Arriva alla seconda edizione la ricerca commissionata da Google Cloud a The Harris Poll per analizzare e studiare gli impegni delle aziende per la sostenibilità. A Google Cloud Sustainability Survey 2023 rispondono più di 1.400 dirigenti di 16 Paesi, compresa l’Italia, selezionati tra VP and C-Suite executive delle aziende di tutti i principali verticali. E non mancano le sorprese.
Infatti, il primo dato dice che nove organizzazioni su dieci parlano pubblicamente di impegni per la sostenibilità, ma solo il 58% sta realmente spostando i programmi dalla carta alla fase di attuazione e ancora meno (22%) si misura rispetto agli obiettivi.

Eppure, poco meno del 90% del campione rileva quanto consumatori e clienti stiano diventando più espliciti riguardo la preferenza di interazione con brand sostenibili, e per questo i leader dovrebbero sentire come urgente il cambiamento. Anche per trarre vantaggio dal cambiamento nelle preferenze di clienti, acquirenti o investitori verso i prodotti delle aziende impegnate a raggiungere gli obiettivi Esg.
Addirittura, per quanto riguarda il nostro Paese, l’84% dei dirigenti è consapevole che i clienti sono più propensi ad apprezzare marchi sostenibili, ma allo stesso tempo, il 71% si trova a dover far fronte ad un calo delle risorse economiche per il raggiungimento dei propri obiettivi di sostenibilità.

Due nuovi elementi sembra chiaro potrebbero avere un impatto sulle strategie delle aziende in ambito Esg. Il primo è la situazione macroeconomica, con il relativo calo di risorse disponibili. Anche se la ricerca vuole evidenziare, insieme al problema, la volontà dei dirigenti di far fronte a questo scenario in maniera concreta con un miglioramento degli strumenti di misurazione per il raggiungimento di obiettivi precisi.

Il secondo elemento riguarda il greenwashing. Il tema del greenwashing è interessante proprio per come è vissuto all’interno delle aziende. Innanzitutto ricordiamo che il termine indica l’ambientalismo di facciata, ovvero strategie di comunicazione finalizzate a costruire un’immagine dell’aziende positiva ma ingannevole sotto il profilo dell’impatto ambientale. Insieme all’ipocrisia sui temi green è reale preoccupazione tra gli intervistati italiani di quest’anno. Più di due dirigenti italiani su cinque (43%) ammettono di aver sovrastimato (o rappresentato in modo impreciso) le proprie attività di sostenibilità. A nostro avviso non importa molto che tanti ritengano l’errore come involontario e richiedano misurazioni accurate, identificando nella mancanza di strumenti uno dei maggiori ostacoli a un vero progresso, perché i dati disponibili sono stati comunque comunicati a beneficio dell’azienda. Bene quindi che il 91% dei rispondenti sta cercando di muoversi in questa direzione per raggiungere obiettivi più precisi, ma ancora di più che l’88% degli executive sottolinei l’importanza di non ridurre la sostenibilità ad un mero strumento di comunicazione. Questo documenta la crescita di consapevolezza sull’importanza nel conseguimento di risultati concreti in ambito Esg.

In Italia, allo stato attuale, le iniziative ambientali, sociali e di governance sono in ogni caso passate dall’essere la priorità organizzativa nel 2022 per scendere in seconda posizione nel 2023. Insieme al contesto macroeconomico, ad influire negativamente sarebbero le pressioni esercitate da soggetti esterni per dare la priorità all’ottimizzazione dei rapporti con i clienti e all’aumento dei ricavi più immediato.

Estratto infografico dalla ricerca Google Cloud Sustainability Survey 2023

Ed è invece un’opportunità di business mancata pensare alla sostenibilità come a un costo nel breve termine anziché come a un investimento a lungo termine.

Fabio Fregi, country manager Italy di Google Cloud
Fabio Fregi, country manager Italy di Google Cloud

E’ ottimista comunque la lettura dei dati come sono interpretati, per l’Italia, da Fabio Fregi, country manager Italia di Google Cloud: Nonostante le difficoltà e le incertezze legate al contesto odierno, i dati ci forniscono un motivo per essere ottimisti. Infatti, in Italia, il 99% delle aziende intervistate ha già attivato almeno un programma per promuovere le proprie iniziative di sostenibilità, e la partecipazione a queste iniziative è rimasta per lo più invariata rispetto allo scorso anno”. 

Chi guida le aziende ora deve sforzarsi di andare oltre i programmi sulla carta e puntare agli obiettivi più concreti. Per questo gli executive citano la tecnologia e gli investimenti operativi come percorsi principali per una crescita futura sostenibile, pur sapendo che costi e mancanza di budget per gli investimenti sono ostacoli critici.
L’87% degli intervistati cerca di puntare su misurazioni migliori ma il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità di un’organizzazione richiede uno sforzo di team e struttura interni solidi.

La ricerca mostra che molti dirigenti sono alle prese con la complessità dei processi dietro le quinte, di chi prende le decisioni relative alla sostenibilità all’interno della propria azienda, anch’essa da governare, per controllare tutta la filiera logistica della sostenibilità.
Un riferimento sugli altri: per sette dirigenti su dieci “le parti responsabili delle decisioni relative alla sostenibilità non sono del tutto collegate o allineate”.
Serve una figura leader dedicata che governi le iniziative di sostenibilità con grandi capacità di team building, figura che deve disporre di diverse competenze per far crescer la sostenibilità organizzativa, comprese quelle per l’analisi dei dati. Il 58% degli intervistati afferma: “Non ho disponibilità di risorse/talenti che potrebbero far progredire in modo significativo la sostenibilità nella mia organizzazione”.

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