In un momento estremamente difficile per il Paese, in cui la pandemia allontana gli individui, parte a Milano un esperimento che mette la tecnologia al centro per colmare le distanze.
Si tratta di Eccomi!, un progetto che porta in 10 residenze sanitarie assistenziali milanesi la telepresenza per consentire agli anziani ospitati (circa 2.100 allo stato attuale) di dialogare con le famiglie in maniera semplice e continuativa.
Il progetto si realizza grazie alla collaborazione di diversi soggetti: la promotrice, Fondazione Amplifon Onlus, insieme a Cisco, Durante, il Comune di Milano e Uneba Lombardia.
Postazioni Cisco Webex di telepresenza
Le strutture per l’accoglienza e la cura degli anziani, dove le visite dall’esterno rimangono vietate, vengono dotate gratuitamente di una postazione di telepresenza Cisco Webex DX80 con schermo da 24 pollici. Gli anziani hanno così la possibilità di comunicare tramite video di altissima qualità, mentre i familiari possono collegarsi utilizzando qualsiasi dispositivo connesso a internet: smartphone, pc o tablet.
E’ Maria Cristina Ferradini, general manager di Fondazione Amplifon, a raccontare in videoconferenza lo spirito del progetto, che nasce in epoca pre-pandemica per essere ultimato a fine 2019. “Durante il lockdown ci siamo interrogati su come potessimo intervenire in un contesto che per primo ha sperimentato la maggiore fragilità – spiega Ferradini-. Il nostro obiettivo era costruire un ponte che abbattesse le barriere fisiche e accorciasse le distanze. Due erano i fattori da tenere in considerazione: l’isolamento e la paura, pericolosi per l’enorme ricaduta psicologica e la salute dell’individuo, al pari del coronavirus. Abbiamo avuto la giusta intuizione la scorsa estate, quando ci era chiaro che lo scenario della chiusura si sarebbe ripresentato. Il coinvolgimento e la reazione immediata di Cisco e della città di Milano ci hanno permesso di coinvolgere le dieci strutture private, dotandole di tecnologie innovative in grado di fornire un’elevata qualità del suono e dell’immagine come elemento differenziante soprattutto per chi ha deficit audio-visivi. Il supporto tecnico e la manutenzione da parte della società Durante aiuta inoltre le Rsa a livello amministrativo, sgravandole dei relativi oneri. Un modello strategico che ha sortito l’effetto sperato e che ci porta oggi all’ambizione di calare il progetto anche in altri ambiti”.
“Si tratta di un piccolo ma significativo cambiamento, un progetto straordinario che riavvicina i due mondi che la pandemia separa – interviene Giuseppe Sala, sindaco di Milano -. La brutale verità è che da inizio pandemia, a livello italiano, l’89% dei decessi è avvenuto tra gli over 70, che sappiamo vanno protetti ma ai quali non può mancare l’affetto, benefico al pari di altre cure. Al centro, il ruolo della tecnologia che permette di fare tutto ma che va indirizzata per fare goal. Da questa esperienza usciremo solo attraverso la volontà collettiva e Milano può essere un esempio del cambiamento”. Il sindaco ringrazia per l’impegno e la generosità quelle che definisce “tre eccellenze milanesi”: Amplifon lo è di fatto, Cisco è un’azienda internazionale ma radicata a Milano e Uneba rappresentativa dei soggetti no profit che operano nel territorio.
“La tecnologia deve essere semplice ma estremante efficace e il digitale inclusivo. È questa la dimostrazione che ci piacerebbe dare – sottolinea Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco Italia –, che spiega come intelligenza artificiale, sicurezza e tecnologie innovative debbano servire a “creare un dialogo di qualità e aprire un canale di comunicazione verso la collettività, dove oltre alla tecnologia serve supporto per dare un servizio continuativo e di qualità. Nel caso delle Rsa – spiega -, la tecnologia Cisco messa al servizio delle strutture è la stessa utilizzata nei cda delle grandi aziende. Gli incontri, anche se a distanza, avvengono su schermi grandi e nitidi e con un audio potenziato. Per gli anziani questo può quasi equivalere al vedersi e parlarsi faccia a faccia”.
Importante per la messa in campo dell’iniziativa, il dialogo e la capacità di collaborazione tra pubblico e privato. Gabriele Rabaiotti, assessore alle Politiche Sociali e abitative, parla delle Rsa come dell’area più fragile ed esposta in pandemia, collocate nell’angolo e uscite indebolite da questa esperienza drammatica. “Questo progetto in parte ne riabilita il ruolo e crea un momento di importante contatto che permette di capire la difficoltà di gestione e individua elementi delicati a cui fare attenzione anche oggi. Questa piattaforma ricostruisce un ponte, una cucitura dove il tessuto era lacerato. Un rafforzamento utile non solo sul fronte assistenziale ma, grazie alla teleassistenza e alla telemedicina, come potenziamento della struttura sanitaria che speriamo possa essere replicabile”.
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