Cresce la sensibilità delle aziende per i temi che ruotano intorno alla sicurezza. Non parliamo solo della sicurezza informatica, della cybersecurity, ma anche di sicurezza fisica e logica, di quella relativa agli impianti, ai macchinari di produzione, delle stesse infrastrutture aziendali, quindi anche alle delle sedi. Oggi il confine tra mondo fisico e digitale – anche in questo senso – va scomparendo e c’è bisogno di ripensare all’idea stessa di sicurezza. Quanto più il digitale interviene nel consentire alle aziende una maggiore agilità e permea tutti i processi e gli apparati fisici, tanto più le espone a nuovi rischi agli attacchi cyber anche a partire da domini considerati fino a “ieri”, intrinsecamente sicuri, o comunque estranei al digitale. E’ l’ambito, quello della gestione del rischio a 360 gradi”, entro cui opera Axitea che si propone come partner di riferimento nella sicurezza fisica e informatica, per le aziende e le PA, con l’obiettivo di tutelare gli asset dei clienti attraverso la proposta di soluzioni ad hoc e servizi gestiti. L’azienda è specializzata nello sviluppo di servizi e soluzioni di sicurezza integrate e personalizzate per la protezione dalle intrusioni fisiche e cyber e oggi fa leva sulla digitalizzazione dei servizi di security come paradigma per elevare il livello di tutte le sue proposte. 

Marco BavazzanoCeo di Axitea: “Una proposta, quella attuale, che si colloca a valle di un lungo percorso di trasformazione che dal 2014 ha caratterizzato l’azienda”. Nata infatti con l’offerta di servizi di vigilanza, oggi Axitea è a tutto tondo un global security provider. Propone ancora, e anche, servizi di vigilanza ma integrati con tecnologie innovative, sistemi di protezione fisica e cyber, sfruttando a proprio vantaggio le convergenze in atto tra informatica, telco, automazione e IoT. In questo modo, è in grado di offrire gestione proattiva degli allarmi e degli interventi, grazie anche allo sviluppo di competenze specialistiche” nella progettazione, realizzazione, integrazione, manutenzione e gestione delle piattaforme e di soluzioni tecnologiche dedicate alla sicurezza fisica, al controllo degli accessi, alla videosorveglianza, al monitoraggio satellitare e alla protezione di infrastrutture Ict.

Digitale, automazione/orchestrazione, sostenibilità caratterizzano quindi la proposta Axitea per le aziende che, soprattutto in un contesto come quello italiano – costituito per oltre il 90% da Pmi – faticano nel dotarsi di tutte le risorse, economiche e umane, per poter coprire, insieme, queste esigenze. “Nell’ultimo anno – prosegue Bavazzano –  abbiamo lavorato ad un rinnovamento della nostra organizzazione in ottica di business proposition, per fornire soluzioni di sicurezza integrata specifiche per industrie e aree di attività: dalla vigilanza privata all’integrazione di sistemi allarme e di controllo satellitare, oggi integriamo le ultime tecnologie, come sistemi IoT e intelligenza artificiale, digitalizzando trasversalmente i servizi offerti e facendo evolvere continuamente i paradigmi della sicurezza e affiancando sempre servizi di consulenza specializzata ]…[“.

Marco Bavazzano
Marco Bavazzano, Ceo di Axitea

Axitea è quindi operativa in sette aree di business: cybersecurity (assessment, prevention, response, advisoring, training), site security (protezione e sorveglianza di edifici o intere aree e deterrenza contro accessi non autorizzati, furti e atti vandalici), fleet security (per il controllo e la sicurezza di automezzi e asset mobili), bio security (protezione e salvaguardia della salute e della sicurezza delle persone), IoT security (soluzioni integrate IoT e security per l’automazione e il miglioramento di efficienza di processi produttivi o industriali), drone security (protezione e sorveglianza di siti e aree con l’ausilio di tecnologie ad elevata automazione) e AI videosecurity con soluzioni di “video analisi con intelligenza artificiale per la rilevazione realtime di situazioni di interesse” in ambito security, safety e gestione dei processi produttivi.

