Il titolo ambizioso del Sap Executive Summit 2025, alla sua 17esima edizione, Prima il domani, cambia la prospettiva della due giorni di Cernobbio, nata per riflettere sui grandi temi che accompagnano le aziende oggi. Non solo tecnologici ma soprattutto economici e geopolitici. Un processo inverso che invece di partire dal presente per capire il futuro, mette al centro il domani per comprendere le priorità dell’oggi e preparare il futuro con maggiore lungimiranza.

Non è un gioco di parole per Carla Masperi, amministratrice delegata di Sap Italia, che ragiona su un domani in cui business, ambiente e società possono trarre significativi benefici dall’uso dell’AI (“Empower Business, Environment and Society with AI” il leit motive della giornata).

“L’AI è destinata a cambiare il modo di fare business e i ruoli aziendali – esordisce dal palco davanti a una platea di 100 c-level di grandi aziende italiane e credo che faccia leva su tre dimensioni: il suo potenziale per stimolare la crescita economica, la capacità di rendere le nostre aziende più resilienti, e il fatto di essere un forte abilitante della sostenibilità, tema a cui avevamo dedicato il summit due anni fa”.

Dettaglia Masperi, nello spiegare l’AI come abilitatore: contiene i potenziali per aumentare la crescita pro capite (1), modifica il modo di prendere decisioni basate su dati consentendo l’analisi di vari scenari (2), ed è una tecnologia destinata a cambiare le competenze tradizionali (3) a favore di un maggiore contributo del giudizio umano e della creatività. “Per un Paese come il nostro che ha crescita demografica negativa (-3,6% nell’ultimo anno, secondo Istat), la produttività dell’AI potrebbe diventare un fattore di compensazione. Per questo dovremmo guardare all’AI con maggiore attenzione. Parlando di economie più resilienti, sapere leggere i dati ci permette di mitigare i rischi e individuare i trend con maggiore attenzione, privilegiando economia circolare e sostenibilità”.

Un percorso che riguarda in primis anche Sap che ha introdotto l’utilizzo dell’AI nelle proprie attività di sviluppo (riscontrando un aumento dell’efficienza del 20%) e nelle attività operative (ciclo dell’ordine) con l’eliminazione delle attività manuali e ripetitive (riscontrando un aumento della produttiva del 10x).

Sap Executive Summit - Manos Raptopoulos, Chief Revenue officer Apac, Emea & Mee di SAP e Carla Masperi, AD di Sap Italia
Sap Executive Summit – Manos Raptopoulos, Chief Revenue officer Apac, Emea & Mee di Sap e Carla Masperi, AD di Sap Italia

Ridurre la frammentazione

Le criticità non mancano, la più evidente è la frammentazione nelle aziende, le strutture per silos. “Più viviamo in una azienda frammentata più impediamo all’AI di esprimere tutte le sue potenzialità, per questo cerchiamo con la nostra tecnologia di sanare il concetto di frammentazione facendo leva sull’ecosistema e su framework globali”. Tre le condizioni.

Servono il cloud (1) che permette una innovazione continua, una piattaforma applicativa fluida dove l’AI è integrata dalla nascita (2) (“deve diventare invisibile all’utente finale”) e, infine, un dialogo constante con l’ecosistema allargato alle filiere industriali. Ma rimane strategica la definizione di un framework globale, che possa armonizzare tutti i quadri normativi che stanno proliferando. “Più lavoriamo in un mondo frammentato meno diamo la capacità alla tecnologia di esprimere il proprio potenziale. Per questo è importante avere un bilanciamento tra etica, sicurezza e privacy in un quadro normativo sovranazionale in grado di stare al passo anche con l’evoluzione della tecnologia. Minimizzare la frammentazione è la grande sfida per il progresso dell’AI”.

La definizione di quadri normativi sovranazionali che possano governare l’AI è tanto più complessa tanto più l’instabilità economica e geopolitica si fa sentire. “E’ in corso una nuova guerra contro le democrazie – esordisce Maurizio Molinari, storico e giornalista -. Negli ultimi 4 anni con Biden abbiamo visto come Russia e Cina siano andare all’offensiva nel tentativo di modificare gli equilibri mondiali e oggi Trump sta operando nell’intento di sovvertire l’ordine uscito dalla guerra fredda per rispondere a Cina e Russia. Ma se l’ordine passa da questo tris di poteri forti che si stanno contendendo lo scenario – Usa, Russia e Cina – questo significa sacrificare l’Europa. Siamo in un equilibrio delicato. Trump gioca a poker, Putin a scacchi, per ora è in vantaggio Putin. E la storia ci insegna che gli autocrati bisogna prenderli sul serio”.

