Il customer experience center di Vertiv a Castel Guelfo, vicino a Bologna, è palcoscenico dell’innovazione tecnologica per i data center e per un giorno momento di confronto con il management team di Vertiv e gli esperti che offrono una full-immersion di approfondimento nel futuro delle infrastrutture di calcolo per l’intelligenza artificiale e sulle soluzioni per l’alimentazione ed il buon funzionamento del data center. Due numeri per inquadrare i temi: Idc prevede una crescita esponenziale degli investimenti globali in AI, dai 161 miliardi di euro nel 2023 ai 468 miliardi entro il 2027. Questo pone sfide importanti perché la maggior parte dei data center oggi esistenti non è ancora progettata per soddisfare le elevate esigenze energetiche dell’AI. E’ il contesto entro cui si inserisce il percorso innovativo proposto in occasione di Vertiv Driving Innovation: Powering the AI Era. Ne delinea i tratti Karsten Winther, presidente di Vertiv per l’Europa, il Middle East e l’Africa. “Siamo di fronte a uno scenario davvero stimolante e sfidante – esordisce Winther – in cui Vertiv può giocare un ruolo strategico. Con una presenza globale in oltre 130 Paesi e un fatturato di circa 7,8 miliardi di dollari (FY 2024), 30mila dipendenti a livello globale, 23 factory e 130 Paesi serviti, Vertiv – azienda relativamente giovane, ma con alle spalle un lungo percorso evolutivo basato sull’evoluzione delle tecnologie Emerson Network Power e Liebert si conferma come un attore fondamentale nella gestione dell’infrastruttura tecnologica per i data center a livello globale”.

Karsten Winther, presidente di Vertiv per l'Europa, il Middle East e l'Africa
Karsten Winther, presidente di Vertiv per l’Europa, il Middle East e l’Africa

Secondo Winther, l’industria DC è destinata a raddoppiare la propria capacità globale nei prossimi cinque anni, passando dagli attuali 80 gigawatt a oltre 160 gigawatt. Questo sviluppo rappresenta una sfida significativa per i fornitori di infrastrutture che devono affrontare problematiche legate alla densità energetica e alla dissipazione del calore generato dai nuovi processori ad alte prestazioni. Winther “Oggi supportiamo l’intera catena di alimentazione, dal grid al chip, e sistemi capaci di raffreddare fino al componente più critico. Capacità che sono il risultato di anni di ricerca e sviluppo, che si concretizzano in luoghi di ricerca e sviluppo importanti proprio come è Bologna”. Certo, uno degli elementi strategici nell’offering Vertiv si conferma l’approccio modulare per la rapida implementazione delle infrastrutture grazie a soluzioni pre-configurate. “Con i nostri sistemi integrati, possiamo assemblare quanto serve per i DC come un set di Lego, – spiega Winther – Ciò non solo accelera i tempi di installazione, ma garantisce anche una maggiore flessibilità nell’espansione futura”. Tra gli annunci più recenti merita in questo contesto la segnalazione l’Ups Vertiv Trinergy che è disponibile anche come componente della nuova soluzione Vertiv PowerNexus, e la possibilità di abbinamento al dispositivo di controllo Vertiv PowerBoard per ridurre l’ingombro e la relativa manutenzione.

La traccia di Vertiv nello sviluppo della strategia è possibile trovarla nitida nello studio di riferimento per l’azienda: il report sui Data Center Trends 2025. Alimentazione e raffreddamento, gestione energetica, sostenibilità e sicurezza informatica, ne sono i pilastri mentre, con l’avanzamento dell’intelligenza artificiale (AI) che aumenterà la complessità delle richieste hardware, la necessità di normative specifiche e il bisogno di integrazione tra tecnologia e infrastrutture. La crescente densità computazionale, guidata dal passaggio dall’utilizzo delle Cpu a quello delle Gpu e delle Dpu, richiede quindi soluzioni avanzate per la gestione termica e per l’alimentazione. Sistemi di raffreddamento come le piastre fredde, progettate per dissipare calore a livello di rack, ma anche configurazioni ibride (liquido-liquido, liquido-aria) integrate nei rack e nelle infrastrutture, e gruppi di continuità e batterie ad alta densità per rispondere ai carichi AI fluttuanti.

“Oggi i data center consumano tra l’1% e il 2% dell’energia globale, ma questa percentuale salirà al 3%-4% entro il 2030, il settore deve affrontare quindi specifiche sfide legate alla disponibilità energetica ed alla sostenibilità: l’aumento della domanda potrebbe superare la capacità delle reti elettriche, crescono le preoccupazioni governative e le pressioni normative e le soluzioni come microgrid, energie alternative (celle a combustibile, batterie avanzate) e piccoli reattori modulari stanno emergendo come risposte innovative.

