Fondata nel 1994 a Milano, da Gino Strada, la moglie Teresa Sarti e Carlo Garbagnati, riconosciuta come organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus) nel ’98 e come Ong (organizzazione non governativa) nel 1999, è forse meno noto che Emergency gode anche di uno stato consultivo speciale presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc). L’associazione ha come obiettivo offrire cure mediche e chirurgiche gratuite alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà in virtù di un impegnativo coordinamento all’attività dei volontari sul territorio per la promozione di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.

Il contesto

Emergency offre aiuto e servizi sanitari operando direttamente “sul campo”, nelle zone di guerra, ma finanziando la sua vasta gamma di servizi tramite le donazioni. Indipendente e politicamente neutrale contribuisce alla formazione del personale sanitario nei diversi Paesi, così come alla costruzione di ospedali. Una veloce occhiata ai numeri: oltre 12 milioni di persone hanno beneficiato dei servizi sanitari e, dalla fondazione, è stato curato un paziente al minuto. Assistenza chirurgica, medica, riabilitativa, formativa in questo momento sono fornite in otto diversi Paesi.

Facile immaginare la complessità di coordinamento di tutte le attività ma allo stesso tempo l’importanza dei dati e la sfida “logistica” nella loro gestione considerato che Emergency opera spesso in contesti critici, con strutture mediche “disperse” dove la connettività è scarsa (in alcuni luoghi affidata ancora alle semplici linee telefoniche degli albori di Internet e a modem a 56 Kb/sec), e priorità dell’associazione è mantenere il budget orientato alle operazioni di missione, più che alla gestione interna. Un rilievo che Rolando Bricchi, direttore IT di Emergency, semplicemente riassume così: “Operiamo in contesti nei quali la tecnologia non è necessariamente prioritaria e la confidenza sul tema non è scontata”.

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Emergency, un ambulatorio mobile operativo in Moldavia

Il bisogno ed il metodo

L’associazione raccoglie, tratta, archivia e conserva un’importante mole di dati sensibili, in primis, certo quelli relativi alle cartelle cliniche delle persone visitate e curate con tutti i relativi follow-up. Nel tempo si è resa necessaria una riflessione sulla gestione di queste informazioni, sensibili anche al tema delle vulnerabilità, degli attacchi informatici, ed in seconda battuta quindi all’effettiva possibilità di poter fornire assistenza e trattamenti adeguati. Considerato i modelli operativi dell’associazione è evidente come i primi “punti sensibili” siano proprio gli endpoint.

La scelta di Emergency per la loro protezione in ambienti complessi è una scelta effettuata nel solco della continuità e della coerenza. Infatti, poiché l’infrastruttura IT già poggia su Vmware Vsphere e Aria Suite, l’IT ha scelto Carbon Black Cloud Endpoint Advanced in sostituzione del sistema legacy operativo fino a quel momento. “In particolare – spiega Bricchiabbiamo potuto familiarizzare rapidamente con la filosofia e le funzionalità di Vmware Carbon Black Cloud Endpoint Advanced e, attraverso l’analisi del portafoglio esistente, abbiamo potuto capire ciò di cui avevamo bisogno in base alle nostre priorità, indirizzandoci sulla proposta Vmware perché l’evoluzione e la semplicità della soluzione, rispetto a dove partivamo, ci hanno convinto che fosse la soluzione giusta“.   

La soluzione e i vantaggi

Emergency, a partire dall’installazione dei primi sensori sugli endpoint con una procedura che richiede poco più di 10/15 minuti con Vmware Carbon Black Cloud Endpoint Advanced riesce a centralizzare in primis analisi e risposta ai problemi. “La cosa interessante di Carbon Black è che non è invasivo lato utente – dettaglia Bricchi -. Se qualcuno apre involontariamente un’email sospetta, viene inviata una notifica al team IT, senza visualizzare avvisi poco chiari per l’utente”. In questo modo sono più snelle le procedure di risposta e non è necessario che chi opera sul campo abbia bisogno di approfondite conoscenze.

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Rolando Bricchi, direttore IT, Emergency

L’agilità impatta anche sulla semplificazione dei processi e sulla riduzione dei tempi di inattività dei sistemi, fattori critici tanto più considerato che l’associazione, nelle sue diverse sedi, opera su fusi orari diversi. 
Soprattutto, l’adozione di Vmware Carbon Black Cloud Endpoint Advanced porta come vantaggio la visibilità necessaria su tutto l’ambiente IT e sui device operativi e Bricchi riconosce infatti il passaggio da “una visibilità parziale degli endpoint distribuiti nei Paesi nei quali operiamo ad una visibilità del 100% su ciò che sta accadendo, anche su attività che non gestisco direttamente”
Basata su cloud, la soluzione, per offrire informazioni, richiede agli operatori l’apertura di una scheda su browser da qualsiasi laptop, per controllo e gestione degli endpoint e configurazioni software ad hoc per specifici gruppi di utenti soprattutto, lavora anche su reti con latenze molto alte ed in contesti critici.  Il responsabile IT di Emergency evidenzia come vantaggi, nonostante la soluzione sia ancora in fase di implementazione, anche “la riduzione delle ore dedicate alla risposta dei problemi segnalati tra il 50 ed il 70% e addirittura dell’80% di quelle dedicate a specifiche attività di gestione degli endpoint”.

Gli sviluppi

Maggiore tranquillità per la sicurezza dei sistemi e dei dati e la riduzione al minimo dei rischi di interruzioni operative i benefici nell’immediato, ma  “andando avanti, è chiaro che Vmware Carbon Black Cloud Endpoint Advanced farà risparmiare molto tempo e ci saranno molti meno eventi di sicurezza da gestire – conclude Bricchi -. Dopo appena due settimane di implementazione, ci ha permesso di rilevare e risolvere altre falle di sicurezza di cui non eravamo a conoscenza, come un utente che non sapevamo avesse credenziali amministrative e che aveva installato un software dannoso”. Mantenere l’attenzione dove serve senza disperdere risorse ed energie ha un impatto positivo anche su pazienti e personale.

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