Nei giorni scorsi l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) ha pubblicato online l’aggiornamento 2022-2024 del Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione. Un Piano articolato, scritto a più mani, in collaborazione con diversi enti ognuno con specifiche competenze (la lista è lunga: Dipartimento per la Trasformazione Digitale, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento della Funzione Pubblica, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, PagoPA, Consip), ma anche con i pareri della Commissione Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) e dell’Unione delle Province d’Italia (Upi). Ora il piano, adottato il 22 dicembre 2022 con decreto del sottosegretario all’innovazione Alessio Butti, è in attesa di registrazione da parte della Corte dei Conti, ma la sua pubblicazione mostra importanti novità (a questo link il testo integrale).

Innanzitutto l’aggiornamento recepisce in maniera forte i contenuti del Pnrr, considerato un acceleratore della fase della trasformazione digitale del nostro paese. In secondo luogo apporta la revisione del contesto normativo e strategico e l’adeguamento di obiettivi e linee di azione per gli anni 2022, 2023 e 2024 sulla base degli esiti del monitoraggio 2021 e dell’integrazione dei riferimenti al Pnrr appunto. “Fin dalla sua prima edizione (2017-2019) il Piano Triennale ha rappresentato il documento di supporto e di orientamento per le pubbliche amministrazioni italiane nella pianificazione delle attività sul percorso di innovazione tecnologica e nelle edizioni successive ha costituito il riferimento per declinare le strategie che si sono susseguite nel tracciato operativo composto da obiettivi e attività – si legge nel documento -. Se nella precedente edizione (PT 2021-2023) il Piano prefigurava, tra l’altro, un quadro di sintesi degli investimenti nel digitale nell’ambito della Strategia Italia Digitale 2026, in quel momento appena pubblicata, l’aggiornamento 2022-2024 del PT è caratterizzato dalla presenza sempre più pervasiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che rappresenta una straordinaria opportunità di accelerazione della fase di execution della trasformazione digitale della PA, attraverso, ad esempio, il riferimento ai target e alle linee di azione del Pnrr, oltre all’indicazione degli Investimenti e degli Avvisi pubblicati nell’ambito della Missione 1”.

Le fondamenta del Piano

Ma di fondo rimangono inalterati la strategia e i principi guida del Piano triennale che vuole favorire lo sviluppo di una società digitale(1), dove i servizi mettono al centro i cittadini e le imprese, attraverso la digitalizzazione della pubblica amministrazione; promuovere lo sviluppo sostenibile, etico ed inclusivo (2), attraverso l’innovazione e la digitalizzazione al servizio delle persone, delle comunità e dei territori, nel rispetto della sostenibilità ambientale; contribuire alla diffusione delle nuove tecnologie digitali (3) nel tessuto produttivo italiano, incentivando la standardizzazione, l’innovazione e la sperimentazione nell’ambito dei servizi pubblici.

Modello strategico di evoluzione del sistema informativo della Pubblica Amministrazione - Fonte: Piano Triennale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione
Modello strategico di evoluzione del sistema informativo della Pubblica Amministrazione – Fonte: Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione

Il tutto costruito facendo riferimento a un modello strategico di evoluzione Ict della PA che porta avanti i temi della interoperabilità e della sicurezza informatica in tutti le aree che vuole “migliorare”: servizi, dati, piattaforme ed infrastrutture.

I principi guida invece sono cosi riassumibili.

Le pubbliche amministrazioni devono realizzare servizi primariamente digitali (digital & mobile first, 1) e devono adottare in via esclusiva sistemi di identità digitale per fare accedere i cittadini ai loro servizi (digital identity only, 2). 
Ogni volta che sviluppano un nuovo progetto devono adottare primariamente il cloud (cloud first, 3), tenendo conto della necessità di prevenire il rischio di lock-in e devono realizzare servizi inclusivi e accessibili (4), che vengano incontro alle diverse esigenze delle persone e dei singoli territori.

Devono fare in modo che i dati pubblici siano il patrimonio informativo (5) della pubblica amministrazione e per questo debbano essere valorizzati e resi disponibili ai cittadini e alle imprese, in forma aperta e interoperabile. L’approccio interoperabile by design” (6), deve essere tale da far sì che i servizi pubblici siano progettati in modo da funzionare in modalità integrata e senza interruzioni in tutto il mercato unico esponendo le opportune Api. Nello stesso modo anche la sicurezza e la privacy devono essere by design (7): i servizi digitali devono essere progettati ed erogati in modo sicuro e garantire la protezione dei dati personali sempre.

L’attenzione al cittadino sta anche nel principio che le amministrazioni devono sviluppare i servizi digitali partendo dall’esperienza dell’utente e devono pensarli in progressivo miglioramento misurando prestazioni e utilizzo (approccio user-centric, data driven e agile, 8), evitando ad esempio di chiedere ai cittadini e alle imprese informazioni già fornite (approccio once only, 9). Nello stesso modo le pubbliche amministrazioni devono rendere disponibili a livello transfrontaliero i servizi pubblici digitali rilevanti (transfrontaliero by design, 10) e devono prediligere l’utilizzo di software open (11) o rendere pubblico il codice sorgente. 

L’aggiornamento 2022-2024 mantiene così i principi guida ma nel contempo riformula e ripianifica le linee di azione del precedente Piano triennale (2021-2023) che non sono state completate, dando nuove scadenze agli enti da rispettare. La lista dei compiti da assolvere è lunga, sta ora alle PA centrare gli obiettivi. 

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