Già annunciata lo scorso ottobre, Thoma Bravo chiude l’acquisizione di Sophos. La notizia arriva nella stessa settimana in cui il fondo di private equity ha ceduto dopo circa sei anni Compuware a Bmc, rimodellando così il proprio portafoglio.

Sophos è stata valutata circa 3,9 miliardi di dollari. Nata nel 1985, prima di diventare pubblica nel 2015 ha raccolto circa 500 milioni di dollari di finanziamenti. Dopo cinque anni ora torna ad essere un’azienda privata ed esce dal listino della Borsa di Londra. Gli azionisti riceveranno 7,40 dollari per azione, con una plusvalenza pari al 168%, rispetto a quella che era la valutazione per azione a giugno 2015.

Per Sophos, l’acquisizione rappresenta un’occasione di crescita. Non che se ne sia fatte mancare, anche da sola, comunque. Basta considerare che negli ultimi cinque anni Sophos a sua volta ha acquisito circa cinque aziende. Per esempio Invincea per il suo motore di intelligenza artificiale e apprendimento automatico, ma si è mossa anche nel mercato anti-ransomware con Surfright e di recente con l’acquisizione di Avid Secure.

Il valore dell’azienda, che ha sviluppato il business a partire dalla sicurezza degli endpoint, è da intravvedere proprio nella sua piattaforma innovativa già capace di sfruttare i vantaggi delle tecnologie di intelligenza artificiale e delle tecnologie Edr, per la protezione da malware, exploit e ransomware.

Kris Hagerman - Ceo di Sophos
Kris Hagerman – Ceo di Sophos

A monte delle soluzioni, la piattaforma di gestione cloud ready che offre il vantaggio di condividere in tempo reale le informazioni e la risposta alle minacce in modo “sincronizzato”.

L’offerta nel complesso rappresenta una proposta che piace a 420mila aziende clienti e 100 milioni di utenti a livello globale che ne beneficiano attraverso un canale costituito da 53mila realtà tra rivenditori e fornitori di servizi IT.

Con Thoma, Sophos vuole ora accelerare lo sviluppo della piattaforma. Kris Hagerman, Ceo dell’azienda, così infatti ha commentato l’operazione: “Il portafoglio di prodotti next-gen rappresenta oltre il 60% dell’intero business e cresce del 44% su base annua, ora vogliamo continuare a crescere e rapidamente”. Gli ambiti sono facilmente identificabili. Oltre gli endpoint, Sophos di recente ha proposto Sophos XG Firewall con architettura Xstream, ha quindi esteso il portafoglio di soluzioni per la protezione della rete.

Thoma Bravo, così come accaduto anche con Compuware, ha nel Dna un approccio strategico di investimenti buy-and-build con focus specifico sui mercati software. In venti anni ha acquisito oltre 200 aziende per un valore complessivo di 500 miliardi di dollari. E nell’ambito della cybersecurity basterebbe citare, tra le altre, le acquisizioni di Barracuda Networks, Veracode e Centrify

Sophos piace al fondo per il lavoro svolto sulle tecnologie di synchronized security e per la capacità di sfruttare le tecnologie di deep learning, ma anche per l’approccio di canale che le ha consentito una rapida crescita, soprattutto nei servizi gestiti. Rappresentano per le aziende di sicurezza la più significativa possibilità di crescita. Numeri alla mano l’attività di Sophos con i Managed Service Provider (Msp), considerata dal Ceo “priorità strategica”, cresce di oltre il 75% su base annua. 

Sophos deve cogliere l’occasione per sviluppare ulteriormente il proprio mercato con una proposta di soluzioni che lavorano insieme 360 gradi. Il Ceo così rimarca il punto “Stiamo assistendo a una crescita sostanziale non solo della sicurezza della rete, ma dell’intera linea di prodotti di prossima generazione, dall’endpoint ai server, dalla sicurezza mobile, alla sicurezza di e-mail e cloud: Managed Threat Response (Mtr), lanciato lo scorso ottobre, ha lavorato bene sul mercato e ora protegge centinaia di clienti in tutto il mondo con il rilevamento e la risposta avanzati delle minacce 24×7″.

Allo stesso tempo non si esclude che, rientrando sotto il cappello del fondo l’azienda potrebbe incontrare valide opportunità di M&A con altre realtà del settore, che non mancano nel portafoglio Thoma Bravo. Anche se da un lato – come riportano fonti autorevoli – il Ceo continua a vedere per Sophos un futuro come realtà indipendente e Thoma Bravo è solita riuscire a far crescer le realtà proprio come entità indipendenti.
Al momento l’acquisizione non dovrebbe in ogni caso comportare alcuna ristrutturazione aziendale. A novembre, quindi dopo l’annuncio dell’operazione, Nicholas Bray, Cfo di Sophos, aveva già lasciato il suo incarico. 

A guardare lo scenario in senso più ampio, il mercato della sicurezza è in ambito IT tra quelli più attivi ed in via di evoluzione. La sicurezza come servizio si impone come paradigma, ma allo stesso tempo ha contribuito anche a rimodellare la proposition dei vendor e tanti di questi si sono trovati in difficoltà, per esempio Symantec, ma non solo.

Sophos nei primi sei mesi dell’anno fiscale in corso è cresciuta, ma del 4,7% (per circa 366 milioni di dollari di fatturato), che per la proposizione, che guarda al futuro,  non è una percentuale in grado di stupire. Di lavoro da fare ce n’è, le premesse per farlo bene sono buone.

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