Entro i prossimi cinque anni l’economia “eco-digitale” toccherà il valore di quasi 33mila miliardi di dollari alimentata dalle sperimentazioni sul campo delle organizzazioni più grandi ed evolute che stanno accarezzando l’idea di una transizione “duale”, proprio perché indirizzata sul doppio binario di una transizione verso il digitale, che sia basata anche sulla sostenibilità. Un approccio, questo, possibile a partire dal dato che fino ad oggi è stato sfruttato solo il 25% del potenziale delle tecnologie.
E’ quanto mette in evidenza emerge l’ultimo report di Capgemini Research Institute, The Eco-Digital Era: The dual transition to a sustainable and digital economy, elaborato in collaborazione con il Digital Value Lab del Digital Data Design Institute di Harvard. Lo studio si basa su 1.500 interviste a dirigenti di oltre 1.300 enterprise (fatturato superiore al miliardo di dollari, con tutti i verticali coperti – automotive, prodotti di consumo, retail, life sciences, banking e wealth management, assicurazioni property e casualty, telecomunicazioni, energia e utility, aerospaziale e difesa, tecnologia, industria manifatturiera e servizi pubblici), ma anche 150 startup dal valore stimato superiore a 1 miliardo di dollari, impegnate in molteplici iniziative digitali e/o con una strategia digitale integrata. A questa parte è stata affiancata un’ulteriore sezione alimentata da interviste qualitative a 26 dirigenti senior ed esperti di settore. Le organizzazioni oggetto dell’indagine sono state scelte in 14 Paesi tra Europa, Nord America, area Asia-Pacifico.

I dettagli del report evidenziano che, negli ultimi cinque anni, implementare le tecnologie digitali ha consentito alle organizzazioni di ridurre il consumo energetico per circa il 25% e le emissioni di gas serra del 21%. L’idea alla base dei progetti è quella di offrire non solo ‘valore’ economico, ma anche ambientale e sociale, utilizzando il digitale per stimolare la crescita ma con al centro la sostenibilità.

Un tema critico, in verità, considerato come negli ultimi mesi si stiano facendo strada anche valide teorie economiche per cui sia in verità improponibile l’idea di una crescita senza limiti coniugata con la sostenibilità. E’ però vero che non è la sostenibilità di per sé a frenare la crescita. Anzi, l’era eco-digitale può dare vita a nuovi modelli di business e flussi di ricavi, nonché a una maggiore efficienza dei costi, grazie all’utilizzo di dati, cloud, ecosistemi collaborativi e prodotti e servizi connessi. Riprendiamo il pensiero di Suraj Srinivasan, docente in Business Administration, presso l’Harvard Business School: “Nell’era eco-digitale si esplora maggiormente il valore delle tecnologie digitali per le imprese, ad esempio attraverso la scalabilità dei dati e del cloud, facendo in modo che le tecnologie digitali svolgano un ruolo cruciale nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità“. Si registra anche una rapida evoluzione delle tecnologie emergenti “come l’intelligenza artificiale generativa e la biologia sintetica, così come una maggiore collaborazione che dà origine a ecosistemi digitali”. Ed entriamo nel dettaglio dei numeri allora.

Suraj Srinivasan
Suraj Srinivasan, docente in Business Administration presso l’Harvard Business School

Il 70% del campione delle aziende intervistate concorda sul fatto che i business model orientati al digitale diventeranno un fattore determinante per la crescita dei ricavi nei prossimi tre-cinque anni e sei aziende su dieci si aspettano che i business model orientati al digitale generino maggiori ricavi rispetto a quelli tradizionali. A generare i rendimenti più significativi nei prossimi cinque anni, con una crescita al 2028 di 10 punti percentuali (dal 4% al 14%), saranno gli investimenti nella trasformazione digitale, scalando le tecnologie tradizionali, con l’implementazione di misure di cybersecurity, la riqualificazione della forza lavoro e l’automazione dei processi aziendali per la transizione. Mentre poco meno della metà delle organizzazioni già oggi pianifica o sviluppa strategie volte a sfruttare il potenziale delle tecnologie emergenti.

La Eco-Digital Economy
La Eco-Digital Economy (fonte: Capgemini Research Institute, 2023)

Parliamo di edge computing e GenAI. Data analytics e cloud saranno però quelle in grado di fornire i vantaggi di business maggiori ancora nei prossimi cinque anni, in piena transizione. “Questo cambiamento è davvero fondamentale  intersettoriale e di natura globale – riprende Srinivasan –. Una delle domande più grandi che le organizzazioni devono affrontare e gestire, man mano che crescono, è sapere cosa centralizzare e cosa decentralizzare in termini di architettura delle piattaforme e, soprattutto, di governance dei dati”

Raffaella Santoro, managing director di Capgemini Invent
Raffaella Santoro, managing director di Capgemini Invent

Nelle considerazioni di Capgemini, l’economia eco-digitale apre a nuovi scenari ancora non esperiti dalle aziende oggi, perché la maggior parte di esse sta sfruttando solo in minima parte il reale potenziale che il digitale mette a disposizione. In particolare con le tecnologie oggi più abilitanti come il cloud, l’AI, l’automazione. Andrebbe però anche considerato che alcuni di questi – pensiamo proprio ai workload con l’AI – difficilmente sono conciliabili nel lungo termine su un’idea di sostenibilità coerente, per la quale ad oggi gli esperti concordano nel ritenere servirebbe approdare a fonti energetiche per usare le quali ancora non siamo per nulla pronti (idrogeno?). “Le organizzazioni dovranno fare leva sull’efficienza del loro core business, ottenuta grazie al digitale, al fine di sbloccare gli investimenti necessari per questa duplice transizione – spiega Raffaella Santoro, managing director di Capgemini Invent in Italia –  Siamo (solo, ndr.) alle porte di una nuova era di trasformazione e abbiamo solo iniziato a scoprire in che modo le tecnologie digitali possono dare un contributo per ottenere notevoli vantaggi a livello economico, ambientale e sociale”.

Benefici nell'implementazione delle tecnologie digitali
Benefici nell’implementazione delle tecnologie digitali (fonte: Capgemini Research Institute, 2023)

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