Build Modern Apps, è il tema centrale del secondo dei tre appuntamenti virtuali della Cio Exchange Connected Community, dedicato al mondo della modernizzazione applicativa – dalla revisione dei sistemi legacy, allo sviluppo di nuove applicazioni sfruttando le metodologie Agile e DevOps. Organizzato da NetConsulting cube e VMware, l’evento ha evidenziato il passaggio delle aziende da una situazione di emergenza dettata dalla pandemia Covid-19, ad una Fase 2 anche per il mondo IT e digitale delle aziende italiane. Se le esigenze evidenziate durante il primo webinar, Digital Transformation e Multicloud, mostravano un quadro improntato alla gestione delle contigenze, come l’abilitazione del lavoro da remoto, questo secondo appuntamento ha invece delineato le nuove basi per le attività congiunte di IT e Business, in uno scenario di graduale ripresa delle attività. Velocità nel time to market, efficienza operativa e commistione “totale” tra tecnologia e business costituiscono le esigenze del nuovo modello operativo aziendale dopo la fase acuta della pandemia.
Ancor di più in uno scenario post emergenza sanitaria Covid-19, è il digitale a costituire il fattore abilitante per la creazione di servizi innovativi all’interno dei piani aziendali, come indicato dalle risposte alla survey condotta da NetConsulting cube su un panel di 50 rispondenti, ma soprattutto dalle mutate esigenze del mercato, che ha reso il digitale l’unico canale possibile in questi mesi di lockdown e distanziamento sociale – periodo in cui è stata condotta la rilevazione su campo.
L’automazione di processo e la razionalizzazione dei costi operativi sono ambiti d’intervento da sempre rilevanti, ma che ancor più diventano prioritari per le realtà maggiormente colpite dall’interruzione delle attività. L’ottimizzazione della customer experience rappresenta invece una delle principali priorità per i settori a diretto contatto con il consumatore finale, grande distribuzione in primis. Non va tuttavia dimenticato l’importanza di rivedere i principi di usabilità anche per il cliente interno aziendale.
In questo contesto, il processo di modernizzazione e innovazione applicativa costituisce ancor più che in passato un fattore competitivo per le aziende, congiuntamente ad attività di modernizzazione infrastrutturale improntato principalmente verso modelli di hybrid cloud.
La riduzione del Tco è tra i driver principali alla riduzione delle applicazioni sui sistemi legacy (61%), mentre la revisione di metodi e modelli di sviluppo delle applicazioni (51%), come Agile e DevOps, è intrinsecamente legato all’integrazione di piattaforme di sviluppo on premise con applicazioni nativamente sviluppate in cloud (39%). In entrambi i casi, l’obiettivo principale è frequentemente costituito dalla necessità di migliorare le capacità di risposta alle esigenze quanto mai “volatili” del business.
Cresce l’adozione di logiche di security by design per nuovi processi e applicazioni (34%), mentre l’introduzione di tool per il deployment e la gestione di applicazioni containerizzate (27%), insieme con nuove piattaforme e tool di sviluppo (7%), consentono l’applicazione dei principi DevOps anche nello sviluppo software, in particolare verso la riduzione del time to market.
Presso i partecipanti al webinar, la componente di sviluppo di nuove applicazioni con logiche di modernizzazione prevale sulla componente di riscrittura del legacy. Il cloud è by design l’ambiente più naturale dove sviluppare nativamente nuove applicazioni e sperimentare modelli differenti, come Kubernetes. Architetture a microservizi e container sono approcci diffusi trasversalmente presso organizzazioni appartenenti a diversi settori, dall’energy & utility alla Pubblica Amministrazione centrale fino alle banche (anche se in quota minoritaria), e considerati indispensabili per poter ottenere la velocità richiesta da modelli di sviluppo a rilascio continuo.
