Nel mese di febbraio è stato presentato alla community di Assoconsult il 2° Rapporto sulla Domanda di Consulenza in Italia. La prima edizione si era incentrata sulle esigenze delle primarie aziende italiane, mentre questo studio si è focalizzato sulle imprese manifatturiere di medie dimensioni, con giro d’affari compreso fra 50 e 500 milioni di euro. Le rilevazioni sono state effettuate fra maggio e settembre del 2021.

Fra gli obiettivi di questa edizione dell’analisi si evidenziano due elementi specifici:

  • quali siano le funzioni aziendali che fanno maggiormente ricorso ai consulenti
  • quale sia il contributo garantito dalla consulenza al processo di innovazione, in particolare alla digital transformation.

Fra i temi indagati, si è voluto comprendere quali fossero le priorità business delle aziende ed è emerso in modo molto netto il bisogno di ricercare l’efficacia e aumentare di produttività degli impianti, da cui traspare chiaramente l’esigenza di ritornare ai volumi produttivi pre-pandemia, senza necessariamente dover intervenire sul fattore tecnologico (investimenti in rinnovo o upgrade degli impianti) sia per sfruttare la capacità inutilizzata, sia in ragione del fatto che tali interventi migliorativi erano già stati effettuati in precedenza.

Il Covid-19 ha colpito il comparto manifatturiero in modo contenuto ma l’approccio delle aziende si è tradotto in un sostanziale mantenimento dei livelli di spesa in consulenza e ai consulenti è stato chiesto un supporto specifico per affrontare in modo adeguato anche questa fase complessa.

Dove serve il consulente

I due ambiti con maggior richiesta di supporto consulenziale sono stati l’area IT e quella della Produzione, quest’ultima in particolare per le realtà di maggiore dimensione. Questi risultati non stupiscono, tenendo conto della crescente importanza e pervasività delle soluzioni e tecnologie informatiche all’interno delle aziende. È peraltro evidente come il digitale sia sempre più identificato come fattore abilitante per generare benefici alle altre aree aziendali – produzione in primis – con la conseguenza che l’aumento della digitalizzazione richiede competenze che spesso non sono presenti all’interno dell’azienda e che quindi vengono per forza di cose ricercate presso i consulenti.

Nello specifico, il tipo di supporto consulenziale vede, con un riscontro quasi plebiscitario, l’esigenza di essere consigliati ed indirizzati nell’implementazione di soluzioni IT innovative per supportare tutti i processi di business, con un focus particolarmente rilevante sulla digitalizzazione dei processi produttivi.

Un altro passaggio importante si è focalizzato sulle aree aziendali che sentono maggiormente l’esigenza di avviare programmi di innovazione. Dai risultati raccolti, emergono sostanzialmente 3 gruppi ben definiti da una diversa propensione all’investimento (Figura 1):

  • al 1° gruppo – caratterizzato da un’alta propensione ad investire in innovazione – appartengono le divisioni IT e di produzione.
    • Per l’IT il focus è quello di generare innovazione non tanto e non solo per le componenti infrastrutturali ma soprattutto per le diverse Business Unit, in genere su tematiche applicative, per aumentarne la capacità di portare risultati migliorativi;
    • Le divisioni di produzione si concentrano sull’esigenza di introdurre innovazione pervasiva su un’ampia gamma di fattori e processi, con l’obiettivo di generare ritorni significativi sul business complessivo aziendale;
  • nel 2° gruppo si collocano aree aziendali eterogenee ma accomunate da una propensione media ad investire in innovazione, come nel caso dell’area Marketing/Comunicazione interessata ad identificare nuove modalità di promozione per supportare lo sviluppo del business; le funzioni Logistica/Trasporti chiamate a presidiare una fase molto importante delle supply chain aziendali; la Ricerca e sviluppo, fondamentale per identificare gli ambiti su cui agire per realizzare la diversificazione dell’offerta;
  • nel 3° cluster ricadono il top management e le principali funzioni di staff, ovvero Risorse Umane, Amministrazione e Finanza e Acquisti e Vendite, che mostrano un approccio tendenzialmente tiepido, partendo dalla convinzione che l’innovazione in questi ambiti generi ritorni meno rilevanti.
Assoconsult - Figura 1
Figura 1 – Aree aziendali che necessitano di investimenti in innovazione (Fonte: Assoconsult – NetConsulting cube – 2° Rapporto sulla Domanda di Consulenza in Italia) 

Relativamente al ruolo giocato dai diversi stakeholder nelle dinamiche di introduzione dell’innovazione all’interno dell’azienda, emerge il Cio come figura che domina e governa le tematiche correlate al digitale e che rappresenta il punto di riferimento per gestire la transizione digitale, da solo o all’interno di comitati misti con i referenti business. Il messaggio forte che si evince è che l’evoluzione digitale per questo segmento di aziende sia un processo che nasce e viene trainato principalmente da soggetti interni, con un’ampia conoscenza dal punto di vista operativo del business aziendale e più raramente scaturisca esclusivamente da indicazioni provenienti dall’esterno, consulenti inclusi.

