Secondo autorevoli fonti americane, Dell Technologies sta rescindendo il suo accordo di distribuzione con Vmware. Un accordo siglato nel 2021 dopo che Michael Dell aveva scorporato Vmware dalla sua azienda, continuando a prevedere però di distribuire prodotti e servizi del fornitore di software e virtualizzazione per il cloud computing, in grado di indirizzare gli elementi più critici di un approccio ibrido.

Chiaro che l’acquisizione di Vmware da parte di Broadcom avrebbe rimescolato le carte, da subito. Il business è business. Ed infatti già ad inizio anno si è messa in moto quella che “necessariamente” sarebbe stata un’onda lunga per tutto il canale. In questo caso il fragore dell’onda è ancora maggiore perché a rompere l’accordo di distribuzione è proprio Dell Technologies di cui Vmware è stata una parte importante.

Gli accordi però hanno sempre delle clausole e, tra queste, un cambio di proprietà così importante, come il passaggio a Broadcom, può giustificare una mossa decisa ed è di solito clausola anche prevista, tanto più considerando che non sarebbe risultato più appropriato ed adeguato per nessuna delle due parti un accordo siglato in tutt’altro contesto e scenario. In ogni caso.
L’acquisizione di Vmware da parte di Broadcom sappiamo bene quanto sia stata operazione complessa e “osservata”. Una volta conclusa, dopo poco, è arrivata la scelta di chiudere la possibilità di commercializzare le licenze software perpetue, spostando del tutto il baricentro verso l’As a Service, verso le licenze a sottoscrizione. Certo, è questo un modello di eccellenza per il cloud, ma non necessariamente è il modello preferito dai chief information officer.

Michael Dell, chairman e Ceo di Dell Technologies
Michael Dell, chairman e Ceo di Dell Technologies

E’ naturale infatti pensare anche che se ad un modello e ad un’architettura che nascono per essere flessibili si decide comunque di togliere parte della flessibilità, fosse anche solo legata ad una preferenza di licensing, in alcuni contesti di consumo il “gioco può non valere la candela”.
La chiusura dell’accordo può essere almeno in parte legata a questa percezione di un malumore tra i Cio? Solo in parte. Di sicuro  non vuole esprimere l’idea di un ‘disinteresse’ reale da parte di Dell Technologies ad un accordo con Vmware… Non è assolutamente pensabile. Abbiamo aperto con la stessa idea. Il business è business.
Per lo stesso motivo per cui l’accordo attuale è di interesse chiuderlo, sarà di interesse per  entrambe le parti tornare attorno ad un tavolo e rinegoziarne un altro. 
Ed è proprio in questa direzione che fonti autorevoli (The Register) segnalano una dichiarazione di Michael Dell secondo la quale Broadcom continuerà a rappresentare un partner importante ed apprezzato per Dell Technologies e con cui continuare a sviluppare un rapporto volto ad offrire valore all’attività dell’azienda, ai clienti, ai partner”

Resta un punto che però è cruciale. A valle di acquisizioni ed operazioni di merging ci sono persone e progetti. Le prime molto spesso perdono il posto, i secondi subiscono rallentamenti. Non è per nulla funzionale all’efficienza ed alle economie di trasformazione per un Cio non conoscere con certezza come evolveranno i costi delle risorse tecnologiche cui attinge per i progetti di digital transformation, ancora di meno lo è la perdita delle “certezze” sui partner tecnologici cui si affida prima di intraprende il viaggio.
Anche in tempi normali il cambiamento di listini, programmi, etc. suscita sempre interrogativi nei partner. In questo caso la “scossa” può essere anche maggiore perché Dell Technologies e Vmware (pur tecnologicamente agnostica) hanno da anni fatto ‘sistema’… E per tanti clienti Vmware oggi rappresenta “la base” su cui poggia l’idea stessa di cloud ibrido. Ora è importante per loro capire, presto ed in modo chiaro, tutto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi l'articolo: