Il mercato della robotica cresce costantemente e mostra ampi spazi di ulteriore sviluppo. Elemento trainante del manifatturiero, il mondo dei robot è oggi supportato dalle nuove tecnologie digitali e dall’artificial intelligence che favoriscono l’affermarsi dei cobot a supporto del lavoro umano. Un mercato dinamico a livello globale e in modo particolare in Italia, come testimonia Fanuc che in questo contesto si muove dal 1955 consolidando anche nel 2023 il proprio business, con l’installazione lo scorso settembre del suo milionesimo robot. Ce ne parla Marco Delaini, managing director di Fanuc Italia e VP Fanuc Europe, incontrato in questi giorni a Lainate, nella sede dell’azienda che ospita il nuovo Fanuc Experience Center 5.0, un’area espositiva, di sperimentazione e test center dedicata all’innovazione e all’evoluzione industriale. “Una palestra dove sviluppare prodotti nuovi, dove utilizziamo l’AI per correggere la lavorazione all’interno della macchina e l’IoT per l’interconnettività macchina-robot” racconta Delaini che sintetizza così la strategia dell’azienda: “Siamo specialisti nell’automazione di fabbrica: da una parte, costruiamo l’hardware o il software, dall’altra abbiniamo lo sviluppo di idee innovative per la produzione industriale in risposta alle esigenze del cliente”.
Fanuc affianca importanti realtà del manifatturiero a livello mondiale con soluzioni di robotica, controllo numerico e automazione; “per noi – afferma Delaini – è quindi fondamentale riuscire ad interpretare i grandi trend tecnologici e le nuove frontiere dell’automazione industriale per poter offrire alle imprese il meglio della tecnologia, massimizzare il valore dei dati, attrarre talenti e favorire la crescita del business digitale”.
I numero del manufacturing e della robotica
Partendo dai trend tecnologici in atto, Delaini illustra il macro-scenario in cui si muove Fanuc attingendo ai dati di alcune ricerche. L’industria manifatturiera italiana, nel 2022 è cresciuta del 9% sul 2021; nel 2023 ha registrato una contrazione dello 0,6% e nel 2024-2025, si prevede abbia un andamento flat, con una variazione massima dell’1% (fonte Prometeia). Le principali aree di sviluppo futuro nel manufacturing evidenziano i settori chiave per l’upgrading digitale e green, come l’elettronica, l’elettrotecnica, la meccanica e l’automotive, settore quest’ultimo che in Europa registra una crescita solida e costante della produzione, grazie all’aumento delle immatricolazioni di auto elettriche (16,3% vs 15% 2022) e ibride (27,4%).
Altro settore in crescita è la produzione aerospace dove si stanno recuperando tutti i livelli pre-Covid e dove nei prossimi dieci anni si prevedono forti investimenti su tecnologie del futuro. Il mercato globale delle macchine utensili, secondo Oxfort economics, dopo il tracollo 2020 è cresciuto esponenzialmente nel 2022, registrando poi una contrazione nel 2023, con la Cina tra le economie trainanti negli ultimi 2 anni ma che inizia anch’essa a rallentare.
In Italia, il settore registra crescite importanti dal 2020 in poi e un rallentamento nel 2023, seppure ancora con segno positivo grazie alla produzione made in Italy oltre confine. “Una frenata dovuta al fatto che i fondi per l’Industria 4.0 sono finiti e le imprese rimandano gli investimenti in attesa di capire quali saranno gli incentivi che il governo italiano introdurrà a favore dell’Industria 5.0”, commenta Delaini.
La robotica, nel 2022, ha registrato un record a livello mondiale, con una crescita del 5%, e le previsioni vedono una costante crescita (del 7% circa) su produzione e consumo di robot. Tra i robot industriali, prendono sempre più piede i robot collaborativi o cobot che pur rappresentando ancora solo il 10% del totale della produzione, registrano una crescita a doppia cifra.
Il mercato della robotica è oggi dominato dal continente asiatico (73%), con la Cina che influenza fortemente il mercato con il 50% dei prodotti installati nel mondo; seguono l’Europa (15%) e gli Usa (10%) (fonte Ifr – International Federation of Robotics). In Europa, dove sono stati installati circa 72.000 robot nel 2022 (+6% sul 2021) l’Italia ha assorbito il 16% del mercato, posizionandosi come secondo mercato europeo. Un record storico della domanda di robot per il nostro Paese, con un tasso medio di crescita 2008-2022 del +7%. Ordini che nel primo semestre 2023 sono però crollati del -34%, “a causa dei colli di bottiglia nella logistica con un allungamento tempi di consegna dovuti al contesto economico e geopolitico attuale”, spiega Delaini.
Fanuc Italia, business e strategie
“Abbiamo iniziato a costruire robot intorno al 1980 e ci abbiamo impiegato 36 anni per installare mezzo milione di robot e soli 7 anni per raddoppiare questo numero” dichiara Delaini confermando l’accelerazione nello sviluppo della robotica negli ultimi anni. “The factory automation company, ci auto-definiamo perché lavoriamo per aumentare l’efficienza e la produttività delle aziende manifatturiere a livello globale. E lo facciamo attraverso il controllo numerico, con cervelli applicabili a qualsiasi tipo di macchina per asportazione, deformazione, taglio laser, saldatura; siamo produttori di macchine utensili innovative, robot industriali compresi i collaborativi, macchine per produzioni interne o per testare la tecnologia futura”.
