Il mercato IT complessivamente reagisce bene all’emergenza Covid-19. Gli strumenti per lo smart working, la flessibilità del cloud, e l’impegno delle aziende in questo momento critico sono anzi da valutare positivamente nell’ambito di una situazione senza dubbio critica. Non è così però in tutti i comparti. Per esempio per quanto riguarda le componenti elettroniche ed in particolare il mercato dei chip e dei semiconduttori.
Secondo Idc, nel 2020 gli impatti di Covid-19 si faranno sentire in modo importante. Gli analisti registrano la possibilità di una significativa contrazione dei ricavi nel mercato dei semiconduttori per il 2020, in contrapposizione alle attese che vedevano stime di crescita intorno al 2%. Si naviga nell’incertezza, quindi anche Idc specifica questa stima come probabile all’80%. Questo perché gli effetti di Covid-19 si stanno manifestando solo ora e sono troppe le variabili di cui tenere conto. Tra gli altri fattori, a giocare la partita è in primis la supply chain cinese i cui tempi di ripresa restano incerti.
Idc al momento ritiene che il risultato più probabile sia una decrescita dei ricavi anno su anno di circa il 6% (con una probabilità stimata intorno al 54%), e prevede che le catene di approvvigionamento riprenderanno a lavorare al ritmo naturale non prima dell’estate, con l’allentarsi dei divieti. Si tratta di un impatto per un valore complessivo di circa 26 miliardi di dollari.
Con il trascorrere del tempo, in ogni caso, gli analisti sono convinti che le conoscenze sul virus e il “regolarizzarsi” della situazione di allarme contribuiranno a mitigare i danni causati dal virus. Sul breve termine poi, bisogna mettere in conto un rallentamento della domanda di nuovi sistemi, ma anche un corrispondente impatto sulla effettiva disponibilità dei componenti, mano a mano che si uscirà dall’emergenza.
Mario Morales, program VP Semiconductors and Enabling Technologies: “L’incertezza nel mercato azionario, il calo della fiducia delle imprese, e comunque anche le paure dei consumatori – insieme alle nuove normative restrittive – impattano sul comparto in modo significativo, e tuttavia è importante in questa fase che i fornitori di tecnologie continuino a concentrarsi sugli investimenti a lungo termine e ad indirizzare con i partner i mercati specifici per garantire stabilità al comparto, senza dimenticare che le tecnologie emergenti e di traino come il 5G e IoT, ma anche le applicazioni che richiedono risorse di calcolo ad alte prestazioni sono di traino e lo saranno ancora di più alla ripresa”.
Se Broadcom e Nxp (opera nel mercato dei semiconduttori per l’automotive), tra gli altri, nei giorni scorsi hanno accusato i colpi della crisi nel mercato azionario, Samsung tramite il suo VP Kim Ki-nam durante la recente assemblea degli azionisti (tenutasi con tutte le precauzioni del caso, ma non virtuale) ha voluto sottolineare, tra le criticità dovute al calo delle vendite di smartphone, anche la buona notizia di una previsione di crescita per la domanda dei semiconduttori.
Per il gigante coreano – in linea con le previsioni Idc – “la domanda sarà trainata dai passi avanti delle tecnologie di intelligenza artificiale e dal mercato server”. Non solo, Kim ha sottolineato come sia questa un’occasione “non tanto per pensare ai volumi, quanto per ripensare all’ottimizzazione dei processi”. Samsung si è mossa di recente con una serie di operazioni importanti in questo senso. Investe nella startup israeliana Iguazio (mercato serverless), nella sicurezza con SentinelOne e con Jitterbit nei servizi di cloud computing per i programmi applicativi. Decisamente diverso il clima rispetto a quello che respira in Broadcom. I risultati finali del primo trimestre chiuso il 12 marzo non potevano essere positivi. L’azienda, che si è mossa nel periodo precedente Coronavirus con importanti acquisizioni (ma anche incrementando il suo debito), paga le incertezze nel mercato smartphone che sono pesanti. E le azioni Broadcom sono scese di quasi il 30% rispetto ai massimi storici di appena un mese prima.
In questa fase risultano avvantaggiati soprattutto i produttori che hanno diversificato l’offerta in modo verticale, tanto più con una domanda che sui server sembra non patire l’emergenza. Anche Nvidia – attiva nel mercato dell’AI – ha accusato il colpo meno di altri.
Un dato sugli altri in conclusione: secondo Idc la domanda di smartphone, solo in Cina, per il primo trimestre dell’anno farà segnale un calo delle consegne vicino al 30%. Inevitabile l’impatto soprattutto sui vendor più esposti su un unico mercato.
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