Si ritrova Molinari sulla necessità di ridurre la frammentazione, perché la frammentazione dell’Europa sull’AI impedisce all’Europa di competere. “Perché non c’è un cloud europeo?continua -. Perché le regole dell’antitrust lo impediscono, e questo fatto ha fermato lo sviluppo del progetto europeo nato qualche anno fa (Gaia-X, Ndr). Dal 2 aprile, con l’arrivo di dazi e tariffe, si aprirà una fase negoziale e i mercati stanno scontrando grande incertezza. Il ritorno del maccartismo nella politica di Trump, un salto indietro ai primi anni cinquanta del XX secolo basato sull’esaltazione del mercato interno americano, rischia di ridisegnare l’economia del 2025 sulla base di una dottrina di 200 anni fa. L’Europa dovrebbe negoziare come se fosse una persona sola, andare in ordine sparso sarebbe per l’Europa un vero suicidio”.

La sfida delle competenze

Tocca il tema della demografia Francesco Billari, rettore Università Bocconi, che legge i dati della crisi della natalità in Italia (nel 1964 nati 1 milione e 35mila bambini, nel 2024 nati 379mila, in un rapporto 3 a 1) come una questione urgente che richiede politiche di integrazione di migranti e di formazione. “La demografia ci dice che i giovani saranno pochi per molti anni in Italia. Guardiamo al caso molto interessante della Corea Del Sud che ha un bassissimo tasso di natalità ma che rispetto all’Italia, che conta meno del 30% di laureati, ha il 70% della popolazione con laurea, grazie alla decisione di cambiare il sistema scolastico, investendo di più sull’istruzione. L’Italia combina la bassa natalità con la quota di laureati tra le più basse dell’Unione europea”.

Nell’economia della conoscenza, il gioco si fa sul rendere disponibili nuove tecnologie, tra cui l’AI già oggi impattante. Secondo una ricerca, il 44% dei dirigenti ha abbandonato una decisione già pianifica per suggerimenti dati dall’AI, il 74% si fida di più dell’AI che degli amici, il 48% utilizza quotidianamente strumenti di AI e il 15% li utilizza più volte al giorno ma – e questo è un aspetto importante – il 39% afferma che lavorare con l’AI garantisca un maggiore equilibrio tra vita lavorativa e privata (31% dice di esser meno stressato).
“La fiducia nell’AI oggi c’è – precisa Masperisempre che sia responsabile. E, grazie alla mole di dati che può avere a disposizione, cambia i processi di business, favorisce l’automazione, permette di prendere decisioni basate su diversi scenari in modo più rapido. Ma come sempre la tecnologia non fa tutto, servono competenze per gestirla perché la tecnologia è un mezzo, non un fine”.

Sap Executive Summit - Carla Masperi, AD di Sap Italia
Sap Executive Summit – Carla Masperi, AD di Sap Italia

Sostenibilità e università

La strategia di Sap – AI embedded e apertura verso tutti gli Llm presenti sul mercato – richiama una forte attenzione al tema della sostenibilità. “Un parola bandita dal vocabolario di Trump – precisa Billari -. Sostenibilità è anche innovazione tecnologica che porta a un lavoro migliore, con un approccio alla produttività per il bene della comunità. Il cambiamento climatico è un altro dato inconfutabile, per questo dobbiamo avere la capacità di pensare in modo innovativo al domani: non c’è una contrapposizione tra profittabilità e sostenibilità, è un binomio che va di pari passo”.

Precisa Masperi: “Il nostro compito è portare la sostenibilità nei progetti di business”, misurata attraverso dashboard e strumenti al pari di quelli utilizzati per la misurazione di dati finanziari o di produzione. “Vuole dire aumentare la produttività, la ricerca e sviluppo”.

Il ruolo dell’università rimane centrale – ribadisce il rettore – per creare campus di confronto e un legame stretto tra mondo universitario e industria, per generare un tessuto economico fertile. “Non possiamo prescindere dal sistema universitario per il nostro futuro”.

La sfida è preparare le aziende ad accogliere i giovani nativi con l’AI e creare le condizioni nelle aziende per integrare i talenti, che “devono respirare cultura d’innovazione per rimanere in azienda –  precisa Masperi –. Dal nostro osservatorio sui giovani, vediamo che un’azienda diventa appealing se asseconda la naturale predisposizione verso mansioni non ripetitive e se ha una missione orientata a favore della sostenibilità. La tecnologia si deve armonizzare con queste strategie”.

Hanno fatto percorsi di sostenibilità la Compagnia Valdostana delle Acque che ha avviato un cantiere AI con Sap per un percorso di compliance amministrativa per la gestione degli impianti sparsi in tutta Italia, correlando dati di provenienza diversa (previsioni del tempo, accumuli di energia, generazione da fonti energetiche, volatilità dei prezzi…) in un datalake sempre più integrato con applicativi intelligenti. “La possibilità di avere una cruscotto che prende in considerazione tutto il nostro know how è uno strumento fondamentale di management per prendere decisioni “, precisa Giuseppe Argirò, Ceo di Compagnia Valdostana delle Acque e vice presidente Elettricità Futura per l’Idroelettrico.

