Il messaggio attorno al quale ruota anche questa edizione di Appian World, per il secondo anno consecutivo solo digital, è quanto l’automazione sia ormai un fattore determinante per le aziende, per velocizzare procedure, sviluppo applicativo, e per focalizzarsi sulla parte di business. Soprattutto in questo anno, in cui l’emergenza sanitaria ha scoperchiato difficoltà nelle aziende ancorate ancora a vecchi modelli di produttività che in tempi di lockdown hanno faticato a rimanere competitive.

L’automazione da anni portata avanti da Appian, quartier generale a Tysons in Virginia (Usa), è legata alla piattaforma di sviluppo low-code del vendor che ha subìto un ulteriore aggiornamento quest’anno per rispondere alle esigenze delle aziende che devono gestire lo sviluppo del software partendo da molti dati aziendali. Con l’ultima versione, la piattaforma non solo persevera nello sviluppo applicativo low-code, ma introduce anche il concetto di dati low-code, per gestire e unificare in modo semplice i dati aziendali, da qualsiasi fonte provengano.

Matt Calkins, Ceo di Appian
Matt Calkins, Ceo di Appian

Se fino ad ora, l’integrazione dei dati nelle applicazioni richiedeva una serie di competenze relative ai database, ora con la nuova versione (disponibile da giugno) l’integrazione dei dati risulterà facile e gestibile da qualsiasi fonte, senza bisogno di trasferire i dati manualmente, ma semplicemente combinando le diverse fonti di dati senza intervenire sul database (dati low-code). “Oltre allo sviluppo low-code della app, la nuova versione include i dati low-code – ha precisato Matt Calkins, ceo di Appian, durante il keynote di apertura di Appian World, sottolineando come l’integrazione dei dati semplifichi lo sviluppo applicativo -. Abbiamo visto anno dopo anno quanto i dati siano la parte più difficile da prendere in considerazione nella creazione di una app, perché sono spesso non strutturati, risiedono in più database, non dialogo fra loro, sono scritti con ortografie diverse”. Questa mancanza di corenza fa sì che molte aziende non avviino dei progetti per timore di spendere troppo tempo nella normalizzazione dei dati limitandosi nello sviluppo e sottoutilizzando così il potenziale complessivo legato ai dati  presenti in azienda. Ora i dati low-code possono esser integrati nelle app con un semplice drag and drop, permettendo una visione complessiva dell’intero patrimonio di dati” continua, senza che chi crei le applicazioni debba per forza essere un esperto di dati.

Ma come? La nuova piattaforma aggiunge l’elaborazione intelligente dei documenti (Idp), grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che elabora direttamente grandi volumi di dati non strutturati, grazie a un riconoscimento ottico dei caratteri (Ocr) per estrapolare in modo sicuro i dati dai documenti (senza avvalersi di software o servizi di terze parti). Idp migliora di fatto l’automazione dei processi (progettazione, collaborazione tra gli sviluppatori) e gestisce in un unico workflow tutti i dati provenienti da diverse fonti, sistemi, bot e persone, snellendo le procedure dal momento che elimina l’elaborazione manuale in qualsiasi flusso di lavoro.

La rapidità dello sviluppo applicativo rimane fattore determinate (legata da sempre alla Appian Guarantee, che ha l’obiettivo di mandare live il progetto in otto settimane) accanto alla possibilità di gestire e monitore centralmente tutti i bot di Appian e di terze parti con le nuove funzioni di Robotic Process Automation (Rpa) inserite nella nuova release e le nuove biblioteche di azioni raccolte nel marketplace Appian AppMarket.

Secondo Appian, la tecnologia Rpa low-code permette di velocizzare di 10 volte l’automazione dei processi, grazie a uno sviluppo visuale dell’applicazione, semplificato anche attraverso diagrammi di flusso che migliorano la produttività degli sviluppatori che hanno ora a disposizione nella piattaforma nuovi tool per co-creare le app, nuovi design e nuove feature di sicurezza. “L’automazione è fondamentale per il business – puntualizza il Ceo – ed era ora che automazione e sviluppo low-code fossero gestiti insieme”.

Un elemento quest’ultimo molto importante per intercettare le aziende enterprise (vero obiettivo di Appian nei diversi vertical di mercato) che richiedono processi semplificati e sicuri per lo sviluppo, il test e la produzione delle app, certificate. Il nuovo tool definito DevSecOps low-code risulta così pensato per garantire fiducia a livello enterprise, fondamentale per aziende del finance, banking, utilities, retail per migliorare l’esperienza del cliente, semplificare la gestione e rispettare le normative.