Si arriva al nodo centrale: l’introduzione di rack con densità da 500 a 1.000 kW spinge il settore verso collaborazioni tra produttori di chip, fornitori di infrastrutture e aziende energetiche. “Queste partnership sono fondamentali per sviluppare roadmap affidabili per l’adozione dell’AI su larga scala e per avvantaggiarsi poi di standardizzazione e personalizzazione di componenti per migliorare la produzione e l’implementazione e di strumenti basati sull’AI per ottimizzare progettazione e operazioni” – precisa Winther. L’integrazione tra IT e infrastrutture rappresenta allora una svolta fondamentale per il settore. Sicurezza informatica e regolamentazione è inevitabile poi impattino anche tutto il comparto relativo alla gestione dei data center, in particolare proprio quelli strategici per l’utilizzo dell’AI. 

La partnership con Nvidia

L’arrivo di massicci workload di calcolo per l’AI, intanto, in appena tre anni ha cambiato il mercato. Winther riconosce il contributo fondamentale della partnership con Nvidia nello sviluppo di soluzioni AI avanzate e sottolinea l’importanza delle collaborazioni strategiche: “Nessuno può fare tutto da solo. E la partnership con Nvidia, permette di affrontare insieme le sfide su più fronti. Il mercato dell’intelligenza artificiale, attualmente valutato a circa 40 miliardi di dollari, potrebbe raggiungere il valore di 1,3 mila miliardi di dollari entro otto anni ma l’espansione dell’AI solleva anche questioni critiche legate alla sicurezza e Vertiv si impegna a sviluppare soluzioni che rafforzino la resilienza delle infrastrutture digitali contro le minacce complesse”. Per affrontare le sfide future, si ribadisce allora anche la necessità di una collaborazione senza precedenti tra aziende, governi e organizzazioni internazionali. L’industria della tecnologia non è mai stata così interconnessa. Dai produttori di chip come Nvidia ai fornitori di servizi cloud, tutti devono lavorare insieme per garantire il successo delle nuove tecnologie”. Allo stesso tempo, l’assenza di una regolamentazione chiara sull’AI rappresenta una sfida. Servirà bilanciare l’innovazione con la necessità di evitare abusi: “Vogliamo sfruttare i benefici dell’intelligenza artificiale, ma dobbiamo anche assicurarci che non venga usata in modo improprio”, chiude il manager.

Carlo Ruiz, VP Enterprise Solutions & Operations di Nvidia per l’area Emea
Carlo Ruiz, VP Enterprise Solutions & Operations di Nvidia per l’area Emea

E’ lo scenario evolutivo dell’AI ad alimentare il contributo al confronto con Carlo Ruiz, VP Enterprise Solutions & Operations di Nvidia per l’area Emea. Ruiz mette a fuoco tre temi principali che caratterizzano l’adozione dell’intelligenza artificiale: l’utilizzo dei foundational model (1) i modelli che già usiamo che si basano su enormi quantità di dati e capacità computazionale per generare risultati sempre migliori, per cui Nvidia sta spingendo consentendo il calcolo “per le applicazioni che includono linguaggi naturali, genetica e studio delle strutture proteiche”, quindi il tema dell’adozione dell’AI per creare valore e preservare identità culturali (2). Ma la prossima frontiera vedrà soprattutto l’AI integrarsi nel mondo fisico attraverso robot autonomi e umanoidi. Questi sistemi sono progettati per operare in ambienti umani senza necessità di adattamenti strutturali. Ecco allora che la combinazione di modelli avanzati, hardware robusto e simulazioni digitali (tramite la piattaforma Nvidia Omniverse, per esempio) consentirà presto ai robot di apprendere e operare con precisione attraverso tecnologie in grado di simulare migliaia di scenari complessi, come incidenti stradali e accelerando significativamente il processo di apprendimento. Spiega Ruiz: “Nvidia ha ridefinito il concetto di infrastruttura AI, passando dalla semplice progettazione di chip alla costruzione di vere e proprie AI fabrics. Ecosistemi (come anche data center) che integrano hardware, software specifici e reti avanzate per elaborare enormi volumi di dati e generare valore. Il fulcro di questa evoluzione è declinato nel chip Blackwell, una piattaforma modulare che consente scalabilità e prestazioni con l’AI prima non possibili”.

Anche in questo caso, è chiaro, vince l’approccio modulare: quindi unità computazionali basate su rack interconnessi; networking avanzato; software ottimizzato per accelerare i carichi di lavoro AI, come il toolkit Nemo per i modelli linguistici, come framework cloud-native completo per la gestione dei dati, il training e la personalizzazione dei modelli di base. Soluzioni infrastrutturali e non che per per efficienza energetica ridurranno drasticamente il consumo per token generato da AI, per miglioramenti di migliaia di volte in meno di dieci anni rispetto al recente passato.