Il consulente entra in gioco soprattutto per l’implementazione e, al momento della scelta, si preferisce puntare sulle competenze, siano esse legate ad uno specifico argomento oppure a declinazioni digital dei temi oggetto di consulenza. Sono quindi richieste esperienze pregresse che si devono estendere a tutto il team di progetto e non essere possedute solo da chi lo propone.

Conviene investire in consulenza

La valutazione sui benefici generati dai servizi di consulenza mostra una situazione complessivamente positiva: oltre i 2/3 del panel è soddisfatto dalle performance dei consulenti in quanto in linea con le attese. La parte rimanente vede prevalere coloro che affermano che i risultati ottenuti dalla consulenza sono andati oltre le aspettative e quindi solo una quota minoritaria di aziende dichiara ritorni insoddisfacenti.

I benefici percepiti sono molto differenziati fra i diversi ambiti aziendali (Figura 2), e si distingue ancora una volta l’area della direzione tecnologie che si dimostra quella che, a fronte di un utilizzo più consistente di consulenti, ottiene il ritorno dell’investimento più importante, quasi 3 volte la spesa. Questa percezione si conferma presso aziende di tutte le fasce dimensionali, a dimostrazione che la digitalizzazione e l’innovazione correlata ad essa sono in grado di creare vantaggi a tutti i livelli.

Gli altri ambiti che si distinguono maggiormente per prevalenza di richiesta di consulenza e moltiplicatore del valore ottenuto sono, in particolare la produzione/fabbrica, in cui l’effetto moltiplicatore è superiore a due volte il valore dell’investimento in consulenza, frutto di interventi ad ampio spettro su impianti e processi produttivi; la direzione HR, che dichiara un elevato valore erogato dai consulenti, a fronte di un contesto di utilizzo soprattutto incentrato sull’e-learning, e percepisce un ritorno della spesa analogo a quello dell’IT e pari a 2-3 volte l’investimento sostenuto; l’area amministrazione/finanza, con circa 1/3 delle aziende che ha usufruito di consulenza ottenendo un Roi pari a due volte la spesa soprattutto grazie al miglioramento delle attività di reporting, tanto in chiave di maggior dettaglio delle informazioni quanto in velocità di produzione della documentazione.

Figura 2 (Fonte: Assoconsult - NetConsulting cube - 2° Rapporto sulla Domanda di Consulenza in Italia) 
Figura 2 – Generazione di valore della consulenza rispetto all’investimento effettuato (Fonte: Assoconsult – NetConsulting cube – 2° Rapporto sulla Domanda di Consulenza in Italia)

Le esigenze future confermano le situazioni che hanno caratterizzato gli ultimi anni: l’innovazione sarà fortemente legata alla digitalizzazione e produrrà cambiamenti tanto nell’area stessa delle tecnologie – chiamate ad innovarsi per produrre performance più efficaci – quanto negli ambiti di produzione, dove necessariamente si concentreranno le esigenze evolutive delle medie aziende industriali.

Questa focalizzazione sulla componente Digitale si espliciterà in un forte incremento nell’adozione di soluzioni e tecnologie in pressoché tutte le aree dell’innovazione. Indubbiamente esiste già un percorso avviato, anche se caratterizzato da diversi stadi di maturità, all’interno dei quali le aree prevalenti sono quelle della cybersecurity e del cloud, nelle quali le aziende che hanno già investito superano il 70% dei casi e chi non lo ha ancora fatto ha pianificato interventi specifici, soprattutto per cautelarsi in tema di sicurezza informatica.

A complemento delle considerazioni già espresse in precedenza, è possibile affermare che, una volta accertato che gli influencer in azienda sono il Cio e i BU Manager, vanno aiutati dai consulenti a fare scelte corrette e a convincere la proprietà ad investire in innovazione portando esperienza e competenze.

I risultati ottenuti parlano da soli, infatti i benefici si estendono a tutte le componenti aziendali, pertanto i budget allocati sono in tendenziale crescita e, fra le diverse realtà, sono i system integrator ad essere i principali destinatari.

Gli interventi innovativi ritenuti interessanti dimostrano una grande attenzione da parte di tutte le funzioni di business, che vedono nella digital transformation un’opportunità da non perdere per migliorare le proprie performance e diversificare gli strumenti a loro disposizione.

A chiusura dell’analisi condotta, è possibile affermare che, anche per il segmento delle medie aziende manifatturiere italiane, il processo di digitalizzazione è avviato e tenderà ad accelerare, indotto anche da una nuova generazione di manager che non è legata a logiche tradizionali ma che percepisce i limiti e i rischi della mancata innovazione, cercando quindi di intercettare le onde del cambiamento e di trarre il massimo beneficio possibile dal supporto proveniente dalle società di consulenza.

Per saperne di più scarica il 2° Rapporto Assoconsult, la domanda di consulenza in Italia

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