Approvato all’unanimità dai consigli di amministrazione l’accordo in base al quale Broadcom acquisirà Vmware con una operazione da 61 miliardi di dollari (in parte in contanti, in parte in azioni), facendosi carico anche degli 8 miliardi di dollari di debito netto di Vmware (versando 69 miliardi di dollari in totale).
Una maxi operazione che, unendo l’offerta di soluzioni (chip e software) per infrastrutture e aziende dei due colossi dell’IT, posizionerà la nuova Broadcom in due settori strategici: quello della produzione dei chip e quello delle piattaforme di cloud computing, permettendo all’azienda di diversificare fonti di ricavo entrando in aree a forte crescita di mercato.
61 miliardi di dollari. Si tratta di una delle più costose e importanti acquisizioni realizzate nella storia del settore tecnologico che, se approvata dalle autorità competenti e dagli azionisti di Vmware, verrà completata nel 2023 (nel prossimo anno fiscale di Broadcom). Una cifra per ora seconda solo a quella sborsata da Dell per acquisire Emc nel 2015 (67 miliardi di dollari) che sarà sorpassata al momento del closing da quella proposta da Microsoft per compare Activision Blizzard King, non ancora finalizzata (68,7 miliardi di dollari).
Cosa c’è nel piatto.
Da una parte Broadcom, società che progetta semiconduttori per infrastrutture, nata in Usa nel 1991, dal 1998 quotata al Nasdaq, dal 2015 acquisita dall’azienda dell’attuale Ceo Hock Tan (Avaga Technologies, Singapore), con un portafoglio di chip integrati in apparecchiature di telecomunicazione, come modem e router, e di chip specializzati nella trasmissione radio Wifi e Bluetooth, impiegati nella gestione di networking, storage, mainframe, data center, con componenti dedicati ad automazione, monitoraggio e sicurezza. Anche in ambito industriale, con una capillarità tale da allertare la commissione europea per violazione delle regole sulla concorrenza nel 2019.
Dall’altra Vmware, nata a Palo Alto nel 1998, fornitore di software e servizi multicloud per le aziende, che ha fatto della virtualizzazione il mantra per anni (dal pc, alla rete, allo storage) e che ha spostato il core della propria strategia dal data center software defined al cloud computing, definendo le tecnologie software per il nuovo lavoro ibrido, spingendo modernizzazione infrastrutturale e applicativa, con attenzione marcata alla gestione sicura dei carichi di lavoro complessi in grandi aziende enterprise.
Due aziende che in questi anni hanno fatto passi in direzioni opposte sul mercato.
Broadcom è cresciuta per costose acquisizioni di aziende con piattaforme mission-critical consolidate nell’ambito del software, spesso poi “smembrate” una volta acquisite, basti pensare a Symantec (acquisita per 10,7 miliardi di dollari nel 2019) o alla dolorosa mancata integrazione di CA Technologies (acquisita nel 2018 per 18,9 miliardi) fino alla scalata non finalizzata del concorrente Qualcomm, per una cifra da capogiro (117 miliardi di dollari) saltata per la forte opposizione di Donald Trump.
Di contro Vmware fuoriuscita dalla grande Dell Technologies nel novembre 2021 per quotarsi a Wall Street, dopo aveva gravitato dal 2016 nell’orbita della federation delle aziende Dell & Emc. E oggi, anche se azienda pubblica, è ancora sotto l’ala protettiva di Michael Dell, maggiore azionista (al suo 40,2% si aggiunge il 10% del fondo di famiglia Silver Lake) favorevole alla transizione in corso proposta con Broadcom. “Insieme a Broadcom, Vmware sarà in una posizione ancora migliore per fornire soluzioni innovative e di valore a un numero maggiore di grandi imprese del mondo – ha affermato alla firma dell’accordo Michael Dell, come presidente del consiglio di amministrazione di Vmware -. Questo è un momento fondamentale per Vmware e offre ai nostri azionisti e dipendenti l’opportunità di partecipare a un significativo rialzo”. Certo è che da questa operazione Michael Dell ne trarrà forte beneficio, diventando socio rilevante del nuovo gruppo.
Dopo la chiusura della transazione nel 2023, la divisione Broadcom Software Group cambierà il proprio brand e opererà come Vmware, ampliando il portafoglio di Vmware con le soluzioni software di sicurezza e infrastrutturali di Broadcom per offrire ai clienti aziendali maggiore scelta e flessibilità per gestire le infrastrutture IT. “Vmware è stata a lungo riconosciuta per la sua leadership nel software aziendale e attraverso questa transazione forniremo ai clienti di tutto il mondo la prossima generazione di software per infrastruttura – ha precisato Tom Krause, presidente del Broadcom Software Group -. La piattaforma Vmware e le soluzioni software per infrastruttura di Broadcom si rivolgono a diversi ma importanti esigenze aziendali e l’azienda combinata sarà in grado di servirle in modo più efficace e sicuro. Abbiamo un profondo rispetto per l’attenzione al cliente e non vediamo l’ora di riunire le nostre due aziende”. Così il Ceo di Vmware, Raghu Raghuram: “Negli ultimi 24 anni Vmware ha rimodellato il panorama IT, aiutando i clienti a diventare aziende digitali. Siamo sinonimo di innovazione e supporto costante dei clienti e delle loro strategie. Unendo le nostre risorse, i nostri i team, con il portafoglio software aziendale di Broadcom sotto il marchio Vmware, creiamo un grande player software per le aziende, consentendo ai nostri clienti di prosperare in questa era multi-cloud, sempre più complessa”.
Dall’unione, anche della ricerca e sviluppo, ne dovrebbe uscire una piattaforma di soluzioni in grado di gestire le infrastrutture IT delle aziende, con maggiore flessibilità e strumenti per collegare, proteggere, orchestrare applicazioni in ambienti diversificati e distribuiti, dal data center, a qualsiasi cloud, fino all’edge.
Secondo le stime, Broadcom dovrebbe raggiungere 8,5 miliardi di dollari di Ebitda entro tre anni dall’acquisizione, portando il peso della componente software al 49% del fatturato complessivo. “Sulla base della nostra comprovata esperienza di fusioni e acquisizioni, questa transazione combina le nostre principali attività di software per semiconduttori e infrastrutture con un iconico pioniere e innovatore nel software aziendale mentre reinventiamo ciò che possiamo offrire ai clienti come azienda leader nel settore delle tecnologie per le infrastrutture – ha dichiarato Hock Tan, presidente e Ceo di Broadcom -. Non vediamo l’ora che il talentuoso team di Vmware si unisca a Broadcom, coltivando ulteriormente una cultura condivisa dell’innovazione e generando un valore ancora maggiore per i nostri stakeholder combinati, inclusi entrambi i gruppi di azionisti”.
La transazione (secondo la quale gli azionisti di Vmware riceveranno 142,50 dollari in contanti o 0,2520 azioni di Broadcom per ogni azione posseduta) dovrebbe richiedere un anno per la messa a punto dei processi. Rimane l’incertezza su come verrà gestita poi l’integrazione di Vmware. Il fantasma dell’ultimo spezzatino di CA Technologies si aggira ancora nei paraggi.
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