A pochi giorni dalla convention Appian World 2022 di Miami, l’ufficializzazione dei risultati finanziari del primo trimestre di Appian, terminato il 31 marzo 2022, mostra una azienda che cresce in linea con gli obiettivi dichiarati dallo stesso Ceo, Matt Calkins, con una spinta decisiva verso il modello cloud: “Abbiamo superato le aspettative previste e aumentato il fatturato degli abbonamenti cloud del 37% nel primo trimestre di quest’anno (con un giro d’affari di 53,4 milioni di dollari) rispetto allo stesso periodo del 2021. La nostra conferenza annuale è stata molto partecipata e piena di energia, a conferma di una community forte attorno alla nostra piattaforma low-code“.
I ricavi totali del primo quarter sono risultati in crescita del 29%, per un valore di 114,3 milioni di dollari, e se si guarda all’intero anno fiscale, chiuso a fine 2021, Appian si conferma in salute con un giro d’affari complessivo di 369,3 milioni di dollari (+ 21% rispetto al 2020) grazie alle due attività principali: le vendite degli abbonamenti software (SaaS, licenza, on premise) con un valore di 263,7 milioni di dollari in crescita del +33% (di questi, 179,4 milioni di dollari, +39%, derivano dagli abbonamenti cloud) e i ricavi dai servizi professionali pari a 105,5 milioni, stabili rispetto all’anno a precedente (105,9).
“Un business che sei anni fa, quando sono entrato in Appian, era quasi totalmente realizzato in Nord America, con l’Europa che pesava solo il 10% sul fatturato totale – commenta in una chiacchierata Paul Maguire, senior vice president Emea & Apac di Appian -. Oggi l’Europa è responsabile del 30% dell’intero fatturato e cresce allo stesso ritmo del business globale, circa 20% anno su anno, seguendo un trend importante negli ultimi anni”.
Ma ogni paese ha poi la sua specificità, declinata grazie alle personalità e alle competenze locali, supervisionate da Maguire in visita periodica nei paesi che governa. “Quale la nostra strategia europea? Onestamente quella di ricercare la soddisfazione di clienti e dipendenti, semplificando loro le attività grazie alla proposta di un’unica piattaforma low-code che permetta di migliorare servizi, ridurre costi e rischi, anche in vertical critici come quello del finance, puntando alla crescita del fatturato nostro e delle aziende clienti”. Un impegno che coordina tutti gli elementi nel progetto battezzato Kyc, know your customer.
Anche in Italia. “Il business, arrivato in Emea nel 2006 e partito nelle varie country con strutture ridotte, oggi segue lo stesso andamento della corporate, e se in Europa è UK che guida la crescita, l’Italia rimane il terzo paese subito dopo la Spagna che anche nel 2021 è andata particolarmente bene” dettaglia Silvia Speranza, che ha esteso le sua responsabilità quest’anno e oggi è regional vice president, Central and Southern Italy di Appian.
Italia, partnership mirate
Un canale composito, dalle grandi partnership internazionali come quelle con Pwc o Accenture, ai system integrator italiani come Engineering o Reply, fino a un terzo layer di partner composto da realtà piccole ma molto focalizzate sui diversi vertical oppure con specifiche competenze.
Co-creare
La partnership tra Appian e i system integrator guida le attività anche nel settore pubblico e gli use case di adozione hanno spesso caratteristiche replicabili. ”Nel 2022 il focus rimarrà su mercato utility & energy, ma anche sul mercato della PA. Le aziende dovranno affrontare la gestione delle reti energetiche, il governo dei processi di fatturazione, le tematiche dell’onboarding che sono trasversali a tutti i settori, ma dovranno porre attenzione anche al tema della sostenibilità. Il nostro approccio Esg vede una stretta relazione fra Appian, partner e clienti nel co-creare modelli e app per misurare e ottimizzare i consumi”. Nello specifico una soluzione pensata da un partner che ha sviluppato un progetto Esg potrebbe essere replicata in altri contesti senza dover partire da zero, ma impiegando i medesimi strumenti per misurare la conformità alle normative europee.
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