Arriva alla quarta edizione in Europa .Next Conference, l’evento di Nutanix per clienti, partner, sviluppatori e addetti ai lavori. Vienna, Nizza e Londra sono le edizioni che hanno preceduto questa di Copenaghen (presso il Bella Convention Center), significativa per  l’azienda che qui si trova a celebrare i suoi primi dieci anni (Nutanix è operativa dal 2009) ed esplicita nel messaggio Cloud Invisibles, Visible IT il suo piano di azione per il multicloud, idea ben espressa dall’apertura di Sammy Zoghlami, Svp Emea Nutanix: “Significa rendere invisibili e agili, senza frizioni, i workload da on-premise ai cloud, mantenendo però il pieno controllo sull’infrastruttura IT”.

Next Conference Nutanix, anniversario
Next Conference Nutanix, anniversario

Il Ceo (e founder) di Nutanix Dheeraj Pandey usa ripetere che “La piattaforma Nutanix vuole essere nello scenario multicloud, dall’edge al core al cloud, semplice come l’iPhone e le sue app in ambito mobile”. Per approdare all’ideale di spostare facilmente applicazioni e dati tra i cloud privati, pubblici e distribuiti e per creare una vera esperienza di cloud ibrido. Non significa quindi scegliere cloud diversi per diversi servizi, ma poter scegliere di volta in volta dove conviene portare i workload. 

Una semplificazione che rende l’idea. Le appliance e le architetture legacy non sono nate per funzionare in modo ottimale sia on-premise sia in cloud, possono rallentare le operations, e creare difficoltà ai team IT e alle aziende.

L’idea di Nutanix è quella di promuovere un’esperienza cloud e multicloud omogenea con semplicità (one-click) grazie al software Nutanix – concetto più volte ripetuto dagli executive e nel keynote di apertura – e con la libertà di scegliere hardware, hypervisor e cloud. Tanto che oggi Nutanix può essere definita correttamente come software company.

Sono arrivati i risultati di questa vision. In dieci anni Nutanix è cresciuta passando da 0 a 15mila clienti, da 0 a 5mila dipendenti, da 0 a più di 1300 partner. E oramai da tempo ha cambiato pelle.

Ceo e Founder Nutanix
Dheeray Pandey, founder e Ceo Nutanix

Spieghiamo: oggi è possibile eseguire le applicazioni e i carichi di lavoro scalando su un’unica piattaforma, on-premise o sul cloud, siano essi desktop virtuali (Vdi), database, fino agli analytics e alle app business. Ma è dal 2013 che è possibile farlo beneficiando di Enterprise Cloud OS Nutanix e hardware di terze parti. Nel tempo le partnership con i vendor si sono estese e oggi abbracciano Fujitsu, Dell Emc, LenovoHpe (e non solo).

In questo ultimo caso (Hpe) arriva anche il primo annuncio del giorno alla .Next Conference, figlio dell’accordo di partnership ad aprile tra Hpe e Nutanix che oggi rendono disponibile HPE GreenLake for Nutanix, la soluzione integrata di cloud ibrido aaS (as a Service) di HPE, e dell’appliance HPE ProLiant DX.

L’obiettivo, si diceva, è rendere invisibile l’infrastruttura cloud alla base, in modo che le aziende possano pensare solo alle applicazioni. Il software Nutanix è preinstallato direttamente negli stabilimenti Hpe e la soluzione è pronta per essere usata. Ad abilitare le possibilità descritte il software Enterprise Cloud OS di Nutanix, e la sua tecnologia hypervisor Ahv integrata.

Ahv sta infatti per Acropolis hyper-visor. E’ basato su Kvm, prevede il supporto per le funzionalità più svariate (tra cui disaster recovery DRaaS), ed è scelto dal 47% dei clienti. Con Prism, gli utenti beneficiano invece di una vera interfaccia convergente per il controllo di tutti gli stack. I clienti, in ogni caso, secondo l’approccio Nutanix, possono scegliere l’utilizzo dell’hypervisor già adottato. 

