Il taglio del Sap Executive Summit di Cernobbio è da anni un momento di confronto oltre la tecnologia. Raduna a Villa d’Este, sul lago di Como, manager, executive internazionali, analisti e giornalisti con riflessioni che guardano al futuro della società, ovviamente assegnando all’interno dello scenario economico e geopolitico un ruolo preciso alla tecnologia. In particolare, all’intelligenza artificiale e al cloud, due perni del modello strategico di Sap con attenzione alla regolamentazione, all’etica, alla tecnologia al servizio della collettività. “Generiamo il futuro” il titolo della sedicesima edizione del summit, facendo in modo che l’intelligenza artificiale sia uno strumento per dare valore al business. Sia rilevante, affidabile, responsabile.

“Viviamo in un’epoca di cambiamento, dove l’impatto della tecnologia non è lineare, per questo costruiamo la nostra strategia attorno a tre pilastri differenzianti – esordisce dal palco Carla Masperi, amministratrice delegata di Sap in Italia -. Vogliamo essere efficaci per il business e questo implica conoscere l’intero contesto di una azienda, dagli aspetti di finance alle risorse umane. Ma lo vogliamo fare dando risposte concrete e di qualità e questo implica un lavoro importante sui dati delle aziende per addestrare l’intelligenza artificiale”. Esemplifica: se dobbiamo capire in un’azienda quale impianto ha bisogno di maggiore manutenzione, dobbiamo conoscere il contesto e lo possiamo fare solo analizzando la solida base dati a disposizione.

C’è poi tutto un tema di responsabilità, etica, privacy legato alle preoccupazioni suscitate dall’AI nelle nuove modalità di lavoro, con attenzione alla sicurezza. “Siamo in una fase un po’ delicata, dobbiamo provare a uscire dalla curiosità dell’AI, dai piccoli prototipi, dai piccoli esperimenti per portare l’AI ad un utilizzo su vasta scala. Ma per fare questo occorre affidabilità, fiducia nei dati e addestramento dei modelli. Occorre saper fare le domande corrette all’AI, valide in termini di business. Bisogna tener conto della velocità di questa rivoluzione, tra euforia e grande aspettativa”. Perché i progetti di AI sono previsti crescere del 68% nel 2024 in Italia, con un passo più sostenuto rispetto alla crescita europea del 61% (fonte Idc), pur restando accorti sugli investimenti da non sprecare. Una situazione che l’economista Carlo Cottarelli bene spiega.

Sap Executive Summit 2024 - Cernobbio - Carla Masperi, amministratore delegato di Sap Italia
Sap Executive Summit 2024, Cernobbio – Carla Masperi, amministratrice delegata di Sap Italia

Economia e tecnologia

Tra 1999 e il 2019 il reddito pro capite non è aumentato in Italia con l’avvento dell’euro (“oggi siamo 170esimi su 182 paesi in termini di crescita economica” esordisce Cottarelli), il debito pubblico è cresciuto (“un macigno che ci portiamo dietro dalla Prima Repubblica in termini di competitività”), ma i finanziamenti europei legati al Next Generation EU hanno consentito all’Italia di sostenere l’economia anche a valle del Covid. Per assistere poi al ritorno dell’inflazione, non attesa e fuori controllo, e alla reazione delle banche centrali di aumentare i tassi di interesse, “che se da una parte ha funzionato dall’altra ha rallentato l’economia europea”.

Il risultato si legge nell’andamento del Pil (+0,9 in Italia, +0,7 in area Eu) con un rallentamento nel 2024, anche se alcuni segnali incoraggianti non mancano nel breve periodo: l’inflazione (tornata sotto il 2%) sarà tenuta sotto controllo senza innescare una recessione, il Pil avrà un crescita indicativa dell’1% annuo con un andamento che oscilla dallo 0,2 allo 0,33 a trimestre, la Banca Centrale europea taglierà i tassi di interessi entro giugno, seppure in ritardo di sei mesi rispetto alle aspettative iniziali. “Credo sia essenziale ridurre i tassi di interesse per garantire prospettive di crescita – precisa Cottarelli -. Nel lungo periodo, le aspettative economiche rimarranno ancorate alla crescita di produttività e al contributo del Pnrr, nonostante ci siano ritardi nella realizzazione delle opere a tal punto che il governo ha chiesto di procrastinare di un anno al 2027 la realizzazione del piano, ma è uno slittamento impossibile perché richiede l’approvazione all’unanimità dei Paesi dell’Unione europea e non credo che avverrà”. 

