Opera nel mercato dei servizi cloud Akamai ed è focalizzata ad abilitare un’esperienza cloud sicura ed efficiente per chi li utilizza. Per questo la sua proposizione è scelta dalle aziende per creare, distribuire e proteggere i servizi, in particolare quelli che si riflettono sui consumatori finali in ‘experience’ digitali. Da tempo al centro della proposta c’è Akamai Connected Cloud, la piattaforma edge e cloud distribuita pensata per avvicinare le app e le experience agli utenti, senza rischi. Ed è in questo ambito che si inserisce il nuovo progetto, Gecko (Generalized Edge Compute), che ha l’obiettivo di accelerare l’ulteriore trasformazione della proposta in platform per il cloud distribuito, sempre più ‘spostato’ all’edge. La scelta è conseguenza della lettura di uno scenario ben delineato.

Gli analisti di Clearpath Strategies rilevano che i due terzi dei decision maker IT prevedono un aumento dell’utilizzo dei servizi cloud distribuiti nel corso dei prossimi mesi; soprattutto, intercettano i vantaggi offerti dal cloud distribuito, tra cui la capacità di elaborare e analizzare i dati con AI e machine learning in modo rapido ed efficiente. Entriamo allora nel dettaglio dell’architettura attuale di Akamai per comprendere meglio poi cosa si propone con Project Gecko.

La rete di Akamai oggi comprende più di 4.100 punti di presenza a livello globale. L’azienda gestisce reti distribuite e automatizzate su larga scala (da circa 25 anni) e questo è già un elemento caratterizzante la proposta. Lo fa colmando un’esigenza specifica lasciata scoperta dagli hyperscaler in un senso, e dai provider di servizi edge in un altro. Dai primi perché basano il loro business su un modello di cloud centralizzato che favorisce la potenza di calcolo scalabile a scapito della portata; dai secondi (provider di servizi edge e Cdn più piccoli) perché si focalizzano invece su una portata maggiore a scapito della potenza di elaborazione.

Ecco che in questo scenario Akamai già con Linode e realizzando più siti di core computing nello scorso anno, ha trasformato la sua Connected Cloud nella piattaforma di cloud computing distribuita che è ora. E ora con Gecko vuole rafforzare la potenza del cloud all’edge anche perché il settore si trova ad affrontare la richiesta di fornire migliori prestazioni in termini di prezzo, bassa latenza e sicurezza per applicazioni e dati, costruiti e distribuiti su un sistema di elaborazione più ampio.

Tom Leighton Akamai
Tom Leighton, co-founder e Ceo di Akamai

Il progetto mira a implementare il computing generalizzato sulla rete Edge esistente di Akamai, sfruttando le funzionalità degli strumenti e dei processi disponibili, nonché delle piattaforme di osservabilità, per fornire experience coerenti a tutti i livelli del computing, dal core all’Edge.

Il progetto Gecko sposterà il tradizionale computing più gravoso, di solito confinato in data center centralizzati, sull’edge della rete di Akamai per offrire requisiti completi di computing a centinaia di sedi in precedenza difficili da raggiungere, consentendo ai clienti di avvicinare i workload ai loro utenti.

L’azienda sta già conducendo prove preliminari del progetto Gecko con alcuni dei suoi clienti enterprise. In particolare si prevede che chi opera nell’ambito dell’AI inferencing, dei giochi multiplayer e dei social/streaming media sia posizionato in modo ottimale per trarre vantaggio dal progetto Gecko. Inoltre, Akamai vede futuri casi di utilizzo in aree come il retail immersivo, lo spatial computing, l’analisi dei dati e l’IoT consumer/industriale.

Per quanto riguarda la roadmap di implementazione di Project Gecko tre sarebbero le fasi previste. Nella prima l’azienda si propone di integrare il computing con il supporto di virtual machine in 100 città entro la fine dell’anno. Sono già con architettura Gecko le region di Hong Kong Sar; Kuala Lumpur, Malaysia; Querétaro, Messico; e Johannesburg, Sudafrica, oltre che città senza un’elevata presenza di hyperscaler, tra cui Bogotá, Colombia; Denver, Colorado; Houston, Texas; Amburgo, Germania; e Marsiglia, Francia. Entro la fine del primo trimestre, è prevista l’implementazione del progetto Gecko nella decima sede a Santiago, in Cile. Oltre a queste 10 nuove sedi in cui è stato implementato il progetto Gecko e alle 25 core compute region già esistenti, Akamai intende aggiungere centinaia di città alla sua rete di cloud computing globale nel corso dei prossimi anni.

La seconda fase, invece, dovrebbe partire nei prossimi mesi con l’aggiunta di altri container alle sue sedi. Nella terza fase del progetto Gecko, Akamai si propone di aggiungere il coordinamento automatizzato dei workload per semplificare la creazione delle applicazioni da parte degli sviluppatori in centinaia di sedi distribuite, con l’obiettivo finale di creare user experience coerenti tra ogni sito di core computing e l’edge.

Tom Leighton, co-founder e Ceo di Akamai, così interviene spiegando nel medio termine la strategia: Gecko è la fase successiva di un progetto volto a migliorare la connettività del cloud che avevamo predisposto al momento dell’acquisizione di Linode per aggiungere funzionalità di computing economiche e basate sul cloud alla nostra gamma di soluzioni”. L’avvio è da individuarsi, quindi proprio nel lancio di Akamai Connected Cloud e nell’implementazione di nuovi siti di core computing in tutto il mondo.

Ora prosegue ed accelera “portando avanti la visione che combina la potenza di elaborazione della piattaforma cloud con la prossimità e l’efficienza dell’edge per avvicinare i workload agli utenti più di ogni altro provider di servizi cloud ]…[“. Per gli sviluppatori il vantaggio maggiore portato da Gecko sarà che in tutte le aree dove i provider di servizi cloud faticano a portare il cloud, gli sviluppatori non dovranno più pensare a sviluppare progetti per il cloud o per l’edge, e a fronte di una maggiore richiesta da parte degli sviluppatori di servizi edge e cloud, Akamai propone ed offre la convergenza necessaria per aggiungere la potenza del cloud computing all’edge.

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