Il futuro delle infrastrutture elettriche

Raccoglie il testimone sulla scorta degli stimoli emersi nei keynote Giovanni Zanei, VP Large Power Conversion di Vertiv, con una visione chiara e stimolante sul futuro delle infrastrutture elettriche. Zanei rimarca l’impatto significativo che l’AI e altre tecnologie emergenti hanno sull’infrastruttura di alimentazione. L’espansione dei data center richiede soluzioni che siano non solo efficienti, ma anche sostenibili. Nei prossimi anni, si prevede un aumento esponenziale della densità di potenza per rack, fino a 300-400 kW. Questo rappresenta una sfida per i sistemi di raffreddamento e per la gestione dell’energia”.

Giovanni Zanei, VP Large Power Conversion di Vertiv
Giovanni Zanei, VP Large Power Conversion di Vertiv

“La chiave per affrontare queste sfide – secondo Zanei – risiede nell’innovazione e nella densificazione delle infrastrutture. I sistemi Ups di Vertiv, integrati con batterie avanzate, sono progettati per garantire efficienza e affidabilità, riducendo allo stesso tempo l’impatto ambientale. E grazie a un approccio di integrazione e Vertiv prosegue la strada dello sviluppo di  soluzioni compatte e modulari che possano essere implementate rapidamente e con minori rischi”. Zanei vuole ribadire l’importanza di abilitare nuove fonti di energia, tra cui le celle a combustibile, e soluzioni intelligenti per la gestione dell’energia. “La decarbonizzazione è una priorità assoluta, e Vertiv si sta impegnando nello sviluppo di convertitori e infrastrutture elettriche capaci di supportare questa transizione”. Un punto interessante è l’uso dei data center come risorse attive per il supporto alla rete elettrica. “Le batterie possono essere utilizzate per compensare le variazioni di frequenza o per sostenere la rete in momenti di picco, trasformando i data center in elementi chiave per un sistema energetico più resiliente e sostenibile”.

Zanei approfondisce quindi il ruolo dell’AI nella trasformazione delle infrastrutture elettriche. “L’AI introduce carichi variabili e intensi che richiedono risposte rapide e dinamiche da parte dei sistemi energetici. Vertiv sta affrontando queste sfide collaborando con altri attori, come Nvidia, appunto, per sviluppare soluzioni innovative capaci di gestire carichi spinosi e migliorare l’efficienza complessiva”. Un esempio: a Bologna, l’azienda ha creato un simulatore di carico AI che consente di testare e validare soluzioni personalizzate per i clienti. Questo approccio, basato su dati reali, permette a Vertiv di offrire soluzioni ottimizzate e di anticipare le esigenze del mercato. La visione di Zanei per il futuro è chiara: “innovazione, sostenibilità e collaborazione sono le fondamenta su cui Vertiv vuole costruire il suo percorso”.

I data center pronti per l’AI, quali riflessi in Italia

Vertiv sta affrontando una fase di trasformazione e crescita significativa anche in Italia. E’ il confronto con Andrea Faeti, sales director enterprise accounts Italia, arricchito dai contributi di Giovanni Zanei e Flora Cavinato, senior director Global Service Strategy e Portfolio, a completare il quadro strategico che combina innovazione, sostenibilità e servizi per rispondere alle sfide del settore. Andrea Faeti: “L’’Italia oggi si qualifica come hub strategico per l’ecosistema globale di Vertiv. Con una posizione da podio come mercato tra i più importanti in Europa, l’Italia sta assumendo un ruolo centrale non solo come base operativa, ma anche come laboratorio per lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche​”. E le operations di Vertiv nel Paese possono fungere da modello replicabile per altri mercati. “L’Italia, con la sua combinazione di DC hyperscaler e infrastrutture enterprise, rappresenta un terreno fertile per l’innovazione sia nell’adozione di tecnologie emergenti che nella gestione operativa dei data center”. Secondo Faeti, la crescita dei data center in Italia riflette non solo un aumento della domanda, ma anche una necessità di scalabilità e sostenibilità. “I nuovi progetti si concentrano sull’implementazione di tecnologie che migliorano l’efficienza energetica e riducono l’impatto ambientale”.

