La ricerca Il Digitale in Italia (Anitec-Assinform), realizzata in collaborazione con NetConsulting cube, sottolinea come tra gli abilitatori digitali di cui è prevista la crescita maggiore nei prossimi tre anni, il cloud computing sia protagonista. Nel 2023 ha marcato una crescita vicino al 20%, anche in Italia, e gli analisti sono convinti che continuerà ad avere un ruolo chiave nei percorsi evolutivi e trasformativi di aziende e istituzioni, operando come motore abilitante per l’innovazione. Questo perché le architetture cloud consentono un accesso rapido ai dati e alle risorse necessarie per affrontare le sfide digitali e competitive.
Cloud, vantaggi per chi raccoglie la sfida
Le organizzazioni italiane, negli ultimi anni, hanno raggiunto un livello di maturità tale per cui il cloud non è più visto ‘solo’ come uno strumento per ridurre i costi, ma soprattutto come una soluzione che consente una maggiore agilità, flessibilità e scalabilità, condizioni base per riuscire a spiccare il volo ed incrementare il business. A fine 2026, per il cloud in Italia la spesa toccherà e supererà i 10 miliardi di euro (nel 2028 a livello globale sarà di 1.100 miliardi, fonte: Gartner), e di fatto riguarderà tutti i verticali chiave del nostro Paese.
Oggi si riconosce al cloud la capacità di innescare la trasformazione digitale e accelerare i processi, anche attraverso la valorizzazione dei dati, a patto però che le aziende stesse siano pronte ad una profonda trasformazione. Si tratta di accelerare quindi, anche perché circa l’85% delle aziende a livello globale ha già sposato un approccio al cloud ibrido, ed il 94% delle grandi aziende ha già scelto un’architettura multicloud (fonte: RightScale).
Percorsi su misura per cogliere i vantaggi
Quello verso il cloud allora si deve tradurre in un percorso di sviluppo di innovazione, articolato in diverse fasi da quelle più strategiche e di pianificazione, alla modernizzazione – attraverso una transizione sicura e a basso rischio – fino alla gestione delle operations e all’adozione dei modelli di sviluppo nativo. Passaggi chiave per affrontare i quali le aziende hanno bisogno e chiedono di essere accompagnate.
Anche perché, Gartner non usa mezzi termini in proposito: “Il cloud da qui al 2028 da facilitatore dell’innovazione diventerà esso stesso una vera e propria necessità di business“. E i CIO, insieme ai loro team, dovranno mettere in campo progetti di trasformazione attraverso la scelta di una strategia hybrid cloud efficace per raggiungere gli obiettivi di business e restare competitivi.
Non si parla quindi semplicemente di una strategia prudente che si limita alla migrazione delle risorse delle applicazioni su piattaforme pubbliche o private in modalità As-a-Service senza alterarne il codice, si parla piuttosto di strategie di migrazione personalizzate in base al contesto ed alle specifiche esigenze.
Facile comprendere quindi come il journey to cloud sia complesso, non più rimandabile ed allo stesso tempo, sì sfidante ma anche abilitante.
Le aziende si trovano a dover fronteggiare la complessità crescente dei servizi cloud – legata alla proliferazione di soluzioni, offerte, piattaforme nell’era multicloud – ed hanno bisogno di gestire, orchestrare e controllare workload e risorse.
Concretamente parliamo della complessità di creare e gestire un cloud ecosystem, in cui molteplici attori lavorano insieme per rendere il progetto cloud scelto resiliente ai cambiamenti e sostenibile a lungo termine dal punto di vista economico, organizzativo, ambientale. Questo significa non solo adottare tecnologie cloud, ma anche sviluppare una cultura organizzativa e operativa che favorisca l’innovazione e l’ottimizzazione delle risorse. In questo contesto, un esempio tangibile di questa visione è l’istituzione di un Cloud Center of Excellence, un’entità dedicata che agisce come pilastro nella creazione del “cloud ecosystem”. Questo team specializzato diffonde un modello operativo cloud all’interno dell’organizzazione, fornendo supporto e formazione ai reparti coinvolti.
L’obiettivo è quello di consentire a ogni team di concentrarsi maggiormente sulle proprie attività principali, lasciando alla tecnologia un ruolo pervasivo ma invisibile, accessibile a tutti gli utenti business e in grado di supportare le decisioni e i processi operativi.
Per raggiungere questa visione, l’adozione di modelli FinOps e DevOps rappresenta una tappa cruciale. Questi modelli promuovono non solo un approccio orientato al business nella gestione della tecnologia, ma anche un’integrazione più efficace tra sviluppo, operazioni e obiettivi aziendali, ottimizzando la spesa cloud e migliorando lo sviluppo e la gestione dei servizi cloud a livello organizzativo.
