Le priorità per i progetti di innovazione digitale del Paese raccolti nel piano presentato a Roma da Paola Pisano, ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, guardano un Paese che vuole fare leva sull’innovazione per uno sviluppo etico e sostenibile.
Di fatto “Il Piano 2025 – Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese” è un documento programmatico che si snoderà nei prossimi cinque, con tanti desiderata che dovranno essere messi a terra strada facendo. L’obiettivo dichiarato è perseguire il disegno di un Paese digitalizzato, dove lo sviluppo economico trainato dall’innovazione “made in Italy” si avvale della tecnologia al servizio delle persone e dei loro diritti.
“Nei primi tre mesi del mio mandato abbiamo iniziato a creare le condizioni per un ecosistema a supporto dell’innovazione e definito le prime task force operative, stringendo accordi con i principali enti e associazioni, le realtà accademiche e i ministeri impegnati a vario titolo in ambiti che impattano trasversalmente lo sviluppo tecnologico e digitale del Paese. Vi presentiamo ora la nostra strategia per i prossimi anni – precisa Pisano a Roma, sul palco con Luca Attias, commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale -. Quella che proponiamo è una visione comune, capace di indirizzare il Paese verso la trasformazione digitale e tecnologica attraverso tre sfide, che riguardano la digitalizzazione, l’innovazione e lo sviluppo etico e sostenibile”.
Digitalizzazione, innovazione e sostenibilità
La strategia “2025” è composta da tre “sfide” principali.
1 – La prima riguarda la creazione di una Società Digitale con accesso online ai servizi della Pubblica Amministrazione da parte di cittadini e imprese.
Una sfida che passa per alcune azioni chiave come il rilancio dell’identità digitale, il domicilio digitale per tutti, il lancio diffuso di IO per interfaccaiarsi con i servizi pubblici (ad oggi l’app è sperimentata in sole 5 città mentre sono 39 milioni i cittadini all’interno dell’anagrafe nazionale della popolazione residente).
Una prima sfida che ha tra gli obiettivi il ridisegno dei processi di gestione e di erogazione dei servizi pubblici e la collaborazione con pmi e startup innovative per eviatare di focalizzarsi su tecnologie troppo vecchie o troppo immature.
2 – La seconda sfida è creare un Paese Innovativo con la crescita di settori tecnologici quali la robotica, la mobilità del futuro, la cybesecurity e l’intelligenza artificiale, una stategia che passa dalla digitalizzazione del settore privato, trainata dal settore pubblico.
Questa sfida punta a sfruttare l’innovazione tipica del made in Italy per il rilancio dei settori produttivi tradizionali con gli obiettivi di promuovere cambiamenti strutturali che agevolino e accelerino l’innovazione nell’ecosistema.
Il fine ultimo è aumentare il potenziale innovativo di città e territori, realizzare infrastrutture tecnologiche capillari e affidabili, valorizzare il patrimonio informativo pubblico con la condivisione dei dati da parte delle amministrazioni e dei privati. “Tra le azioni chiave a supporto di questa sfida: la costruzione di “infrastrutture digitali” all’avanguardia, l’istituzione del “diritto a innovare” per favorire la nascita di startup, la promozione di soluzioni di intelligenza artificiale, la creazione di hub e “borghi del futuro”, dove creare ecosistemi locali per favorire lo sviluppo dell’innovazione”, precisa Pisano.
3 – La terza sfida, infine, riguarda uno sviluppo inclusivo e sostenibile che ha l’obiettivo principale di innovare il servizio alle persone senza lasciare indietro nessuno, offendo pari opportunità di partecipazione. Tra le azioni in questa direzione, l’iniziativa Repubblica Digitale che porterà alla creazione di “un hub di formazione” contro il digital divide, mentre l’istituzione di un AI Ethical Lab-EL stabilirà principi guida etici per un corretto utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Qui si innesta il tema delle competenze e dell’aggiornamento continuo, con il reskill del lavoratori per prepararsi ai lavori del futuro.
“Sono azioni – conclude Pisano – che raccontano la nostra idea per il Paese, dove i servizi digitali sono un motore di sviluppo anche del privato, lo Stato agevola l’innovazione sostenibile e inclusiva e tutti i cittadini godono degli stessi e nuovi diritti, senza distinzione sociale, economica, di età, di appartenenza territoriale, o di altra natura”.
Le tre macro sfide si realizzeranno attraverso venti azioni concrete che verranno aggiornate ogni 4 mesi nelle sezione del Piano d’Azione sul sito ministeriale, per verificare lo stato di sviluppo delle azioni e il raggiungimento della visione generale. A questo si affiancherà una piattaforma partecipativa in cui tutti possono apportare contributi alle sfide lanciate dal documento stesso.
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