Sap Executive Summit 2024 - Cernobbio
Sap Executive Summit 2024, Cernobbio – Carlo Cottarelli, economista

L’impatto dell’AI sull’economia, l’analisi di Cottarelli

Guardando all’impatto sull’economia della transizione tecnologia insita nel Pnrr e in particolare all’innovazione portata dall’AI, il giudizio di Cottarelli è positivo in termini di risparmio di tempo e di aumento della produttività anche se non mancano le preoccupazioni “così come è sempre avvenuto negli ultimi due secoli con l’avvento di nuove tecnologie”.
Rimarremo senza lavoro? Dovremo arricchire le nostre competenze per passare dalle vecchie tecnologie alle nuove? Riusciremo a cambiare i nostri metodi di produzione? “Questa dell’AI è una sfida che deve essere affrontata. Ma ad oggi la realtà è che è stato molto più forte l’impatto sull’economia dello sviluppo tecnologico della seconda rivoluzione industriale, tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo secolo”. In quel periodo è nata la chimica moderna, l’umanità ha imparato a manipolare le molecole, le onde elettromagnetiche, l’atomo, portando a innovazioni che hanno inciso sulla vita e sulla produttività delle fabbriche, sia quantitativa che qualitativa. Oggi l’AI non ha ancora generato l’aumento della produttività sperata ma non dobbiamo essere troppo preoccupati dall’affrontare questa sfida. Prima di adattare i processi produttivi a questi nuovi strumenti c’è sempre un ritardo tra sviluppo tecnologico, scientifico e applicazione nei processi. Siamo ancora in una fase di incubazione: non abbiamo ancora visto interamente l’impatto che l’AI avrà, ma non ci resta che sperare che questo cambiamento avvenga e avvenga presto. Quando l’AI sarà utilizzata appieno saranno impagabili i vantaggi dell’intelligenza artificiale, ma servono risorse e la volontà di investire. Credo che ci sia ancora molto spazio per una crescita economica che sia accompagnata da una crescita della produttività”.

Rimarca la differenza abissale tra l’approccio all’AI dell’Europa e degli Usa” dove l’Europa si limita all’applicazione dell’intelligenza artificiale a differenza degli Stati Uniti che investono in ricerca e sviluppo. “La Cina è una via di mezzo tra Usa e Europa, che dovrebbe impegnarsi a fare meglio, Italia compresa”.

Sap Executive Summit 2024 - Cernobbio
Sap Executive Summit 2024, Cernobbio – Dino Pedreschi, professore ordinario di Informatica, Università di Pisa, direttore di Human-centered AI

Sap, AI a braccetto con cloud

Nella strategia di Sap l’AI è di livello enterprise, si alimenta con i dati dei clienti e permette loro di migliorare il business. Ma richiede il cloud e partnership per il suo sviluppo. Sono i passaggi che ripercorrono sia Emmanuel Raptopoulos, presidente Emea di Sap, sia Scott Russell, chief revenue officer e member of the Executive Board di Sap, che è ormai un veterano di Cernobbio. “Il nostro approccio è quello di investire per creare una AI che sia rilevante, efficace e responsabile – insiste Raptopoulose lo facciamo per le aziende che non possono permettersi di sbagliare: le allucinazioni date dall’AI non sono ammesse in ambito business. Il nostro punto di forza viene dai clienti e dai loro dati che ci permettono di allenare l’AI in modo che sia accurata e sicura”.

Sap ha integrato funzionalità di AI nelle applicazioni della Sap Business Technology Platform in modo che siano trasparenti all’utente finale (14 nuovi app di AI sulla piattaforma Sap S/4Hana) ma per far questo è imprescindibile l’utilizzo del cloud, primo pilastro della strategia Sap, cresciuto in modo importante a livello mondiale nel 2023. “Negli ultimi 12 mesi abbiamo aggiunto decine di migliaia di nuovi clienti nel cloud di Sap, siamo l’azienda di applicazioni aziendali in più rapida crescita al mondo e soprattutto siamo la più grande azienda tecnologica d’Europa – racconta Russell -. Stiamo facendo un buon lavoro ma sentiamo anche la pressione dell’AI. Come possiamo sfruttare questa tecnologia per il business dei clienti?”. I clienti cloud stanno già utilizzando le capacità di AI, in molti casi si tratta di apprendimento automatico, analisi di dati complessi ma in futuro verranno integrati automatismi e nuove funzionalità in tutti gli applicativi, a vantaggio della catena di approvvigionamento, di finance, risorse umane, gestione spese, capacità operative. Con 35mila ingegneri formati anche in ambito AISap propone un proprio copilot a Ceo, Cfo, chief operating officer che vogliono raccogliere insight personalizzati sul proprio business.

