Nel corso dell’ultimo anno non sono poche le lezioni che le aziende hanno dovuto fare proprie, i cambiamenti sulla base dei quali esse hanno dovuto “rivedere” quando addirittura non “rivoluzionare” le proprie modalità operative. L’emergenza ha rappresentato per le organizzazioni di qualsiasi dimensione anche l’occasione per imparare a muoversi veloci ma anche ad essere “smart” ed acquisire la consapevolezza necessaria a comprendere come agilità e velocità offrano differenti vantaggi.
Ne parliamo con Gina Mastantuono, Cfo di ServiceNow, che spiega: “Se pensiamo all’agilità organizzativa come alla capacità di indirizzare velocemente l’azione delle persone, governare i processi e sfruttare le tecnologie, per mantenere alta la crescita aziendale ed il suo vantaggio competitivo, appare evidente come questa agilità debba rappresentare una priorità nell’agenda di ogni leader che abbia a cuore il successo dell’organizzazione nel lungo termine”.
Conoscere come ed in che direzione attivare gli sforzi, a seconda dei mutamenti del mercato, è evidente debba rappresentare la prima preoccupazione per tutta la C-suite, ma non basta e “pur in un contesto in cui la tecnologia già offre un importante aiuto ed una serie di strumenti per realizzare il cambiamento – prosegue Mastantuono – agire senza prima aver lavorato per rendere agili le pratiche di business potrebbe portare al conseguimento di risultati tutt’altro che ottimali”.
E’ sbagliato poi credere che l’agilità possa rappresentare un’esclusiva solo delle startup tecnologiche. “Sì, infatti proprio una recente ricerca di ServiceNow che ha coinvolto gli executive di cinque verticali strategici – servizi finanziari, sanità, manifatturiero, pubblica amministrazione e telecomunicazioni – evidenzia che quasi la metà delle aziende più grandi (con oltre 5 miliardi di ricavi), che guidano il mercato, sono anche leader per quanto riguarda l’agilità. Piuttosto il fattore differenziante deve essere cercato proprio nella scelta di investire nelle tecnologie più dei competitor”.
Con un dato di riferimento su tutti: le aziende più agili hanno investito tre volte di più delle altre nel machine learning e nell’AI (il 32% rispetto al 10%), ed il doppio nell’IT (il 43% contro il 20%) e, ultimo ma non meno importante, hanno speso molto di più per l’automazione dei Digital Workflow (il 43% rispetto al 25%).
“Non si tratta di ‘semplificare’ la sfida. – spiega Mastantuono – Qualsiasi progetto di trasformazione digitale è complesso e può rivelarsi difficile, e questo vale per ogni azienda, ma la ricerca svela anche che le aziende che raccolgono la sfida” – oltre quella che può essere la normale resistenza delle persone al cambiamento – “ecco, queste aziende si trovano in una posizione migliore, rispetto alle altre, quando si tratta di continuare a crescere sul lungo termine”.
I progetti di trasformazione digitale, sia chiaro, possono fallire per una nutrita serie di ragioni, ma è riconosciuto che tra le cause principali e più comuni vi sia proprio la paura delle persone al cambiamento. Non ha dubbi Mastantuono: “Tra i miei compiti, come Cfo, c’è proprio quello di lavorare all’allineamento di tutti in modo che tutti – dalla C-suite all’ultimo anello della supply chain – adottino i nuovi processi. Più si riesce ad automatizzarli e più velocemente si riesce a farlo, più si consente alle persone di agire in velocità riducendo i rischi legati agli errori umani, anche grazie alla possibilità di concentrarsi sul lavoro in cui è più importante mettere in gioco le proprie competenze, rispetto ai task ripetitivi e di routine”.
Significa acquisire una serie importante di vantaggi. Una “leadership agile” permette di guadagnare terreno rispetto ai competitor ed è il risultato che ottengono le aziende che credono e puntano sugli investimenti per l’automazione del workflow digitale. Sono le stesse aziende che dichiarano di aver ottenuto ampi margini di vantaggio (40%) nell’integrazione di questi processi nelle piattaforme aziendali e i cui leader riportano anche progressi di gran lunga maggiori per quanto riguarda il miglioramento dell’esperienza dei dipendenti e dei clienti.
“Nella mia esperienza – prosegue Mastantuono – l’automazione digitale e le piattaforme digitali aiutano tutti le organizzazioni a muoversi in modo sincrono, così che quando occorre un cambio di rotta, la condivisione degli insights e l’ottimizzazione dei processi risultino più facili. La trasformazione digitale risulta infatti in equilibrio proprio quando l’impresa nel momento di “riadattarsi”, si muove coesa nella giusta direzione”.
Le tre C alla base della “leadership agile”
Coraggio, Compassione – nel senso di empatia – e Curiosità sono quindi le tre parole chiave alla base della capacità di guidare le aziende, di qualsiasi dimensione ed indipendentemente dal comparto di appartenenza. “Si tratta del coraggio di abbracciare nuovi modelli di business, più agili, nuove strategie e tecnologie. Nella consapevolezza che sono le persone a rappresentare il collante che tiene insieme un’organizzazione”. I progetti di trasformazione per questo richiedono di fare leva sull’empatia di cui le persone hanno bisogno quando si attraversa un periodo di cambiamento. “Ciò significa – specifica Mastantuono – empatia non solo per i dipendenti, ma anche nei confronti di clienti, partner e fornitori, che pure stanno attraversando tempi difficili”. Con la consapevolezza che l’empatia può anche aiutare a scoprire nuove opportunità di business e nuovi talenti.
Siamo all’ultima “C”. La curiosità. Mastantuono per descriverla utilizza un’immagine di fiducioso ottimismo, necessario, tanto più in questa fase: “Si tratta del desiderio di continuare a imparare, essere curiosi su ciò che riserva il futuro. Gli studi dimostrano che la curiosità favorisce la risoluzione creativa dei problemi permettendoci di agire in modo proattivo e capire meglio cosa è possibile fare in modo diverso”. Si tratta di un’attitudine che può fare la differenza proprio quando è necessario agire in velocità ed adattarsi al cambiamento. Chiude Mastantuono: “Insieme alla capacità di innestare innovazione in rapidità grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali già disponibili, può permettere di superare qualsiasi sfida di agilità, e di trovare il perfetto equilibrio tra il bisogno di essere veloci ma allo stesso tempo smart”.
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