Proprio la maggiore velocità di rilascio (46%),insieme con l’incremento nel livello qualitativo delle soluzioni (38%) e un maggiore livello di sicurezza delle stesse (21%) costituiscono le principali motivazioni all’adozione di modelli DevOps per la revisione dei modelli di sviluppo. Meno rilevanti, invece, la riduzione dei costi di mantenimento dei servizi (18%) o la possibilità di rilasciare applicativi in ambito hybrid cloud (13%). Motivazioni che si traducono in risultati concreti per la maggior parte dei rispondenti che ha già implementato le nuove metodologie di sviluppo, che infatti indica di aver realmente beneficiato di maggiore rapidità di deployment, migliore qualità del software sviluppato, e maggiore sicurezza del codice. Anche i partecipanti all’incontro che hanno effettuato sperimentazioni con DevOps confermano i risultati positivi ottenuti grazie alla metodologia, in particolare in termini di velocità nel time to market di servizi e applicazioni.
Tuttavia, DevOps è in primo luogo una metodologia, un modo di operare che implica anche la necessità di un profondo cambiamento organizzativo. Tra i principali elementi da tenere in considerazione indicati dal panel, modificare la cultura del dipartimento IT, in accordo con le nuove metodologie occupa il primo posto, seguito a breve distanza dalla necessità di adattare i processi interni preesistenti alle caratteristiche del modello DevOps, come la velocità di rilascio. Rilevante è anche la necessità di dover gestire, gioco forza, ambienti legacy non compatibili con nuovi modelli di sviluppo, la cui presenza è tuttavia confermata anche nel lungo periodo. Anche il tema competenze risulta importante, la cui acquisizione è perseguita sia tramite programmi di formazione mirati sulle risorse interne, sia ricercando sul mercato nuove figure con le giuste skill.
Anche i partecipanti al webinar evidenziano come la componente organizzativa e culturale sia la più critica in ambito App Modernization: alcuni hanno sviluppato internamente Centri di Competenza con lo scopo di avviare percorsi di adeguamento culturale per l’approccio DevOps. Altri hanno revisionato l’assegnazione delle responsabilità tra progetto e operation, ridisegnato i processi e introdotto nuovi tool, mentre la criticità più diffusa a livello culturale è sicuramente legata al passaggio da un mindset “a progetto”, ad uno a “prodotto”. Non si tratta, ovviamente, di un processo di trasformazione big bang: l’approccio più diffuso e condiviso prevede la definizione di piccoli team startup all’interno dell’IT, focalizzati nel portare avanti progetti verticali su tematiche specifiche, con gradualità.
In ogni caso, utilizzare nuove metodologie e strumenti di sviluppo implica per l’IT la necessità di rivedere il modello di gestione dei sistemi nel suo complesso, esplorando nuove strade, come l’implementazione di tecnologie innovative ibridate in soluzioni tradizionali. Altre strade alternative già implementate prevedono il disaccoppiamento del legacy dalle componenti più moderne, con layer di comunicazione tramite API.
Sicuramente sono considerate inscindibili le componenti di modernizzazione applicativa e infrastrutturale. Impossibile beneficiare dei vantaggi di DevOps senza disporre di:
- una valida infrastruttura cloud sottostante, sia essa ibrida o esclusivamente pubblica
- logiche di containerizzazione delle applicazioni
- architetture a microservizi
- piattaforma e tool specifici di sviluppo, anche low code
Il tutto senza perdere di vista il quadro complessivo, con linee guida per le architetture che devono essere definite a livello enterprise, così come la gestione complessiva dei costi operativi di sviluppo e gestione del cloud.
Ciò che di sicuro si può affermare, a seguito dell’emergenza sanitaria, è la crescente collaborazione tra IT e business: se quest’ultimo ha potuto verificare il ruolo fondamentale della tecnologia nella business continuity, la funzione information technology ha dovuto rivedere e ridimensionare in tempi rapidi , ancora più che in passato, il proprio modello di gestione, in ottica di maggiore velocità del time to market, accettando rilasci anche imperfetti per venire incontro alle esigenze di un mercato profondamente sconvolto. Prove di collaborazione e lesson learned che ben fanno sperare per l’innovazione e la digitalizzazione del sistema Italia nel suo complesso.
L’appuntamento conclusivo, sempre virtuale, con Cio Exchange Connected Community è Empower Digital Workspace il 24 giugno. In questo webinar condivideremo punti di attenzione e best practice legate all’introduzione di policy e soluzioni di Digital Workspace, con un occhio di riguardo alla messa in sicurezza e protezione di dispositivi, accessi, e applicazioni.
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