Appian 21.1 - Financial dashboard
Appian 21.1 – Financial dashboard

Quanto si è maturi per l’automazione

La maturità del livello di automazione dei singoli vertical è però un punto di partenza importante per capire la penetrazione delle proposte di automazione. Per questa ragione Appian ha presentato uno strumento interattivo di benchmarking online – Appian Automation Maturity Index – per far si che le aziende possano misurare i loro progressi nel campo dell’automazione in alcuni ambiti distinti. E ha condotto una ricerca (con Longitude/Financial Times), su un campione di 500 Cxo senior del settore bancario, per capire meglio i driver nel percorso verso la maturità in automazione.Cosa significa automazione matura per una moderna azienda di servizi finanziari?” ci si interroga.

La risposta sta nella foto scattata dalla ricerca che divide le società finanziarie tra quelle Leader (che dichiarano di utilizzare un’automazione innovativa o sofisticata), Ritardatarie (che affermano che la maggior parte della loro automazione non riesce ad aggiungere valore) e quelle Mainstream (che si collocano nel mezzo e rappresentano il 65% del campione).
Pur emergendo che non esiste un unico percorso verso un’eccellenza nell’automazione, il 98% delle aziende Leader nel settore dell’automazione bancaria dichiara di aver ottenuto risparmi significativi dai propri investimenti in automazione (rispetto al solo 7% dei Ritardatari) e di avere ottenuto un “vantaggio competitivo significativo” dai loro sforzi di automazione (rispetto al solo 6% dei Ritardatari, che faticano a dare priorità ai progetti di automazione). I Leader che spingono sull’automazione dichiarano di integrare perfettamente persone, IA, Rpa, flussi di lavoro, database e sistemi. “La gestione e l’orchestrazione di un flusso di lavoro unificato sono tra i maggior benefici per clienti e dipendenti indicati nel sondaggio, oltre a essere di supporto alla gestione del rischio, della conformità, del change management e della strategia aziendale” si legge nel testo.

Michael Heffner, vicepresidente - Solutions e Industry Go To Market di Appian
Michael Heffner, vicepresidente – Solutions e Industry Go To Market di Appian

“C’è una forte correlazione nei dati della ricerca tra le dimensioni dell’organizzazione e la maturità dell’automazione – precisa Mike Heffner, vicepresidente – Solutions e Industry Go To Market di Appian -. I servizi finanziari più importanti a livello mondiale stanno spingendo il passaggio verso l’automazione, e i benefici ottenuti possono essere un aiuto per informare l’intero settore. Ma la dimensione non è tutto. Stiamo notando un enorme divario tra Leaders e Ritardatari, così come una significativa maggioranza di Mainstream in tutte le sottocategorie del settore”.

Un caso italiano tra gli intervistati – già nel 2019 sul palco dell’Appian World  – è il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea che da anni utilizza l’automazione low-code per definire i propri processi. “Abbiamo generato quello che chiamo un ‘effetto wow’: il business è rimasto stupito dal fatto che siamo riusciti a rilasciare un aggiornamento applicativo in una settimana. Il time to market che possiamo raggiungere è stato significativo e dirompente a livello interno, creando un grande entusiasmo” racconta Giovanni Gallucci, responsabile dell’automazione del gruppo bancario.
Le testimonianze nella ricerca permettono di capire quanto gli investimenti in automazione possano avere ritorno anche sul business, in termini di risparmio di costi, tempo, agilità alzanod la curiosità anche sullo strumento di benchmarking.

Ora Appian, nonostante abbia appena presentato la nuova release della sua piattafroma, continua ad essere in una fase di assunzioni, non solo di ingegneri software ma anche di persone di sales & marketing spinte dal nuovo Cmo, Denise Vu Broady, entrato in azienda lo scorso febbraio. Nel primo quarter dell’anno, il fatturato dell’azienda è stato di 88,8 milioni di dollari (+13% rispetto ai 78,8 milioni del primo quarter 2020) raccolto in larga parte attraverso le subscription, in crescita rispetto ai servizi professionali che stanno via via spostandosi sui partner. Un cambio nella strategia di go-to-market.

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