Red Hat celebra quest’anno due importanti tappe della sua storia, il venticinquennale dalla fondazione e il ventennale dell’open source, termine coniato nel 1998 con esplicito riferimento alla proprietà intellettuale del software che sancisce l’addio al termine “free software”. Oggi l’impegno continua nel segno della collaborazione e della condivisione.
L’anno fiscale 2018 terminato il 28 febbraio si chiude con ricavi a 2,9 miliardi di dollari, in crescita del 21% anno su anno e superiore al 18% registrato nel 2017. Si tratta del 64° trimestre consecutivo in crescita in termini di fatturato-ricavi-utili. Anche nel solo quarto trimestre il giro d’affari cresce del 22%, mentre l’utile annuale raggiunge i 472 milioni di dollari, in crescita del 42%.
A supportare il trend sono le tecnologie di “Application Development” che il gruppo definisce “emerging” o “strategic products”, ovvero quelle per lo sviluppo di integrazione applicativa o cloud nelle sue declinazioni PaaS e IaaS, JBoss, OpenStack, OpenShift, storage, ecc., che registrano complessivamente un incremento del 42%. La crescita più significativa a in termini percentuali coinvolge lo storage, seppure con una base di partenza in termini di volumi più bassa.
“Questi risultati mostrano come Red Hat registri un’accelerazione interessate che conferma l’azienda al primo posto a livello globale nel mercato “Open Source Enterprise” ma anche nell’IT in senso più lato – commenta Gianni Anguilletti, regional director Italy, Turkey, Israel, Greece e Cyprus di Red Hat (da 12 anni in azienda). “Il business relativo alle sottoscrizioni registra un tasso di crescita esattamente identico, +21% – continua Anguilletti –, segno che la crescita è stata organica tra software servizi e che nessuna componente è cresciuta a discapito dell’altra, elemento che a volte crea uno sbilanciamento rispetto al modello di business”.
Italia, mercato strategico
Il nostro paese si conferma “miglior country a livello europeo”, risultato ancora più incisivo se si considera che il mercato UE è quello che registra la crescita più sostenuta nella geografia globale di Red Hat.
“Una focalizzazione su aree a maggior potenziale ed una verticalizzazione sul mercato molto disciplinata sono alla base della crescita oltre la media del nostro paese – spiega Anguilletti –, insieme ad una strategia di go to market chiara e a un portfolio di competenze completo. A supportare queste variabili anche uno scenario macro-economico più favorevole, che ha visto un’inversione di tendenza dell’economia, dove il mercato locale ha finalmente reagito in linea con le capacità, con industria e servizi che hanno scaricato a terra il loro potenziale”.
“Le nostre linee di sviluppo comprendono la completezza, l’apertura e la flessibilità – continua Anguilletti, che individua tra le nuove strategie “una maggiore attenzione alla segmentazione con l’adozione di un approccio diversificato a seconda delle dimensioni della aziende (small e business enterprise, strategic and enterprises). Tra gli investimenti a breve termine, quelli in tutti i tipi cloud e nei container, un mondo che ha oggi le stesse potenzialità di quelle che hanno avuto in passato web e virtualizzazione; nel medio termine gli investimenti vanno verso Artificial Intelligence e Machine learning perchè sollecitati da clienti che guardano al futuro”.
“Open unlocks the world potential” la nostra nuova filosofia, Anguilletti
“Cresciamo quando condividiamo” dichiara Anguilletti – come testimonia nel settore della pubblica amministrazione la convenzione con Consip, rinnovata in anticipo dopo il consenso della precedente e grazie alla quale tutte le Pa possono accedere attraverso il portale Consip alle sottoscrizioni Red Hat con un’ottimizzazione dell’intero processo di acquisto.
Tra le collaborazioni avviate da Red Hat nel corso dell’ultimo anno quella con Fastweb che da operatore telefonico è oggi cloud provider. Il gruppo italiano ha scelto le soluzioni Red Hat CloudForms e Red Hat Ceph Storage per far evolvere l’infrastruttura in una piattaforma unificata e aperta. Magneti Marelli grazie alla piattaforma OpenStack ha realizzato un cloud interno per lo sviluppo del software nell’automotive. Sogei, l’azienda IT del ministero delle finanze, ha affidato a Red Hat tutta l’attività di contabilità per i dipendenti attraverso la realizzazione del progetto CloudyNoiPA. Anche Vodafone punta sull’IoT nell’auto e sull’infotainment per dare valore aggiunto al consumatore scegliendo la piattaforma Openshift di Red Hat.
Crescita per acquisizioni
“In questi 25 anni della nostra storia, abbiamo effettuato 33 acquisizioni, da quella di JBoss nel 2006, e possiamo vantare il fatto che nessuna delle aziende acquisite è oggi closed source. Per ognuna abbiamo effettuato il rilascio del codice sorgente”, spiega Anguilletti annunciando le ultime operazioni effettuate in questa direzione.
Ovvero, quella di Codenvy, fornitore di tool di sviluppo cloud-native; Permabit, fornitore di soluzioni di data deduplication, data compression e thin provisioning; e la più recente, a febbraio, di CoreOS che potenzia l’offerta di Red Hat sul fronte container Kubernetes, un settore in forte crescita.
L’acquisizione di CoreOS accelera l’adozione di un modello ibrido di cloud computing. CoreOS ha sviluppato una propria distribuzione, chiamata Container Linux by CoreOS, che condivide elementi con Gentoo Linux e Chromium OS ma offre solo le basi per far girare i container in maniera semplificata.
Spinta all’automazione del cloud ibrido
Red Hat ha presentato una serie di novità al proprio portfolio di management pensate per accelerare l’implementazione di ambienti cloud basati su Red Hat e per migliorare l’agilità e ridurre la complessità per i clienti che hanno adottato un cloud ibrido.
Tra queste, le più recenti versioni di Red Hat Satellite e Red Hat CloudForms fanno fronte a queste necessità con una maggiore integrazione con Red Hat Insights e Red Hat Ansible Tower, per consentire agli utenti non solo di identificare aspetti critici di rischio, ma anche di creare piani di enterprise change.
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