Sap Executive Summit 2024 - Cernobbio - Scott Russell, chief revenue officer di Sap SE e Carla Masperi, amministratore delegato di Sap Italia
Sap Executive Summit 2024, Cernobbio – Scott Russell, chief revenue officer e member of the Executive Board di Sap e Carla Masperi, amministratrice delegata di Sap Italia

Per gli sviluppi futuri rimane strategica la piattaforma e la sua apertura (“25mila clienti ci hanno già dato il permesso di addestrare i nostri modelli di intelligenza artificiale con i loro dati, anonimizzati, per condividere poi le evidenze raccolte con tutti i clienti Sap”), ma anche  collaborazione con altre aziende che investono in ricerca e sviluppo sull’AI aprendo a partnership mondiali. “E’ fondamentale che questo lavoro di sviluppo non fingiamo di farlo da soli. Abbiamo partnership con tutti i principali attori, tra cui Google, Microsoft, Aws, ma anche con aziende come OpenAI, con realtà che governano i dati. Il nostro modello di business è quello di integrare il meglio che offre il mercato in modo semplice e facile da usare. Da qui anche la recente partnership con Nvidia“. Ma tutto poggia sul cloud, che permette rilasci quotidiani, settimanali, mensili.

Il legame è duplice. Sap investe nell’AI generativa per i clienti ma nello stesso tempo chiede ai clienti di lavorare con lei e l’unico modo per farlo è migrare in cloud, dove si possono analizzare i dati e offrire le vere potenzialità dell’AI. Conclude Russell: “Riconosciamo che passare al cloud richiede investimenti importanti da parte dei clienti ma la nostra piattaforma continuerà a innovare e a risolvere i loro problemi aziendali. Quando un cliente sceglie Sap non sta solo scegliendo l’applicazione che esiste oggi ma abbraccia anche gli scenari futuri, in un modello aggiornato di continuo, che non richiede migrazioni”.

La battuta finale – “Non avremo un Sap S/5Hana ma continueremo a lavorare sul nostro Sap S/4Hana con l’innovazione costante, perché l’AI non può aspettare aggiornamenti ogni cinque anni ma deve mettere a fuoco le capacità da usare domani” – richiama però alla necessità di regolamentare in modo chiaro gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, gli standard, perché le aziende abbiano fiducia e la sicurezza nell’adottare le nuove piattaforme dove l’AI generativa non sarà qualcosa di aggiuntivo ma di integrato in modo sicuro, affidabile e responsabile. Da qui anche il ruolo attivo di Sap con i regolatori europei alla definizione del regolamento AI Act.

AI Act e dimensione sociale

Un passaggio fondamentale anche nella riflessione di Dino Pedreschi, professore ordinario di Informatica, Università di Pisa, direttore di Human-centered AI che ha partecipato alla stesura dell’AI Act e alla classificazione dei livelli di rischio e degli usi, diversificati fra quelli inaccettabili – come il social scoring o la sorveglianza biometrica di massa – e quelli leciti. “Servono buone regole per portare innovazione responsabile, con anche strumenti per distinguere contenuti originali da quelli realizzati con l’AI – precisa –. Con l’AI Act abbiamo fatto un passo avanti notevole, ma non è quello definito: dobbiamo lavorarci per rendere l’AI più sicura, e anche se abbiamo costruito attorno all’AI uno scudo di sicurezza, questa non potrà mai essere al 100%. Ma più avanziamo più saremo in grado di renderla sicura, efficace e in grado di essere realmente integrata”.

Nel gioco di immaginazione dell’AI, serve ricordare che l’AI non sostituire mai l’uomo ma potenzia le capacità umane per le sfide più difficili. “L’AI a misura di persona è esattamente quello che manca, affinché queste tecnologie artificiali possano dispiegarsi nella società e avere un impatto, portare a un aumento del benessere, a beneficio della collettività e della felicità delle persone”. E redarguisce: “Bada bene, non è soltanto un programma ideologico: quello che serve è avere strumenti di intelligenza artificiale che abbiano la capacità di potenziare le capacità cognitive dell’uomo in modo trasparente, senza porsi come un oracolo che non sbaglia mai, ma come un assistente che aiuta a ragionare. Il modello di AI deve aver consapevolezza dei propri limiti”.

E conclude. Quello di cui abbiamo bisogno è di macchine per pensare, non di macchine per non pensare, in grado di risvegliare la nostra attenzione quando siamo di fronte a un caso che merita. Con una dimensione sociale e collettiva molto importante. 

Sap Executive Summit 2024 - Cernobbio
Sap Executive Summit 2024, Cernobbio – Dino Pedreschi, professore ordinario di Informatica, Università di Pisa, direttore di Human-centered AI

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