L’azienda, insiste Dheeray Pandey, “propone oggi un’idea software only, e non vuole imporre tutto lo stack ma, qualsiasi siano i blocchi che lo compongono, vuole offrire il software e gli strumenti necessari per abilitare effettivamente il vero multicloud, che deve prevedere la possibilità di spostare dati e applicazioni nel cloud (o on-premise) a seconda di cosa sia più conveniente, e di poterlo fare dopo le corrette valutazioni possibili grazie a Nutanix Beam, una sorta di motore intelligente di confronto/rapporto tra workload e vantaggi di una scelta cloud, a seconda di risorse e cloud”. 

Non solo, Nutanix consente che il partner oggi possa agire da integratore, prendere hardware compatibile e innestarvi semplicemente il software Nutanix.

Raijv Mirani, Cto Nutanix
Raijv Mirani, Cto Nutanix

Rajiv Mirani, Cto cloud platforms di Nutanix, evidenzia i pilastri chiave della proposta. Dopo la strategia, la tattica. Essi sono: Core Platform, Data Services, Business Continuity, Security, Automation. Si innesta qui il secondo annuncio, quello riguardante l’integrazione della piattaforma di infrastruttura convergente (Hci) con la soluzione di gestione delle operations IT di ServiceNow.

Si vuole così indirizzare il bisogno espresso dalle aziende che già utilizzano ServiceNow per la gestione dei flussi di lavoro critici del cloud privato. Con l’integrazione ora i clienti di ServiceNow rilevano automaticamente gli ambienti Nutanix Hci, accedono ai servizi IT Nutanix, possono ricevere notifiche dirette di eventi critici correlativi a Nutanix nei loro cloud privati.

Inoltre grazie alle funzionalità pret a porter gli utenti ServiceNow possono fornire, gestire e scalare le applicazioni attraverso Nutanix Calm.

Si innesta nell’ultimo dei pillar, relativo all’Automation, il terzo annuncio relativo a Nutanix Insights. Si tratta di un’offerta Saas volta a ridefinire l’esperienza del supporto per i clienti. Facendo leva infatti su strumenti di telemetria più raffinati, e in evoluzione nel solco delle tecnologie AI, sarà possibile ancora di più prevenire i danni eventuali ai cluster, valutarli in anticipo, liberando ore preziose di lavoro da destinare al business.

Il Ceo e Founder di Nutanix prosegue: “Il nostro punto di forza è la resilienza, che per Nutanix significa anche partire da dove si trovano i clienti, senza imporre un approccio top-down”.

Nutanix - Alcuni numeri
Nutanix – Alcuni numeri

Si può portare come esempio di una proposta coerente con questa idea l’idea Xi Cluster per cui i clienti Aws possono lanciare Nutanix Enterprise Cloud Os nell’ambiente che già usano, senza dover creare un nuovo account Aws, abilitando a tutti gli effetti uno scenario infrastrutturale ibrido.  

Ancora meglio, per quanto riguarda l’approccio commerciale è possibile portare come esempio il nuovo modello di vendita a subscription (già in essere), per cui non si paga più per una licenza legata a una macchina, ma per l’utilizzo del software (anche in relazione alle caratteristiche dell’hardware utilizzato) con un canone annuale (o una sottoscrizione fino a cinque anni) che comprende anche la maintenance. Il modello piace, ma nessuna forzatura: chi ha licenze tradizionali può continuare ad utilizzarle. Ne parleremo in un approfondimento dedicato. 

La visione di Nutanix è interessante perché “rivilitalizza” il valore di un approccio iperconvergente, che non sempre solo in hardware è piaciuto. E’ il software intelligente in grado di rendere trasparente l’infrastruttura IT a fare la differenza. Certo si tratta di un lavoro impegnativo, soprattutto nell’idea di offrire la movimentazione omogenea ad app e dati e carichi quando sono spostati dall’on-premise ai cloud pubblici. Qui il Ceo sollecitato si sbilancia: “Sì, è un lavoro impegnativo e ci piacerebbe essere ancora più veloci, di quanto siamo, allo stesso tempo la crescita in appena dieci anni suggerisce che la strada che stiamo percorrendo paga, così come ascoltare le richieste dei clienti, tante implementazioni sono arrivate sulla piattaforma partendo dal basso”

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