In uno scenario cloud (sia di public che di private cloud) gli ambienti IT prevedono la condivisione di risorse di calcolo utilizzando approcci self-service sia on-demand per il provisioning, sia per la governance. Questo permette di poter ridimensionare e condividere le risorse in modo dinamico e flessibile. Oggi le aziende preferiscono però una scelta “mista”, quindi adottano diversi cloud a seconda dei carichi di lavoro e della criticità delle applicazioni. Questa scelta risolve una serie di problemi ma allo stesso tempo rende poi più complessa la gestione degli ambienti.
Da qui la “fortuna” dei software di gestione multicloud e le relative offerte SaaS in grado di coprire una vasta gamma di esigenze per quanto riguarda il provisioning, e i bisogni di configurazione, gestione, automazione, monitoraggio e controllo degli ambienti di elaborazione e applicazioni aziendali quando ci si basa su due o più cloud.
Non solo, in questi anni è cresciuto in modo sensibile l’utilizzo di microservizi, container, Kubernetes e l’approccio CI/CD (Continuous Integration/Continuous Delivery) porta ad un’evoluzione rapida del contesto applicativo e richiede continui aggiornamenti, anche questo contibuisce ad elevare la complessità operativa. Come spiega Idc, per stare al passo con questi ambienti distribuiti e dinamici è necessario che i team IT e CloudOps migliorino il modo in cui governano gli aspetti della gestione e delle operazioni multicloud.
Entra nel dettaglio Mary Johnston Turner, VP cloud management research Idc: “Le architetture multicloud che includono cloud privati e pubblici sono effettivamente la nuova normalità per la maggior parte delle aziende. E gli ambienti multicloud comprendono diverse generazioni di piattaforme.
Per esempio le piattaforme bare metal, virtualizzate e basate su container, come anche le applicazioni tradizionali e cloud native. Il “balancing” più vantaggioso per quanto riguarda le architetture multicloud e le applicazioni rappresenta sempre più spesso un elemento dinamico e le aziende richiedono soluzioni complete di automazione e analisi per ridurre i costi, mantenere elevate le prestazioni e ridurre i rischi aziendali”.
Nel suo report Idc Innovators, proprio per quanto riguarda lo scenario multicloud, Idc identifica tre attori che si qualificano come innovativi in questo settore. Alcune premesse: i report Idc Innovators presentano una serie di fornitori con un fatturato sempre inferiore a 100 milioni di dollari scelti dagli analisti all’interno di un mercato specifico che siano in grado di offrire tecnologie innovative o un approccio innovativo a problemi IT.
Chiaramente non si propongono come valutazioni esaustive di tutte le aziende in un segmento e nemmeno si tratta in questo caso di proporre una classifica comparativa delle società: le aziende segnalate possono anche essere in procinto di essere acquisite da una realtà più grande a condizione che l’acquisizione non sia finalizzata al momento della pubblicazione del report.
In questo caso specifico, le organizzazioni sotto la lente sono CoreStack, LogicMonitor e Pulumi e sono state scelte in base alla loro capacità di offrire ai clienti aziendali soluzioni di analisi e automazione innovative per semplificare, standardizzare e ridimensionare gli ambienti multicloud.
La prima, CoreStack, offre ai clienti aziendali e ai partner dei fornitori di servizi gestiti (gli Msp) una piattaforma di automazione unificata, fornita in modalità SaaS, per applicare e applicare conformità, sicurezza, costi, policy operative e regole su più cloud in modo coerente e automatizzato; LogicMonitor invece fornisce sistemi di monitoraggio per gli ambienti multicloud, strumenti di analisi e automazione proattivi e integrati tramite una piattaforma AIOps fornita sempre in modalità SaaS ed in grado di evidenziare analytics predittivi su possibili malfunzionamenti, il rilevamento di anomalie e l’analisi delle cause mediante modelli basati sull’apprendimento automatico. Infine Pulumi viene segnalata per la capacità di offrire ai team di ingegneria del cloud distribuito una piattaforma scalabile per la definizione, la manutenzione e il riutilizzo dell’automazione del cloud basata su criteri per garantire una politica di configurazione coerente tra i cloud.
© RIPRODUZIONE RISERVATA