La riduzione dei costi IT, la flessibilità e la scalabilità nell’attivare le risorse IT, la possibilità di affidarsi a servizi gestiti, sicurezza, agilità organizzativa e l’opportunità di attivare anche nuovi progetti con tecnologie all’avanguardia (come l’intelligenza artificiale) diventano, allora, vantaggi strategici concreti per superare quelle che sono criticità tanto reali quanto superabili. Parliamo in particolare delle applicazioni per servire processi e servizi che sono sempre più data-intensive e avide di risorse, ma allo stesso tempo ancora frammentate in silos infrastrutturali e pertanto non in grado di dialogare tra loro, frenando la valorizzazione del dato, oltre a diventare sempre più difficili da gestire. L’adozione e l’integrazione di tecnologie e soluzioni diverse, sempre aggiornate, aiuta le organizzazioni ad abbracciare e creare nuovi modelli di business, a patto di disporre delle competenze digitali specifiche che si rivelano preziose per operare con le piattaforme cloud evolute, garantendo così un vantaggio competitivo. Ecco spiegato il motivo per il quale le competenze necessarie per unire esigenze di business e tecnologie abilitanti, è la vera chiave per un reale processo di trasformazione solido.
Obiettivo, il cloud su misura
I paradigmi di sviluppo vincenti oggi sono sempre più orientati ad un’evoluzione verso un approccio cloud native. Spieghiamo: oltre il semplice re-hosting che sfrutta i modelli IaaS senza intervenire sul codice delle applicazioni, il modello cloud più efficace è proiettato a paradigmi di sviluppo cloud-native per una continua integrazione di applicazioni, servizi e processi, così da migliorare time-to-market ed efficacia. In questo caso, la metodologia DevSecOps gioca un ruolo chiave nell’indirizzare le strategie di sviluppo software cloud native (sviluppo software, sicurezza e operations IT insieme).
DevSecOps e approccio cloud native rappresentano quindi i primi due pilastri chiave – insieme alle competenze – in grado di favorire una maggiore competitività, un time-to-market stringente nel rilascio di servizi e prodotti, e una governance efficace.
Le aziende che scelgono il cloud si trovano ad abbattere i costi Capex, ma hanno bisogno di un controllo completo sui costi Opex. Questo controllo, possibile con gli strumenti FinOps, è paradigmatico per fornire valore alla spesa cloud, permettere una corretta pianificazione economica dei progetti, rendere visibili, comprensibili e governabili i costi cloud.
Accompagnare in cloud, il ruolo del partner
Il journey to cloud così delineato è importante e impegnativo, per questo le organizzazioni hanno bisogno di essere “accompagnate”, anche perché non tutte le aziende possono disporre internamente delle competenze necessarie per guidare la trasformazione. Eng è una Digital Transformation Company che conta oltre 70 sedi distribuite tra Europa, Usa e Sud America, e quasi 15mila dipendenti. Forte di oltre 40 anni di esperienza, Eng ha maturato una profonda conoscenza delle esigenze aziendali ed è in grado di anticiparle grazie all’attenzione costante all’evoluzione delle tecnologie. Oggi il gruppo si propone in questo percorso di trasformazione digitale condividendo gli obiettivi dei clienti e supportandoli grazie a competenze professionali e tecnologiche estese; tra questi, la focalizzazione su attività a valore, l’abilitazione di nuove iniziative di business, la presenza nei nuovi mercati, il re-targeting dell’investimento capitale, la semplificazione dei processi e la gestione flessibile della workforce.
Il valore di Eng
Con oltre 650 professionisti specializzati sul cloud, partnership strategiche e tre data center di ultima generazione, Eng accompagna la transizione verso il cloud con un approccio bilanciato. In base alle esigenze specifiche del cliente, Eng fornisce supporto sia nelle migrazioni full-cloud, sia nella scelta di migrazione ibrida, collaborando con il cliente per individuare la migliore strategia da perseguire attraverso servizi di advisory e consulting. Il portafoglio copre sostanzialmente tutte le esigenze, con particolare attenzione anche alla sicurezza informatica attraverso un approccio “security-by-design”, garantendo inoltre la formazione del personale, il monitoraggio delle reti, la protezione dei dati e anticipando le minacce informatiche prima che possano avere un impatto sull’azienda. Sulla base della consulenza e del lavoro congiunto con il cliente, quindi, Eng delinea la strategia e le attività più efficaci.
I servizi cloud di Eng supportano le organizzazioni nella definizione della corretta strategia di adozione cloud, nella migrazione e nella gestione di dati e applicazioni su piattaforme di cloud provider pubblici (servizi IaaS e PaaS) e per lo sviluppo di applicazioni cloud-native (servizi PaaS e SaaS). Il set di servizi professionali e gestiti su asset IT infrastrutturali è ancora più esteso e comprende connettività, elaborazione ed archiviazione dati, servizi di helpdesk, e Digital Workplace (la gestione centralizzata e in outsourcing dei dispositivi di lavoro).
Il Gruppo mette a disposizione le sue competenze per un approccio IT ibrido, che combini il multicloud dei principali hyperscaler – tra i quali AWS, Microsoft Azure, Google Cloud ed Oracle Cloud – con le capacità ed i servizi data center proprietari.