Oggi Fanuc conta 9.400 dipendenti nel mondo, 270 filiali in 100 Paesi, oltre 300.000 robodrill vertical installate nel mondo. L’intera produzione dei robot di Fanuc avviene in Giappone, fatta eccezione per un prodotto specifico di verniciatura auto sviluppato negli Usa, grazie anche al contributo di General Motors. In Italia si fa soprattutto ricerca e sviluppo; la maggior parte dei dipendenti (174 ad oggi) sono ingegneri, tecnici specializzati, persone cresciute all’interno e provenienti da istituti tecnici che ingegnerizzano l’idea su carta, oltre al service e alla parte correttiva. “Uno sviluppo che richiede tempo – sottolinea Delaini -. Nel settore del controllo numerico lavoriamo infatti con aziende su macchine che verranno portate in commercio tra due o tre anni”.
I progetti di automazione, rivolti agli impiantisti, coprono qualsiasi tipo di oggetto, pertanto a livello operativo, l’azienda si rivolge trasversalmente ad ogni settore, dal farmaceutico all’energy, dalle costruzioni all’aerospazio, all’auto all’agricoltura, all’elettronica, alle materie plastiche. A livello finanziario, Fanuc Italia ha registrato un fatturato di 193 milioni di euro nel 2022, in crescita rispetto ai 173 milioni di euro del 2021; il 2023 si mantiene flat (191 milioni di euro) a causa delle tensioni nel mercato delle macchine utensili.
Delaini entra nel merito della strategia aziendale: “Vogliamo lavorare in sinergia con stakeholder, clienti, fornitori, partner, collaboratori, per poter anticipare i mega trend e posizionare sul mercato prodotti, soluzioni, servizi e progetti sostenibili dal punto di vista della competitività, del rispetto dell’ambiente e della valorizzazione del fattore umano. Oggi si parla di AI generativa, di interconnessioni rete 5G, di robotica mobile e di intelligent application; tutte evoluzioni tecnologiche sule quali dobbiamo investire per far fronte alle richieste di mercato dei prossimi dieci anni”.
Tra le strategie, lo sviluppo dei talenti attraverso il progetto Fanuc-Sanoma, un percorso formativo nel campo della robotica: “per le scuole italiane attiviamo un portale di formazione online che dà ai ragazzi una certificazione in un percorso didattico e di laboratorio 4.0 che include anche l’hardware completando la catena, per la valutazione e l’introduzione dei talenti nel mondo della manufacturing”, prosegue Delaini. La competizione mondiale Worldskill così come le Olimpiadi di arte e mestieri che nel 2022 hanno visto il primo team italiano partecipare alla competizione europea, sono due iniziative che vanno in questa direzione.
Obiettivi green. Nella roadmap c’è anche lo studio di progetti sempre più sostenibili e all’avanguardia. “Dobbiamo fornire tecnologie che permettano alle aziende di ridurre i consumi e di diventare green, nel rispetto dell’ambiente”. In questo contesto, Fanuc introduce best practice e servizi di economia circolare come il programma di re-generation dei robot per allungare i tempi di vita degli asset riparando componenti che possono avere anche oltre 30 anni, come possiamo osservare in un’area dell’Experience Center 5.0.
AI e robotica rivoluzionano l’architettura
AI e AI generativa raggiungeranno un valore tra i 2,6 e i 4,4 trilioni di dollari l’anno fino al 2040 (fonte McKinsey) con un impatto rilevante sul manifatturiero dove crescono gli investimenti per superare le sfide del settore. “L’AI è destinata a esercitare un forte impatto su economia, società e ambiente – afferma Delaini – e sta già ridefinendo profondamente processi sociali e modelli economici con ripercussioni positive anche sull’ecosistema, andando a sopperire all’aumento demografico o aiutando ad abbattere i consumi energetici”. Per Fanuc, l’AI rappresenta un innegabile vantaggio competitivo e per questo investe in questa direzione.
Come conferma la collaborazione con IndexLab, laboratorio di ricerca nel campo del design e dell’innovazione nato dal PoliMi che in sinergia con Fanuc ha sviluppato un’innovativa applicazione che vediamo in funzione nell’Experience Center 5.0. “Si tratta di un progetto che risponde a un cambio epocale di paradigma nel mondo dell’architettura e del design di interni“ spiega Pierpaolo Ruttico, founder e managing director di IndexLab; un sistema all’avanguardia che utilizza robot per eseguire complesse operazioni basate sull’intelligenza artificiale. “L’intersezione di AI generativa, ML e robotica è in grado di interpretare informazioni acquisite sotto forma di pattern e texture, elaborarle rapidamente e tradurle in un linguaggio comprensibile ai robot”, dichiara Ruttico. Il risultato è un processo di produzione avanzato, in cui i robot Fanuc riproducono i pattern di input attraverso lavorazioni di taglio a caldo. In questo contesto, “la parola chiave è no-code programming, la direzione verso la quale stiamo andando, ovvero dare semplicemente l’ordine alla macchina in un futuro in cui non servirà saper programmare”.
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