La carenza di competenze professionali e risorse adeguate può rappresentare oggi un freno allo sviluppo dalle imprese. Una criticità che coinvolge soprattutto gli skill legati alle tecnologie emergenti, in costante evoluzione, e che interessa in particolare il nostro Paese. Secondo lo European Centre for the Development of Vocational Training (Cedefop) dell’Unione Europea, sono infatti 135mila a fine 2020 i posti di lavoro vacanti in ambito Ict in Italia, una buona fetta delle 750mila posizioni mancanti a livello europeo.

Assicurare una crescente disponibilità di talenti formati sul digitale è pertanto strategico oltre che necessario. Lavora in questa direzione Cloud Academy, la piattaforma di formazione online che si focalizza sul mercato italiano puntando sul suo potenziale di sviluppo, per colmare il gap.

Stefano Bellasio, Ceo e fondatore di Cloud Academy
Stefano Bellasio, Ceo e fondatore di Cloud Academy

Ce ne parla Stefano Bellasio, Ceo e fondatore di Cloud Academy, presentando l’azienda, il suo modello di go-to-market e spiegando il perché della nuova attenzione al nostro Paese. “Per molto tempo non abbiamo guardato al mercato italiano pensando fosse poco pronto, ma oggi notiamo con soddisfazione che è radicalmente cambiato negli ultimi anni – esordisce Bellasio -. In Italia abbiamo da sempre le menti più creative al mondo quando si parla di software e tecnologia. Per questo vogliamo affiancare le imprese italiane nello sviluppare il potenziale delle proprie risorse e portare le competenze ad un livello superiore, per far crescere le loro realtà”. 

Cloud Academy, dagli Usa all’Italia

Dopo essere partita negli Stati Uniti dove detiene un’importante quota di mercato e avere successivamente iniziato ad operare anche sul mercato europeo, Cloud Academy si concentra oggi sull’Italia, dove in realtà ha la sua anima, spiega Bellasio. L’azienda è stata infatti fondata nel 2013 a San Francisco da un team italiano trasferitosi poi negli Usa, dove ha oggi la propria sede centrale, che si affianca a quella della Svizzera italiana.

“Cloud Academy è comunque una realtà distribuita”, spiega Bellasio; conta un team di 160 persone con l’obiettivo di portare a bordo altre 100 persone a livello globale entro quest’anno; il business registra un trend in forte crescita (+80% anno su anno). Sono oltre 700 i clienti serviti; si tratta principalmente di aziende enterprise, con un numero di dipendenti superiore a 500, appartenenti trasversalmente ad ogni tipo di settore. Tra le realtà che utilizzano con efficacia la piattaforma, ci sono casi di aziende del settore finance, farmaceutico e della ricerca universitaria, ma anche importanti realtà operative nel settore della consulenza e dell’implementazione di tecnologie avanzate. La cloud company ha anche una soluzione per gli end-user, seppure non rappresenti ad oggi il core business.

Cloud Academy - I team
                                         Cloud Academy – Parte del team

3 focus: cloud, software e dati

L’approccio unificato della piattaforma è modulare e web-based; la fruizione totalmente online è valida sia per le aziende che per i dipendenti, per la formazione teorica e pratica, a fronte di una una sottoscrizione. Cloud Academy crea sia il software che i contenuti della piattaforma; sono 3.200 quelli disponibili (l’azienda ne rilascia circa 100 al mese) che vanno costantemente aggiornati. Un’area di sviluppo che richiede pertanto il maggiore investimento, e vede impiegate circa 50 persone dedicate, oltre alle aziende collaboratrici. 

“Il nostro obiettivo – spiega Bellasio – è da un lato aiutare i dipendenti a sviluppare competenze avanzate, sempre più in linea con le richieste delle aziende, dall’altro fare in modo che le organizzazioni possano disporre di personale qualificato anche per i progetti più innovativi. Vogliamo favorire la creazione di una cultura di apprendimento costante, aiutando le aziende a identificare e sviluppare le loro skill tecnologiche. Il nostro approccio strategico fa leva su tre elementi che possono essere sintetizzabili nella valutazione delle competenze, nel loro sviluppo e infine nella loro verifica”. 

Cloud Academy
Cloud Academy – I tre elementi dell’approccio strategico

La formazione è molto specifica e si concentra in particolare su tre aree: la prima è il cloud computing, dove si segnala ma maggiore mancanza di competenze, come conferma una recente survey di Gartner che sondando il parere dei responsabili di infrastruttura e operazioni (I&O) evidenzia che il 58% di loro cita “l’insufficienza di competenze e risorse” come “la più grande sfida da affrontare quando si tratta di soddisfare gli obiettivi di adozione e ottimizzazione del cloud aziendale”. La seconda area è lo sviluppo di software e infine la gestione del dato, inteso sia come sua manipolazione che relativo alla parte di machine leraning e tutto ciò che concerne la sua visualizzazione. 

“Non si tratta di pura formazione”, sottolinea il manager -; Cloud Academy permette infatti di dare un’esperienza concreta alle aziende attraverso laboratori su Amazon Web Services, Microsoft Azure, Google CloudAlibaba Cloud (realtà emergente in Europa), e altre tecnologie cloud attualmente usate in ambito enterprise. L’accesso alla piattaforma dedicata, da desktop e mobile, e la raccolta dati, consente la visualizzazione della crescita delle skill e la gestione degli utenti.

“Oggi il software è al centro di ogni business – commenta Bellasio -, come confermano le crescenti richieste di figure specializzate in quest’ambito, dagli sviluppatori cloud, le figure più ricercate, ai cloud architect. Notiamo un cambiamento di approccio alla formazione da parte delle imprese. Le organizzazioni hanno la necessità di svecchiare la tecnologia e di essere indipendenti e non è più una questione di costo come in passato. Oggi ci interfacciamo sempre più non solo con i reparti IT ma anche con le HR. Le linee direttive, al di là della dimensione aziendale, apprezzano gli strumenti di formazione come primo strumento di monitoraggio centralizzato del capitale umano a disposizione”.

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