. Il nuovo modello proposto vede il territorio/domicilio come luogo privilegiato per fare prevenzione e cura. Questa peculiarità supporta l’avvicinamento all’obiettivo finale della sostenibilità dei sistemi sanitari, aiutando a contenere l’aumento dei costi, consentendo contemporaneamente un equo accesso alle cure e un miglioramento della qualità della vita delle persone.

I sistemi di automazione – che abbiamo realizzato e che stiamo evolvendo a supporto di questa visione – utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale e tecniche di pattern recognition, per una tempestiva ed efficace presa in carico delle politiche sanitarie. Ma l’evoluzione non può essere solo tecnologica, deve essere anche sistemica. Ed è per questo che la nostra proposizione prevede servizi di analisi e consulenza, progettazione, supporto al change management, cybersecurity, privacy management, ecc. Fino ad arrivare ad un Bpo sempre più orientato alla presa in carico dei pazienti (Prm) e alla loro cura presso il domicilio (telemedicina).

Quali sono i principali progetti in corso per il 2022-2023?

Sono numerose le sfide di che ci siamo proposti di affrontare nei prossimi mesi.
Da un lato è in corso l’adozione e la validazione di soluzioni di cartella clinica elettronica che, grazie all’implementazione dei Clinical Data Repository, consente l’alimentazione del Fascicolo Nazionale Elettronico 2.0 in modo da realizzare un efficace sistema di supporto alle decisioni. Accanto a ciò stiamo attivando innovative soluzioni di Virtual Care, integrate con la cartella, e di Population Health Management, tramite la realizzazione di progetti che supportano la digitalizzazione e l’adozione del nuovo paradigma di medicina proposto.

Dall’altro la rivoluzione Industria 4.0 consente di perseguire lo sviluppo di modelli digitali basati sull’intelligenza artificiale in grado di migliorare outcome, engagement e sostenibilità dei sistemi sanitari, senza compromettere l’aderenza alle normative ed alle direttive nazionali e internazionali.

Tra i diversi focus della ricerca e sviluppo di GPI, particolare rilevanza ricopre:

  • Early detection dei fenomeni a partire da diverse fonti di Real World Data
  • Analisi della voce come biomarcatore di patologia
  • Sviluppo motori inferenziali e ontologie complesse di dominio
  • Tools di stratificazione del rischio sanitario e ottimizzazione dei percorsi di cura
  • Implementazione data lake
  • Data mining e tecniche di pre-processing

Ognuno dei citati filoni vede ci vede coinvolti nella proposta e nella sperimentazione di soluzioni innovative con tutti i diversi stakeholder coinvolti nel percorso di presa in carico e cura.

*Fabrizio Redavid, Marketing, Communications & Investor Relations Director, GPI

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