Puntuale arriva il nuovo Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, che riguarda i progetti per il triennio 2024-2026. Mette nero su bianco le azioni strategiche per accrescere la maturità digitale del nostro Paese a beneficio di cittadini e imprese, ne getta le fondamenta. 

La missione in continuità con gli anni precedenti (ma con maggiore identità rispetto alla prima edizione del Piano, datata 2017-2019) rimane quella di fornire strumenti alla pubblica amministrazione per erogare servizi esclusivamente in modalità digitale (1) “rendendo più efficaci e veloci i processi di interazione con cittadini, imprese e altre pubbliche amministrazioni”; di favorire lo sviluppo di una società digitale (2), dove i servizi mettono al centro i cittadini e le imprese, attraverso la digitalizzazione della PA che costituisce il motore di sviluppo per tutto il Paese; di promuovere lo sviluppo sostenibile, etico ed inclusivo (3), attraverso l’innovazione e la digitalizzazione al servizio delle persone, delle comunità e dei territori, nel rispetto della sostenibilità ambientale; di contribuire alla diffusione delle nuove tecnologie digitali nel tessuto produttivo italiano (4), “incentivando la standardizzazione, l’innovazione e la sperimentazione nell’ambito dei servizi pubblici”.

Ora guardiamo alle novità del piano 2024-2026 pubblicato dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) il 12 febbraio (qui potete leggere la versione integrale), frutto del lavoro congiunto di amministrazioni e soggetti istituzionali, che hanno coinvolto nella discussione via via università ed enti di ricerca, oltre al mondo delle imprese. Un piano fortemente orientato ai servizi digitali (che devono essere interoperabili, facili e accessibili) la cui governance deve essere chiara anche per gli utenti (cittadini e imprese).
Questi elementi introducono di per sé un concetto molto forte di come dovrà essere la PA del futuro: una PA snella, che abbia rivisto i propri processi amministrativi in modo che cittadini e imprese debbano fornire i propri dati una sola volta agli enti pubblici, che dovranno essere in grado di scambiare informazioni e documenti tra di loro senza più richiederli ai cittadini. Un modello che poggia su una architettura organizzativa e tecnologica che ha l’obiettivo di supportare la collaborazione tra i livelli istituzionali, nel rispetto dell’autonomia degli stessi enti.

Modello strategico del Piano triennale 2024-26 (Fonte: Piano triennale per l'informatica nella PA 2024-2026)
Modello strategico del Piano triennale 2024-26 (Fonte: Agid)

Le novità introdotte nel Piano 2024-2026 sono essenzialmente tre

1 – Si allineano i principi guida del Piano agli obiettivi dei Pnrr esplicitati nella missione digitalizzazione con molta attenzione anche al rafforzamento della postura di sicurezza della PA, ottenibile con iniziative di monitoraggio proattivo dei rischi, strumenti di autovalutazione e programmi formativi destinati a rafforzare la cultura cyber (in accordo anche con la strategia dettata dall’Agenzia nazionale di cybersicurezza). A questa si accompagna una maggiore attenzione al tema del monitoraggio dei progetti Pnrr, supportato da una revisione degli indicatori più significativi.

2 – Un’intera sezione è dedicata agli strumenti operativi per aiutare le amministrazioni a pianificare i propri interventi, facendo riferimento a modelli o buone pratiche anche per governare le tecnologie innovative (una su tutte l’intelligenza artificiale) in scenari economici e politici in continuo divenire. Serve una armonizzazione e una governance chiara delle norme che regolano utilizzo e introduzione di nuove tecnologie proprio per aiutare la miriade di pubbliche amministrazioni a impostare la propria digitalizzazione in modo coerente.

3 – E, come non aspettarsela, una intera sezione dedicata al tema dell’intelligenza artificiale, fornendo principi generali che dovranno essere adottati dalle amministrazioni, con un chiaro riferimento alla conformità con l’AI Act, in fase di finale approvazione. “Per diverse amministrazioni più all’avanguardia, l’intelligenza artificiale è già una realtà – precisa Mario Nobile, direttore generale di Agid -. Nel nuovo Piano Triennale abbiamo voluto fare tesoro di queste esperienze, mettendole a disposizione delle altre 23mila pubbliche amministrazioni, insieme a indicazioni e buone prassi da seguire”.

E aggiunge Alessio Butti, sottosegretario per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione: “Il nuovo Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione rappresenta un passo cruciale verso la trasformazione digitale del nostro Paese. È uno strumento strategico che guida l’evoluzione digitale della PA, definendo obiettivi chiari e risultati attesi, focalizzandosi sull’efficacia dell’azione amministrativa e garantendo che ogni aspetto della digitalizzazione sia orientato al miglioramento dei servizi pubblici e alla realizzazione di un sistema più efficiente e accessibile per tutti i cittadini”.

Sicuramente il Piano è una pietra miliare, detta le linea guida per accelerare la digitalizzazione della PA ma ora è necessario per cittadini e imprese avviare la fase di execution, senza tardare. 

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