Il framework della proposta comprende progettazione, implementazione e fornitura dei servizi IT cloud native necessari, la definizione di cataloghi di servizi specifici dedicati e quanto serve per disegnare, fornire, eseguire, adattare e ottimizzare i modelli IT specifici del cliente nel tempo.
Eng propone inoltre i servizi necessari per la cloud security tra cui la protezione delle API, Web Application Protection e Zero Trust Network Access, ma anche la difesa adattiva delle cloud application in ottica DevSecOps.
Alla base di tutto, l’idea di un approccio al cloud resiliente, che guarda all’utilizzo delle risorse con un metodo business-driven, per consigliare i clienti anche su come indirizzare i modelli operativi e renderli così il più possibile in grado di abilitare il paradigma cloud (nell’esperienza con Vivaticket, cui rimandiamo, questo emerge in modo dettagliato).
Eng oggi vanta una base di circa 400 clienti (solo sulle attività infrastrutturali), che per Alessandro Spigaroli, Cloud & Infrastructure, Executive Director di Engineering rappresentano “semi da far sbocciare in cloud”.
Eng per questo investe sulle competenze dei suoi team perché siano sempre allineati all’evoluzione del mercato. “L’azienda opera in diversi settori tra cui industria, energy & utilities, finance, public sector, healthcare, e ha maturato una conoscenza profonda delle tendenze di mercato nei diversi settori, così da individuare le competenze effettivamente da portare in campo”.
Solo la business unit di Spigaroli, negli ultimi due anni, ha già supportato oltre 40 progetti nell’adozione e gestione del public cloud, dimostrando un impegno tangibile nell’aiutare i propri clienti a ottenere i massimi benefici dalla migrazione sul cloud pubblico.
Eng, strutturata al servizio dei clienti
Mettiamo a fuoco. Tre sono i verticali con cui lavora Eng: Enterprise, Public Sector & Healthcare, e Finance. A queste si affianca la struttura cross Digital Technologies, una unit che consta di circa 5mila professionisti all’interno della quale operano le business line Cloud & Infrastructure (conosciuta anche come D.HUB), App Modernization, Cybersecurity, Data & Analytics, Digital Experience, Advanced Enterprise Platforms.
Il team di Spigaroli, Cloud & Infrastructure, è composto complessivamente da circa 900 specialisti con skill trasversali che spaziano dall’infrastruttura tradizionale al cloud. Una vera task force dedicata ai clienti, quindi, quella della legal entity D.HUB, all’interno di Eng. Tre le divisioni specifiche: Cloud, Infrastructure e Smart Workplace con una quarta unit che si occupa di delivery management e service management e copre la gestione dei servizi per tutte le divisioni.
Esperienza maturata sul campo
L’efficacia dell’approccio è apprezzata dai clienti, oltre al progetto con Vivaticket, basta citare quello con una delle maggiori startup innovative nel settore del trasporto passeggeri su gomma (presentato anche in occasione di AWS Summit 2023 a Milano – Eng è anche Diamond Sponsor di AWS Summit 2024). Eng ha supportato l’azienda nello sviluppo di un’architettura IT cloud-native basata su servizi serverless, consentendo al cliente di ottenere la massima flessibilità e scalabilità a sostegno della propria piattaforma di web ticketing seguendo una visione strategica “future proof” e digital omnichannel. In particolare, Eng ha assistito il cliente sia nella fase di migrazione che nello sviluppo/setup/ammodernamento dei canali di vendita multi-channel (web, app e punti vendita), introducendo scalabilità e maggior resilienza, una data strategy moderna e fornendo una più reattiva e soddisfacente user experience per i clienti.
Oltre a questi, Eng ha già maturato progetti importanti relativi alla progettazione di ambienti ibridi per la distribuzione e la gestione delle applicazioni Kubernetes, il re-engineering di applicazioni business critical da migrare in cloud, ed il deployment automatico delle risorse infrastrutturali tramite tool di Infrastructure as Code (IaC).
Infine, Eng si distingue oggi anche per la partecipazione ai più importanti progetti a livello europeo. Sta infatti contribuendo a disegnare l’architettura di Gaia-X e a stabilire i princìpi base sui quali dovrà svilupparsi, a livello europeo, l’intera infrastruttura cloud federata ed è impegnato nella creazione di un marketplace di servizi cloud per gli utenti del settore pubblico e privato all’interno dell’UE. Parliamo del progetto Dome (Digital Open Marketplace Ecosystem) co-finanziato dalla Commissione Europea e coordinato da Eng, avviato a gennaio 2023, che si propone di realizzare tale marketplace, fornendo gli strumenti per accedere a servizi cloud ed edge affidabili, come anche a software e servizi di data processing realizzati nel contesto dei programmi EU (Digital Europe Programme, Horizon 2020 e Horizon Europe).
Per saperne di più scarica l’infografica: Cloud Maturity Assessement
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