Vertiv confronto Management
Da sinistra: Andrea Faeti, sales director enterprise accounts Vertiv Italia; Flora Cavinato, senior director Global Service Strategy e Portfolio; Giovanni Zanei, VP Large Power Conversion, Vertiv

Per Faeti, questo “significa non solo sviluppare soluzioni ad alta efficienza, ma anche garantire che queste siano replicabili e scalabili, rispondendo così alle esigenze sia dei grandi attori globali che delle imprese locali”. Ecco allora che “la modularità e la ripetibilità delle soluzioni rappresentano due pilastri fondamentali nella strategia di Vertiv” e parte costitutiva delle specificità della domanda nel Paese. “La capacità di implementare rapidamente moduli standardizzati, adattandoli alle esigenze specifiche di ciascun cliente, è ciò che differenzia Vertiv dai suoi concorrenti. Questo approccio, particolarmente apprezzato dagli hyperscaler – ma non solo – consente di ridurre i tempi di deployment e migliorare l’efficienza operativa”​. Anche se l’adozione di nuove tecnologie, come il raffreddamento a liquido e i sistemi di intelligenza artificiale, pone sfide significative a livello operativo, Faeti enfatizza proprio “la necessità di soluzioni flessibili che si integrino facilmente nelle infrastrutture esistenti”. Tra queste, Vertiv sta sviluppando l’evoluzione delle unità Cdu (unità di distribuzione del refrigerante) e Liebert Xdu (progettate per supportare il raffreddamento a liquido in ambienti ad alta densità) per consentire l’uso di server avanzati senza richiedere una riprogettazione completa dei data center​.

Zanei, torna quindi su alcuni temi chiave relativi alla sostenibilità: “Vertiv è impegnata nello sviluppo di tecnologie innovative che riducano l’impatto ambientale, come i sistemi FuelCell e le soluzioni a idrogeno, che rappresentano un’alternativa più pulita ai generatori diesel. Inoltre, l’azienda sta esplorando modi per integrare energie rinnovabili e sistemi di accumulo energetico nei data center​”.
Fino a pochi anni fa, l’Italia era caratterizzata da data center di piccole dimensioni, ma oggi il panorama è cambiato, con strutture sempre più grandi che competono con i principali hub europei come Germania e Francia​. “Questa evoluzione non è solo quantitativa ma anche qualitativa. I data center degli hyperscaler e di collocation – riprende Zaneisono generalmente più efficienti e sostenibili rispetto ai tradizionali centri enterprise, grazie alla loro attenzione alla scalabilità e all’ottimizzazione energetica. Questa tendenza riflette un cambiamento nel modello operativo delle aziende, che si spostano da risorse on-premise a strutture centralizzate, aumentando la necessità di soluzioni integrate ed efficienti”​. Con una nota l’uso di sistemi di accumulo energetico basati su batterie per stabilizzare l’uso delle energie rinnovabili è approccio che ha trovato già particolare applicazione nei data center del Nord Europa. Ora “è necessario trovino spazio anche in Italia, contribuendo a risolvere le sfide legate alla sostenibilità energetica”​.

Evoluzione della domanda di servizi

Con l’evoluzione dei DC, anche in Italia, evolve l’approccio ai servizi. Spiega Cavinato: “Le nuove tecnologie, come il raffreddamento a liquido e le applicazioni di intelligenza artificiale, richiedono livelli di affidabilità e competenza nella gestione elevati. Per esempio, la gestione del raffreddamento a liquido implica una supervisione rigorosa della qualità dei fluidi, per evitare danni alle infrastrutture​”. Vertiv risponde a queste sfide con una gamma di servizi avanzati che integrano tecnologie digitali e capacità di analisi predittiva. Per esempio i Condition-Based Maintenance Services – un sistema articolato di manutenzione basato sui dati raccolti in tempo reale – sono un esempio significativo di come l’azienda stia utilizzando l’intelligenza artificiale per migliorare l’affidabilità delle infrastrutture e ottimizzare le operazioni dei clienti​. Non solo. Un punto di forza di Vertiv è l’offerta di servizi digitali come il sistema Life (Vertiv Life Services), sviluppato proprio a Bologna, che monitora le infrastrutture in tempo reale e facilita interventi rapidi e mirati. Cavinato sottolinea: “Parliamo di strumenti essenziali per rispondere alle esigenze dei clienti hyperscaler, che richiedono rapidità e ripetibilità nei deployment su larga scala”​.

Cresce, infine, anche la domanda di soluzioni integrate che coprano tutte le aree operative, dall’alimentazione al raffreddamento fino alla sicurezza. Vertiv si vuole posizionare quindi “come partner strategico per i propri clienti, offrendo una combinazione di competenze tecniche e servizi personalizzati, con l’obiettivo di supportare sia grandi operatori internazionali sia aziende locali​, e punta sulla formazione anche on-site, proprio a Bologna, come nella collaborazione con le università per indirizzare questi bisogni”.

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