L’azienda conta 22mila clienti (Comune di Milano, Bomi Group, Bnl Gruppo Bnp Paribas, VF Italy Retail, Itelyum AC Milan, tra le aziende che hanno scelto Axitea), ed opera con 1.700 dipendenti in 30 filiali operative. Oltre 110 gli analisti attivi nel Soc (una quarantina le persone dedicate nello specifico al comparto cyber) di cui dispone Axitea, a Milano, che gestisce oltre 60mila allarmi al mese, con una unit per il disaster recovery operativa invece da Ancona. Axitea opera attraverso “un approccio consulenziale personalizzato, così da definire un piano di sicurezza specifico per le esigenze di ogni impresa e mirato ai rischi che ciascun business corre nel proprio ambito” oltre ad offrire programmi di formazione interna, in modo da mettere a disposizione dei clienti “le competenze necessarie ma contribuendo anche alla formazione dei dipendenti delle aziende per la necessaria autonomia in tema di sicurezza”. Con la consapevolezza su un punto: “Oggi la sicurezza, soprattutto lato cyber, non ha ‘bisogno della migliore soluzione disponibile sul mercato’, come vorrebbe veicolare il marketing, quanto piuttosto di tecnologia realmente gestita, di una governance, di una strategia integrata e quindi della gestione dei problemi a tutto tondo”.  

Ultimo, ma non ultimo per Axitea, lo sviluppo di una cultura della sicurezza deve tenere al centro i temi della sostenibilità e della circolarità. “Nel processo di innovazione aziendale – prosegue Bavazzanola sostenibilità rappresenta uno dei driver fondamentali da seguire, con l’obiettivo di creare servizi di sicurezza più efficienti anche dal punto di vista energetico, che utilizzino meno risorse e che abbiano un minor carbon footprint”. 

L’esperienza di Ultranet con Axitea

Tra i progetti realizzati – per diversi aspetti qualificante tanti dei punti fino a questo momento toccati – c’è quello con e per Ultranet che si innesta nell’ambito della progettualità di sicurezza sfruttando le tecnologie ed i sensori Iot, ed è relativo all’installazione di device intelligenti sull’infrastruttura Ultranet – in particolare gli impianti a terra -; una sorta di primo passo per abbracciare un’idea di progettualità innovativa proprio a partire dalle reti per la connettività. “In questo ambito abbiamo messo in gioco la nostra esperienza come system integrator e le competenze non solo in ambito IoT – introduce il caso Bavazzanoma anche nell’ambito della sensoristica, in un mercato oggi decisamente ricco di soluzioni e varietà”.

Parla nel dettaglio dell’esperienza sul campo, invece, Giulia Sangiovanni, chief operation officer di Ultranet. L’azienda è operatore di rete iscritto al Roc, proprietaria di un’infrastruttura di backbone, backhauling e accesso con un’estensione di rete per 12mila km circa e 700 centraline (Pop), distribuite in 19 regioni italiane e lungo i maggiori distretti industriali (eredità della vecchia rete Linkem, acquisita dal gruppo Hgm). L’obiettivo di business è implementare la propria dorsale e lo sviluppo di nuove direttrici, al fine di supportare lo sviluppo di copertura in fibra ottica del territorio nazionale.

Lo scenario

Ultranet propone un’offerta end-to-end ai maggiori operatori di telecomunicazioni nazionali (Telecom, Open Fiber e Vodafone, tra i clienti) inclusa la manutenzione delle infrastrutture in fibra ottica (con il revamping e la sostituzione del cavo prima in rame ora in fibra, sulla rete), disponibili attraverso la cessione in Iru dei diritti d’uso per porzioni di rete Ultranet, sulla base delle le esigenze dei propri clienti. Obiettivo dello specifico progetto con Axitea il monitoraggio puntuale e continuativo delle infrastrutture di rete sfruttando tecnologie IoT per anticipare eventuali malfunzionamenti, ma in modo da guadagnare anche strumenti di monitoraggio delle squadre impiegate nelle operazioni di posa e manutenzione della rete, così come puntuali segnalazioni relative agli accessi (anche quelli non autorizzati) all’infrastruttura a terra.