Cosi come Eni che da decenni investe sul supercalcolo, “cifra distintiva per competere sui mercati internazionali” precisa Dario Pagani, Evp Global Digital & Ict di Eni, fondamentale per gestire la grande richiesta di potenza legata all’AI anche in ambito industriale. “L’AI è un acceleratore per la nostra ricerca e sviluppo, ma anche per la messa a terra dei progetti, tenendo presente sempre che l’AI è un supporto, non lede la centralità dell’uomo (man in the loop). Ma come mantenere il know-how? Come facciamo a connettere tutte le competenze presenti in azienda tenendo conto che siamo in più di 60 paesi del mondo? Anche in questo caso l’AI ci ha permesso di connettere la conoscenza tra team, con un progetto di contaminazione che permette di mantenere le competenze internamente nel tempo, spostando l’investimento sulla formazione dal conto economico al conto patrimoniale”.

Sap Executive Summit - Giuseppe Argirò, Ceo di Compagnia Valdostana delle Acque e vice presidente di Elettricità Futura per l'Idroelettrico - Dario Pagani, Evp Global Digital & Ict di Eni
Sap Executive Summit – Giuseppe Argirò, Ceo di Compagnia Valdostana delle Acque e vice presidente di Elettricità Futura per l’Idroelettrico – Dario Pagani, Evp Global Digital & Ict di Eni

La centralità del cloud 

Da poco nei panni di chief revenue officer (per le regioni Apac, Emea & Mee), Emmanuel Raptopoulos fa un affondo sulla tecnologia e sulla nuova era dell’Agentic AI che snellisce l’adozione dell’AI presso le aziende ma puntualizza sulle “condizioni necessarie”, perché non si arrivi all’AI impreparati. “L’unica tecnologia che può abilitare l’AI è il cloud, perché l’AI ha bisogno di continua innovazione perché i motori si migliorano in continuazione  – spiega -. Ma i clienti non sempre ne sono consapevoli procedendo all’adozione con un passo più lento dello sviluppo della nostra tecnologia. C’è un gap tecnologico, in alcuni clienti ancora on-prem, che rischiano di non portare avanti l’innovazione generando una perdita per gli stakeholder. Il tema non è se andare in cloud ma quando. Nel settore privato i clienti stanno facendo progetti trasformativi, nel settore pubblico è molto più difficile pianificare e ripensare a un sistema in cloud. Ma credo sia una questione di tempo. Per quanto riguarda l’aspetto economico, essendo Sap partner dei tre grandi hyperscaler, ha una capacità di negoziazione più altra rispetto ai singoli clienti. Questo vantaggio si traduce in un incentivo”.

Oggi in ambito AI Sap ha 130 use case da mostrare ai clienti che saliranno a 360 entro fine anno, dal finance alla supply chain, dall’HR alla customer experience
“In Italia contiamo ad oggi tra i nostri clienti 250 progetti di AI generativa un buon risultato che mostra come i clienti siano più pronti a sfruttare l’AI di quanto noi pensiamo, e lo capiamo soprattutto quando parliamo con i c-level. Quando discutiamo con i Cio l’approccio è più prudente anche se l’introduzione dell’Agentic AI sta suscitando maggiore interesse perché fa intravedere più facilità nella gestione di molti processi. Ma per arrivare a questa immediatezza tra innovazione e ritorno dell’investimento serve che le aziende adottino il cloud e una piattaforma fluida e non frammentataconclude.

Sap Executive Summit - Manos Raptopoulos, Chief Revenue officer Apac, Emea & Mee di SAP e Carla Masperi, AD di Sap Italia
Sap Executive Summit – Manos Raptopoulos, Chief Revenue officer Apac, Emea & Mee di SAP e Carla Masperi, AD di Sap Italia

Il cloud nei progetti premiati

Premiate con i Sap Innovation Award due aziende che hanno fatto importanti progetti trasformativi con le soluzioni Sap. Prysmian – fornitore globale di soluzioni per cavi impegnato nella transizione energetica – per aver intrapreso un percorso di trasformazione digitale basato su Sap Business AI con l’implementazione di Rise with Sap S/4Hana Cloud per ottimizzare l’intera catena del valore produttivo, migliorando la pianificazione e la gestione finanziaria e fiscale,

E, nella pubblica amministrazione, Inps che grazie alla recente adozione di Sap S/4Hana Cloud ha implementato una piattaforma a supporto della gestione del personale, della pianificazione, della reportistica ma soprattutto della gestione contabile, finanziaria e fiscale, che rappresenta il secondo bilancio dello stato (dopo lo stato).

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