Cresce la Rete del Paese, per quanto riguarda le presenze sul Web del numero di domini .it. Il Registro .it, l’anagrafe dei domini di targa italiana approntata dall’Istituto di Telematica ed Informatica (Iit) del Cnr, fotografa una crescita del 2,24%, con nuovi 550.227 nomi di dominio registrati nel corso del 2021, per complessivi 3.450.337 (domini .it) presenti online a fine anno.
Si tratta del terzo anno di crescita consecutiva per il Web nazionale (numero di domini complessivi), un segnale positivo nonostante, o forse proprio per, la pandemia che ha spinto ad affidarsi al digitale anche per trasformare il momento di crisi ed emergenza in sfida ed opportunità.
Un dato in questo senso porta a riflettere: nel mese di marzo dello scorso anno c’è stato in Italia il picco della terza ondata Covid-19 cui è seguito il varo del Dpcm con le relative restrizioni e proprio nello stesso mese l’istituto ha registrato il record mensile delle registrazioni (60.537). Entriamo nei dettagli della mappa geografica.
L’Istituto di Telematica ed Informatica del Cnr fotografa l’indice di diffusione di Internet in Italia calcolando anche il tasso di penetrazione per regione e provincia (numero di domini .it per 10mila abitanti). Il più alto si è registrato in Trentino Alto Adige, seguito da Lombardia, Valle d’Aosta, Toscana, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna, faticano invece le regioni del meridione ed agli ultimi posti troviamo infatti Basilicata, Sicilia e Calabria.
Sono invece Milano, Bolzano, Firenze e Rimini i capoluoghi di provincia con il più alto numero di registrazioni per 10mila abitanti (maggiorenni): rispettivamente 555 domini per la prima in classifica e poco più di 450 per Rimini. Anche in questo caso in fondo alla lista (ultime dieci posizioni) vi sono solo capoluoghi del sud ed è Enna a chiudere l’elenco con appena 146 registrazioni.
Mentre continua a crescere anno su anno il numero complessivo dei domini .it, le nuove registrazioni nel 2021 sono lievemente inferiori a quelle del 2020, che è stato per l’Italia, a tutti gli effetti, un anno record (dal 2008), con oltre 592mila nuove registrazioni. L’anno in corso rappresenterà una sorta di cartina di tornasole in proposito, Registro .it infatti marca un Growth for Year Rate per il 2021 del 2,24%, sensibilmente inferiore a quello registrato l’anno prima (+4,20%).
Spiega così i numeri Marco Conti, responsabile del Registro .it e direttore dell’Iit-Cnr: “In questi anni più che in quelli passati, analizzare questi numeri ci sta restituendo una panoramica piuttosto puntuale e attendibile di quello che avviene in generale in un Paese fortemente provato da due anni di pandemia. Se il 2020 è stato l’anno dell’approdo provvidenziale e necessariamente improvvisato alla rete, di chi correva ai ripari per salvare il proprio business dalle chiusure o per avviarne di nuovi, il 2021 è senz’altro l’anno della consapevolezza e della resilienza, in cui nonostante le incertezze e le false partenze, moltissime persone non si sono perse d’animo e hanno continuato a credere nel digitale come strumento di ripresa e rilancio, o anche solo per rivendicare la presenza in rete”.
Con i necessari distinguo. Tra gennaio e ottobre 2021, Registro .it segnala il mancato appello di più di 5.300 domini .it di liberi professionisti: il 18,7% in meno rispetto allo stesso periodo del 2020, un dato in linea con i rapporti delle associazioni di categoria. Di fatto si parla di circa 40.000 liberi professionisti in meno del 2020 (fonte: IV Rapporto Osservatorio Confprofessioni, dicembre 2021). Giù anche le imprese, -6,3% di registrazioni rispetto al 2020. L’unica categoria che ha fatto registrare la crescita è quella attribuibile alle persone fisiche, +12,3% rispetto al 2020 e, in generale, più della metà (53,7%) rispetto al totale delle nuove registrazioni.
“La rete italiana vive una fase di fermento tipica di quei momenti di riorganizzazione dettata da una crisi – prosegue Conti – per fare un paragone indicativo, con le dovute specifiche di contesto e periodo, abbiamo visto lo stesso movimento negli anni della crisi economica del 2008, con le registrazioni di nuovi .it cresciute di oltre il 70% in un triennio (2008-2011) Ora potremmo essere nuovamente di fronte a una importante scommessa”.
Da una parte in questi due anni abbiamo assistito a profondi cambiamenti da parte degli italiani nell’utilizzo del Web, non solo in relazione all’utilizzo delle piattaforme di e-commerce, ma anche in relazione alla crescita nel numero e nella qualità dei servizi online offerti dalla PA (e non solo legati all’emergenza sanitaria), dall’altra ora le manovre legate all’utilizzo dei fondi del Pnrr (Missione 1) dovrebbero portare a consolidare la digitalizzazione anche delle Pmi.
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