Il bisogno

Axitea ha lavorato quindi con Ultranet allo sviluppo di una soluzione che prevede l’installazione di un dispositivo IoT da posizionare sulla dorsale in fibra ottica di proprietà di Ultranet, come si diceva, su un’estensione di circa 12mila chilometri di cavidotti e cavi in fibra, intercalata da centraline PoP.

Giulia Sangiovanni
Giulia Sangiovanni, Coo di Ultranet

“In particolare, il progetto è partito con l’intenzione di monitorare l’infrastruttura di rete passiva – spiega Sangiovanni individuando anche una serie di opportunità commerciali che in un primo momento non riuscivamo a cogliere. Per esempio, la possibilità di vigilare sulla sicurezza dei chiusini, la relativa apertura, ma anche monitorare la disponibilità di eventuali risorse da offrire agli operatori-clienti”.

La soluzione

Nel dettaglio, il sensore IoT studiato e adotatto nel progetto con Axitea è provvisto di Gps e accelerometro, è dotato di batteria indipendente, ed è posizionato sui chiusini di accesso della dorsale. Si attiva nel caso di movimentazioni anomale dopo un numero stabilito di secondi, sfruttando canali di comunicazione che vanno dal 2G a Narrowband IoT, al fine di comunicare con il sistema centrale. I dati raccolti, inclusi la georeferenziazione del pozzetto e gli allarmi sullo stato di apertura, vengono archiviati in una piattaforma che permette di visualizzare la reportistica integrata con i database di geolocalizzazione di Ultranet via Api, piattaforma ideata da Axitea.

I vantaggi

“Il sistema – ci spiega Sangiovannipermette anche di controllare l’attività delle squadre in campo, quanto tempo impiegano per gli interventi, e questo impatta sull’efficientamento dei processi in modo decisamente significativo. Non solo: grazie alla disponibilità di una dashboard che permette di avere una panoramica della localizzazione e dello stato dei pozzetti, “si possono monitorare meglio e programmare gli interventi delle squadre tecniche sul territorio”, con la gestione puntuale in termini di spostamenti e riduzione dell’impatto ambientale sono evidenti le possibilità di efficientamento nella gestione organizzativa del personale incaricato per gli interventi di manutenzione e di implementazione della rete. 

“Lo sviluppo del sensore posizionato sui chiusini, come scelta operativa, ha consentito di non dover procedere con la sostituzione degli stessi, ed un’installazione/preconfigurazione veloce, con una serie di ottimizzazioni anche logistiche. Ora Ultranet punta a disporre un sensore almeno ogni chilometro (ne sono già operativi sul territorio oltre una ventina). Questo consentirà di ricavare informazioni puntuali sullo stato di sicurezza dell’infrastruttura, sulle attività di realizzazione e posa di nuove porzioni di fibra ottica. Sarà possibile anche il monitoraggio puntuale dei punti sul territorio inclusi gli interventi sul manto stradale che, con le vibrazioni, possono danneggiare l’infrastruttura di Ultranet esistente, al fine di prevedere e limitare eventuali disservizi.

Prossimi passi saranno l’estensione della collaborazione – sempre basata sullo sviluppo e utilizzo di dispositivi IoT – per passare dal monitoraggio di eventi di sicurezza, alla programmazione di sviluppi infrastrutturali, in aree territoriali specifiche. In primis i  distretti industriali, per ottimizzare i processi interni legati ai consumi energetici, favorendo l’efficientamento di rete a livello industriale ed alimentando le opportunità legate alla creazione delle comunità energetiche.
L’integrazione tra tecnologie di sicurezza e sensoristica IoT aggiunge valore, grazie all’implementazione di scenari di innovazione ed automazione evoluti, rispetto a quelli realizzabili tenendo i domini separati.

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